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A che gioco sta giocando Orban tra Meloni, Salis e l’Ue

Meloni Orban

Mentre la premier italiana prova a sbloccare l’affaire Ilaria Salis, detenuta in Ungheria e accusata di partecipazioni alle rivolte contro un gruppo di neo-nazisti, l’omologo Viktor Orban continua a essere il tassello principale del puzzle , diviso tra Ue e Russia 

Tutto si tiene, si suol dire. E così il caso Ilaria Salis finisce inevitabilmente per aggiungersi alle numerose questioni aperte nei rapporti tra Unione Europea e Ungheria. E di mezzo c’è l’Italia, oltre che con la tragica vicenda dell’attivista, anche con i rapporti tra i due premier, Meloni e Orban. Sullo sfondo, le elezioni che disegneranno a giugno la nuova Ue.

In questo reticolato, allora, il capo di governo ungherese a che gioco gioca?

IL GIOCO (SPORCO?) DI VIKTOR ORBAN TRA CASO SALIS…

Ieri sera, a ora di cena, Palazzo Chigi ha fatto sapere che si era svolta una chiamata tra Giorgia Meloni e Viktor Orban. Da un lato, la premier italiana dimostra di arrivare tardi su una vicenda aperta da mesi. E grave perché inerente un paese dell’Unione Europea. Dall’altro, l’Italia non può certo dare lezioni sul carcere viste le condizioni degli istituti penitenziari e in questa precisa fase in cui il caso Salis è arrivato ancor più in primo piano dopo i racconti di Zerocalcare e le immagini dell’udienza che vedono l’imputata in Aula con catene ai piedi e manette, Meloni può operare in un ruolo di mediatrice senza troppo da perdere.

Sia perché il caso Salis va risolto nei termini in cui ci si aspetta, riportando la ragazza in Italia, sia per la vicinanza politica con Orban. Anche se, come ribadito ieri anche da Antonio Tajani, il premier ungherese non c’entra (sebbene l’Ungheria non sia un Paese emblematico sul tema della separazione dei poteri e il rispetto dei diritti).

…E I RAPPORTI CON UE E RUSSIA

L’anarchia politica di Orban, però, non si riflette soltanto nei rapporti con i suoi amici sovranisti. In sede europea, c’è l’annoso nodo delle riforme liberali che Bruxelles chiede da tempo a Budapest. Ma Fidesz e il suo fidato capo percepiscono tutto ciò come un ricatto inaccettabile. In secundis, c’è la questione euro-atlantica dello sblocco dell’affare svedese per l’ingresso di Stoccolma nella Nato, accordata anche dalla Turchia di Erdogan. Orban, invece, rimane sulle sue anche su questa vicenda e continua a solleticare la Russia di Putin, da cui non ha interrotto le forniture energetiche. In tutto ciò, l’Ue come risponde? Un documento di background scoperto dal Financial Times recita che in ballo c’è l’applicazione dell’articolo 7 che prevede la privazione del diritto di voto a Budapest e sanzioni economiche. Domani, forse, il Consiglio potrà dare qualche risposta sullo sblocco dei fondi a Kyiv per i prossimi quattro anni, anche se Orban potrebbe rigiocarsi la mossa di uscire pur di non votare a favore, eludendo la questione del veto.

FIDESZ NEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI?

Intanto, poche ore fa l’ex premier polacco del Pis, Mateusz Morawiecki, durante una conferenza a Bruxelles ha dato il suo ok all’adesione di Fidesz, il partito dello stesso Viktor Orban, al gruppo dei Conservatori europei e riformisti (Ecr), presieduto proprio da Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia. “È prerogativa del governo ungherese, in particolare di Viktor Orban” ed “è nostra prerogativa accettare un nuovo membro”, ha spiegato. “Non sono sicuro – ha però aggiunto – che ci saranno cambiamenti prima delle elezioni, personalmente sono aperto all’adesione di Fidesz al nostro gruppo”.

Leggi anche: Ilaria Salis, chi ha (e chi non ha) le carte in regola tra Italia e Ungheria

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