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PA, al via la stagione dei Concorsi digitali

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Oltre duecento milioni di euro per le assunzioni del pubblico impiego. Ma il governo Draghi dovrà rassicurare (soprattutto l’Europa) che non si tratta di un “ammortizzatore sociale” camuffato. I nuovi concorsi per entrare nella PA saranno digitali e urgenti, dicono dall’esecutivo, proprio per avere il personale necessario per trasformare il Pnrr da carta delle idee ad azioni concrete

Chi pensava che la digitalizzazione avrebbe comportato un dimagrimento della Pa dovrà ricredersi: la digitalizzazione sarà la protagonista indiscussa della “stagione dei concorsi” che dovrà essere aperta con urgenza a breve. Anche chi pensava che il ritorno da ministro ai vertici della Pubblica amministrazione di Renato Brunetta fosse per finire quanto iniziato nel 2008 con il blocco del turn over, dovrà ricredersi. Secondo quanto detto dallo stesso Brunetta nell’audizione parlamentare sulle linee programmatiche, la Pa italiana dovrà anzi rinforzarsi.

ASSUNZIONI NECESSARIE O PER MITIGARE LE CONSEGUENZE DELLA CRISI?

Il timore, non confessato, del governo Draghi è che, così com’è, la Pa non regga il colpo delle riforme che bisognerà fare per aggiudicarsi il Next Generation Eu. Occorre insomma irrobustirla. Pare sorprendente ma è così. E occorre soprattutto svecchiarla (l’età media oggi è circa 51 anni), immettendo nel sistema nuove leve che siano compatibili con nuove metodologie di lavoro, se occorre anche da remoto.

E poi, inutile girarci attorno, c’è la tentazione di sfruttare almeno una parte del malloppo del Recovery Fund per tornare a fare della Pa l’ammortizzatore sociale “all’italiana”: il precedente è quello della Seconda Guerra Mondiale, che viene non a caso tirato spesso in ballo quando si parla di Coronavirus. L’Italia, distrutta dal conflitto, fu ricostruita anche grazie all’assunzione spesso smodata (da opera virtuosa diverrà una stortura del sistema e persino merce di scambio elettorale) nella Pubblica amministrazione che riuscì a iniettare in un tessuto logorato, agricolo e profondamente arretrato piccole dosi di ricchezza e sicurezza economica generalizzate.

CONCORSI PA DIGITALI

Per le nuove assunzioni nella Pa e dare il via alla stagione dei concorsi il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) stanzia oltre 200 milioni di euro (per la precisione 210). L’obiettivo del nuovo esecutivo è dar vita a concorsi della Pa nuovamente centralizzati, dove possibile. E che siano digitali. Che non significa via Zoom, ma “senza più carta e penna”, viene fatto sapere. I candidati si riuniranno in posti molto ampi, come per esempio i poli fieristici, nei quali sarà possibile procedere all’elaborazione delle prove scritte pur mantenendo il distanziamento sociale, come del resto è stato fatto negli scorsi mesi, con i concorsi pubblici (tra cui quello dei giornalisti Rai) che sono andati avanti regolarmente e candidati muniti di mascherine. Prevista poi un’unica piattaforma nazionale, su cui sarà possibile accedere probabilmente tramite Spid. Insomma, almeno per i concorsi pubblici, si torna all’accentramento…

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