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Perché Giorgetti vuole il vaccino tricolore. E cosa ha detto su Ilva

Mosse Economiche Finanziarie Manovra Governo Meloni

Giorgetti a tutto campo alla scuola politica della Lega. Ecco cosa ha detto il titolare del Ministero dello Sviluppo Economico solitamente moderato e distante dal leader

Finora Giancarlo Giorgetti, complice anche la sua assenza dai social, ha tenuto il basso profilo. Si sa solo che si muove lungo una linea molto distante, quasi agli antipodi, di Matteo Salvini, preferendo alle parole i fatti, agli annunci roboanti un lavorio silenzioso, agli avvisi di sfratto lanciati a Roberto Speranza il tentativo di mantenere compatto il governo.

GIORGETTI E I VACCINI SOVRANISTI

Ma la scuola politica della Lega ha fatto da palco, virtuale, al numero 1 del Mise, che ha avuto modo di toccare più punti, molti dei quali in grado di fare tirare un sospiro di sollievo ai militanti sovranisti che lo accusano da tempo di essere troppo europeista. Per esempio, sui vaccini “si gioca il concetto di sovranità” e la politica vaccinale dell’Europa “è stata un altro fallimento”, ha accusato Giancarlo Giorgetti. “Qualcuno ha parlato di guerra geopolitica su vaccini, ed è quello che è avvenuto. Ce ne siamo accorti anche sui vaccini, siamo usciti dalla produzione da tanti anni, significa investire tanti soldi con un ritorno. Abbiamo capito che su alcune cose Italia ed Europa devono darsi una sveglia”, ha scandito.

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E ancora: “Noi siamo amici degli Usa ma è evidente a tutti che gli americani sono arrivati per primi. Nel contempo i russi con Sputnik hanno aperto un’azione mediatica e pubblicitaria. Ancora una volta l’Europa oggettivamente non è andata bene, è un altro fallimento la politica vaccinale, possiamo dirlo tranquillamente. L’Europa – ha ribadito il titolare del Mise- faticosamente arranca, ma anche su questo terreno si gioca il concetto di sovranità, si gioca sulla salute e da qui lo sforzo: ho lanciato l’idea di un polo di farmacia biologica e vaccinale, anche con soldi pubblici, invitando anche i privati in modo da recuperare”.

ILVA DA RECOVERY?

Quanto al PNRR, il piano che l’Italia dovrà consegnare entro il 30 aprile per avere i soldi dall’Ue del Next Generation Eu, Giorgetti ha spiegato che l’Ilva di Taranto in futuro produrrà acciaio verde, parole molto simili a quelle pronunciate più volte da Beppe Grillo e il progetto è tra quelli inseriti nel Recovery Plan. “Il progetto su cui stiamo lavorando tiene conto di questo aspetto di sostenibilità. Noi immaginiamo un’Ilva del futuro in grado di produrre acciaio green con un grande investimento sulla sostenibilità ambientale e sulle fonti energetiche diverse dal carbone”, ha spiegato. “E’ un progetto coerente che – ha assicurato – farà parte del Recovery plan e darà risposte sia in termini industriali che in termini ambientali perla popolazione di Taranto danneggiata in questi anni”.

Infine, con l’occasione, il neo titolare del Mise ha ribadito che, non essendosi ancora conclusa l’emergenza economica, l’esercizio del Golden Power da parte del Governo non è affatto finito, ma ci saranno anche altre occasioni per difendere gli interessi del Paese. “Sulle aziende interessanti c’è sempre la famelica attenzione cinese, che arrivano con un sacco di soldi. Possono permettersi di fare shopping con la mano pubblica. Adesso abbiamo deciso di tenere gli occhi aperti. Non è opportuno che ci sia un liberi tutti”, ha sottolineato, parlando ad esempio dei semi-conduttori. “In futuro ci saranno altre misure di questo tipo quando saranno necessarie per difendere l’interesse nazionale ma anche Occidentale”. Alla fine dell’emergenza Covid, “io penso che tornerà l’età della politica: tocca alla politica però essere all’altezza di questo momento della storia. Ci saranno nuovi paradigmi economici, sociali e la risposta deve essere semplicemente politica, speriamo facciano tutti, noi come Lega e così gli altri, uno sforzo necessario quando la parola tornerà finalmente al popolo”, ha detto.

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