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Per l’Ue Cairo coccola Giorgetti, Caltagirone punta su Fitto

Giorgetti Fitto

Anche nei  giornali dei gruppi editoriali non proprio di area centrodestra iniziano a delinearsi i profili preferiti per il prossimo commissario italiano in Ue, su tutti Giorgetti e Fitto 

Giorgetti come San Sebastiano che pensa a traslocare a Bruxelles come prossimo commissario italiano nella Commissione europea. Non è da tutti i politici italiani essere protagonisti nell’arco di dieci giorni dei ritratti di due delle firme più autorevoli del Corriere della Sera di Urbano Cairo, ovvero Francesco Verderami e Federico Fubini.

IL CORRIERE: SALVINI COME POTREBBE OPPORSI ALLA NOMINA DI GIORGETTI IN EUROPA?

“Giorgetti è stanco di fare il punching-ball nella Lega, di cui non condivide (è un eufemismo) la linea. L’ha detto pure al segretario, come poi ha confidato a un dirigente del Carroccio: «La mia impostazione di politica economica è diversa. Gli ho spiegato che sono pronto a farmi da parte»” ha scritto lo scorso 3 febbraio Verderami, facendo riferimento ai “dissidi nel partito”, alla “ferita del Mes” che ha procurato a Giorgetti “problemi di credibilità nel club europeo dei ministri dell’Economia”.

Il retroscenista del Corriere ha poi rivelato il disegno che sembra prevalere in alcuni ambienti del centrodestra: “sostiene uno dei leader di maggioranza, dopo aver parlato con la premier: «Intanto la nomina a commissario di Giancarlo sarebbe una garanzia per il governo in Europa. E poi consentirebbe a Giorgia Meloni di insediare Maurizio Leo all’Economia. Come potrebbe Salvini opporsi a questo schema?». Schema che per un verso offrirebbe alla presidente del Consiglio la possibilità di controllare direttamente il dicastero di via XX Settembre. E per l’altro incastrerebbe il «Capitano»: il gruppo leghista a Strasburgo come potrebbe votare contro la nuova commissione, se uno dei suoi uomini di punta ne facesse parte?”.

GIORGETTI ‘SAN SEBASTIANO’ TRAFITTO DALLE FRECCIATINE DEGLI ALLEATI

Oggi è l’editorialista Fubini a dipingere Giorgetti in versione martire, come San Sebastiano, trafitto in questo caso dalle frecce ‘amiche’, trovandosi in mezzo alla ruvida contesa tra Lega e Fratelli d’Italia per non rimanere schiacciati dalla polemica di trattori e agricoltori. “Non per la prima volta, – scrive Fubini – il ministro leghista vede deflagrare attorno a sé una battaglia largamente simbolica. Cioè, politica: fra il vicepremier Matteo Salvini, leader della Lega e fautore di un ritorno totale dell’esenzione Irpef sui — bassi, bassissimi — redditi catastali ufficiali degli agricoltori; e la premier Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia, il partito di maggioranza che vorrebbe limitare il ritorno dell’esenzione Irpef fino a diecimila euro di reddito (catastale, non effettivo)”.

“E Giorgetti, un po’ San Sebastiano preso a frecciatine da ogni dove, un po’ ministro «tecnico» più per forza di cose che per vocazione – prosegue l’articolo sul Corriere – è probabilmente uno dei pochi che riesce ancora a misurare la distanza tra il Paese e l’agone romano. Dove il suo partito lo pressa sulle coperture e FdI lo chiama in causa per dire che la scelta sull’imposta agricola è anche leghista, perché leghista è il ministro dell’Economia. Forse è per questo che lui se ne resta zitto, in questa baruffa da campagna elettorale scatenata principalmente dal suo leader di partito Salvini”.

IL MESSAGGERO: IL MINISTRO FITTO SAREBBE IL NOME NATURALE COME COMMISSARIO IN UE

Giorgetti non è l’unico ministro che gode di riscontri positivi in determinati gruppi editoriali al di fuori di quelli di area centrodestra. Tra questi Raffaele Fitto. Oggi il Messaggero di Caltagirone dedica al ministro degli Affari europei e del Pnrr un articolo a firma Francesco Bechis dal titolo: ‘Recovery in sicurezza, così Fitto può puntare a un incarico in Europa’. “Non c’è – si legge – solo l’ovvia ambizione di rendere l’Italia capace di spendere al meglio le risorse del Pnrr dietro al nuovo decreto in arrivo (che prevede maggiori controlli sulle opere e sanzioni a chi è in ritardo, ndc), ma anche una più personale ambizione di Raffaele Fitto di essere in corsa per la nomina a commissario europeo. Quello del ministro degli Affari Ue, spiega una fonte molto vicina alla premier Giorgia Meloni e al suo braccio destro europeista, sarebbe infatti «il nome naturale» per l’indicazione italiana a Bruxelles”.

D’altro canto, filtra sul Messaggero, “si ragiona a Bruxelles che tra i nomi che circolano per il ruolo di commissario europeo Fitto è realmente «il “meno” difficile da accettare» e – tornando alle fonti italiane – quello che quindi può potenzialmente «strappare» una poltrona di maggior peso”. Il percorso per Fitto, a parte i Giorgetti di turno, rimane comunque  molto accidentato perché, è difficile infatti lasciare andare via colui che ad oggi ha le chiavi del Pnrr. “Alla fine sia realmente Fitto a tornare a Bruxelles non è affatto scontato. Tant’è – conclude Bechis – che si rincorrono le indiscrezioni attorno a qualche «profilo tecnico fidato» e ai nomi di altri ministri dell’esecutivo. Da quello del responsabile del made in Italy Adolfo Urso fino al titolare dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida”.

COSA C’ENTRA CALTAGIRONE CON IL DDL CAPITALI E FDI

Che dalle parti del giornale di via del Tritone ci sia una tacita predilezione per Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia emerge dai capannelli degli addetti ai lavori. Alcuni maliziosamente sostengono che possa centrare il ddl Capitali, in dirittura d’arrivo in Parlamento, che in tanti hanno letto come un assist della maggioranza proprio a Francesco Gaetano Caltagirone  Un provvedimento che, usando le parole della stessa premier Giorgia Meloni, serve a «limitare il meccanismo attraverso il quale, in alcuni casi, si perpetuano all’infinito i cda, a prescindere dai soci». “Un intervento neanche tanto velato sulla contesa per gli assetti di controllo di Generali e Mediobanca” fu l’immediata lettura del quotidiano economico Milano Finanza.

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