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Perché gli albergatori mugugnano sul coprifuoco

Green Pass

Gli albergatori non condividono la decisione presa sul coprifuoco e l’Associazione italiana Confindustria Alberghi fa una stima delle ulteriori perdite che procurerà al turismo

Sebbene la decisione sul coprifuoco abbia alla fine accontentato tutta la maggioranza, a parte qualche mugugno della Lega che voleva di più, non sono tutti contenti. Tra chi si lamenta per la prudenza e la gradualità scelta dal presidente del Consiglio Mario Draghi c’è infatti l’Associazione italiana Confindustria Alberghi.

QUANTO COSTA IL COPRIFUOCO AL TURISMO

“Prevedere il coprifuoco di fatto per tutto il mese di giugno vuol dire perdere ancora un mese di lavoro per il settore turistico, peraltro uno dei mesi più importanti che vale circa 11,7 miliardi di euro di fatturato con 24,8 milioni di presenze italiane e 29,5 milioni di stranieri”. È stata questa la reazione dell’Associazione di categoria alla decisione di eliminare del tutto il coprifuoco il 21 giugno.

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IL COPRIFUOCO SCACCIA I TURISTI

“Da un lato – ha dichiarato la vicepresidente Maria Carmela Colaiacovo – stiamo correndo con il green pass per tornare ad accogliere il turismo internazionale, dall’altro prevediamo di avere ancora per tutto il mese di giugno il coprifuoco. Una misura che allontana ancora una volta il ritorno dei turisti in particolare di quelli stranieri”.

Il coprifuoco, secondo quanto dichiarato da Colaiacovo, se per un italiano è “certamente cosa sgradita” per un turista straniero è “un vincolo difficilissimo da gestire che condiziona gli spostamenti attraverso il Paese, gli orari e le scelte della giornata”.

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LE DIFFICOLTÀ PER ACCOGLIERE I TURISTI

“Ci dicono che poi forse questa data sarà anticipata, che verrà meno se una regione diventa bianca – prosegue – ma vogliamo immaginare un turista straniero che si sta spostando da un posto all’altro dell’Italia che deve conoscere i confini amministrativi per sapere se può tornare in albergo alle due o a mezzanotte?”.

Per la vicepresidente di Confindustria Alberghi, sono “informazioni difficili da spiegare, incertezze che frenano il mercato, dubbi su quale sarà l’Italia dei mesi a seguire. Intanto abbiamo perso le prenotazioni di giugno e rischiamo anche su luglio e agosto, rispetto ad altri Paesi concorrenti che hanno già regole certe e no coprifuoco”.

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LE PISCINE AL COPERTO

“C’è poi un altro tema che ci lascia sconcertati – sottolinea Colaiacovo – ovvero quello delle piscine al chiuso che pure nel settore alberghiero possono essere gestite con grande rigore e per le quali non si vede il motivo di un’ulteriore attesa peraltro fino al mese di luglio”.

Secondo la vicepresidente, infatti, nelle loro strutture non c’è l’uso degli spogliatoi, gli ospiti utilizzano le proprie camere, il ricambio dell’aria e le sanificazioni possono essere garantiti, così come gli accessi che sono controllati e contingentati e possono essere vincolati alla presentazione del certificato vaccinale o di un tampone negativo.

“Le nostre strutture sono organizzate e sicure, fateci ripartire non possiamo perdere ancora altro tempo. Sono troppe le realtà che rischiano di non sopravvivere”, è l’accorato appello dell’Associazione.

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