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Pensioni, audizione di Pasquale Tridico (INPS)
Oltre a Tridico, sulle nuove norme sulle pensioni saranno ascoltati i rappresentanti dell’Associazione culturale Neodemos e dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali e Cesare Damiano, numero 1 della commissione sul lavoro
Nel pomeriggio di oggi, la Commissione Lavoro, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti disposizioni in materia di requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico, svolge le seguenti audizioni:
ore 13.20 rappresentanti dell’Associazione culturale Neodemos e dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps);
ore 13.50 Pasquale Tridico, presidente dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps);
ore 14.20 Cesare Damiano, presidente della Commissione tecnica incaricata di studiare la gravosità delle occupazioni, di cui all’articolo 1, comma 474, della legge 27 dicembre 2019, n. 160.
IL DIBATTITO SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI
Le politiche sulle pensioni sono state improntate all’esigenza di garantire la sostenibilità di lungo periodo del sistema e ad attenuare la portata di alcune misure introdotte dalla legge di riforma previdenziale del 2011. In particolare, sono state eliminate le penalizzazioni per il pensionamento anticipato prima dei 62 anni ed è stato modificato il meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici agli incrementi della speranza di vita. Oltre a ciò, il legislatore è intervenuto su una serie di istituti volti a permettere il pensionamento anticipato – in presenza di specifici requisiti – per determinate categorie di lavoratrici e lavoratori (come, ad esempio, opzione donna, quota 100, benefici per lavoratori precoci, lavoratori esposti all’amianto, esodati).
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Tuttavia, adesso il Parlamento sarà chiamato a intervenire sul superamento di quota 100, voluta dalla Lega ai tempi del Conte I. La misura, prevista come temporanea per via dei costi, quasi certamente non sarà rifinanziata, ma le forze politiche dibattono non solo sulle forme del sistema post-riforma, ma anche sul periodo transitorio, che potrebbe essere caratterizzato da ‘scaloni’ o ‘scalini’ a seconda se si voglia differenziare molto o il meno possibile la differenza di trattamento tra soggetti che ricadono ancora in quota 100 e coloro che andranno in pensione con la nuova normativa.