skip to Main Content

Perché De Vito lascia M5S: “Troppe capriole ideologiche”

De Vito M5s

Cinque Stelle cadenti, lascia pure De Vito, sottraendo la maggioranza al M5S che regge la sindaca Virginia Raggi: “buon campo progressista a tutti voi”

Se ne è andato sbattendo la porta, Marcello De Vito, storico esponente M5S della capitale. E i contraccolpi si sono subito fatti sentire, dato che la maggioranza di Virginia Raggi in consiglio comunale traballa. Anzi, di fatto non esiste più.

LO SFOGO DI DE VITO SU M5S

“Il motivo è che non avverto più alcun senso di appartenenza. Non riesco più a dire alle persone “Noi del Movimento 5 Stelle…”. E questo per me è difficile da superare, impossibile direi.”, scrive De Vito sulla propria pagina Facebook. L’ormai ex esponente grillino dà la colpa alle “capriole ideologiche” che si sono susseguite negli ultimi due anni, ovvero: “al “mai col PD” di fine luglio 2019, poi smentito nel mese successivo con la nascita del governo giallorosso; alla mancata sostituzione del capo politico dimessosi a gennaio 2019 nel termine previsto di 30 giorni; al “reggente aeterno” Vito Crimi che non ha voluto capire che il suo doveva essere un ruolo con una funzione limitata nel tempo (Demurtas docet);  agli stati generali rinviati all’infinito con la motivazione del Covid; allo smantellamento di due totem, come il divieto di alleanze ed il vincolo dei due mandati, in 24 ore con una votazione agostana senza alcun vero dibattito; agli stati generali poi fatti ad autunno scorso (quando il Covid era riesploso) con infinite e defaticanti riunioni, prima regionali poi nazionali, per poi arrivare a questo fatidico parto del topolino fatto di modifiche statutarie, poi approvate niente meno che a febbraio scorso da ben un decimo degli iscritti”.

De Vito se la prende pure con la guerra intestina tutta interna al M5S: “mi riferisco alla battaglia tra Conte e Casaleggio/Rousseau per “il possesso” dei dati degli iscritti, trattati come oggetti, come il vero oro, il “mio tesssoro” come diveva Gollum nel noto film; mi riferisco al fatto che ormai quello che era il movimento della partecipazione dal basso appare uno strumento in mano a pochi, più sensibili ai sondaggi ed ai loro destini personali che all’attuazione dei principi statutari. Mi riferisco a quel… “ormai siamo nel campo progressista” cui io rispondo: “buon campo progressista a tutti voi”.

Con l’addio di De Vito, M5S non rappresenta più la maggioranza nell’assemblea capitolina: al pari di quanto accaduto a pochi chilometri di distanza, in Parlamento, anche il Campidoglio ha registrato una costante emorragia di transfughi che ha portato i consiglieri grillini a quota 24 su 49 eletti, contro i 30 delle origini. Prima di De Vito avevano già lasciato il M5S  i consiglieri Ficcardi, ora nei Verdi, Grancio, candidata alle primarie del centrosinistra per il Partito Socialista Italiano, Catini, Guerrini e Montella, che fanno parte del gruppo misto.

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top