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Da dove nasce la sensibilità dei dentisti all’emendamento Lorefice

Emendamento Lorefice

Mal di dentisti per una legge comunitaria. Nel mirino dei Centri Odontoiatrici l’emendamento Lorefice: provocherebbe, sostengono, la chiusura di 5mila studi e la perdita di 17mila posti di lavoro

Ancod, l’Associazione Nazionale dei Centri Odontoiatrici esprime timore per un emendamento alla Legge Europea, a prima firma Lorefice, che permetterebbe l’esercizio dell’attività odontoiatrica soltanto alle Società tra Professionisti, annullando quanto disposto dalla Legge per la Concorrenza approvata nel 2017.
Secondo l’articolo 1, comma 153, della legge 4 agosto 2017, infatti, sono tutte le “società operanti nel settore odontoiatrico” a poter esercitare direttamente l’attività odontoiatrica a condizione che le strutture siano “dotate di un direttore sanitario iscritto all’albo degli odontoiatri”. La proposta contenuta nell’emendamento Lorefice, invece, limiterebbe l’attività alle sole Società tra Professionisti, imponendo un limite che Ancod ritiene “incomprensibile” e che “svuoti il significato stesso della previsione normativa inserita nell’art. 1, comma 153, della Legge per la Concorrenza”.

“I vantaggi che la liberalizzazione del settore ha permesso per il Paese e per i pazienti italiani sono diversi, tra cui la creazione di migliaia di posti di lavoro, in particolare per giovani professionisti impossibilitati ad aprire un centro odontoiatrico in autonomia, investimenti nel Sud Italia e l’immissione di capitali in ricerca, sviluppo e tecnologia per rimanere al passo della migliore qualità di cure”, ha dichiarato il Presidente di Ancod, Mirko Puccio. “Annullarla – ha aggiunto – nel pieno di un momento che dovrebbe essere di ripartenza per il Paese è un atto gravissimo, contiamo che il Governo e la maggioranza ci ripensino immediatamente”.

Secondo l’associazione, l’eventuale approvazione dell’emendamento Lorefice comporterebbe la chiusura immediata di circa 5000 centri odontoiatrici, la conseguente perdita di occupazione di 17.000 persone, di cui 10.000 dipendenti e 7.000 medici odontoiatrici, una sicura procedura di infrazione europea, dato il danno enorme ai principi di concorrenza che vigono in tutta l’Unione. Inoltre Ancod, tramite Raffaele Abbattista, Dg della associazione, denuncia “profili di incostituzionalità evidenti aggravati da una grande incertezza del diritto nel Paese dopo investimenti in digitalizzazione e attrezzature da parte di investitori internazionali, una inspiegabile restrizione del mercato soltanto per l’odontoiatria, con evidente dimostrazione della spinta lobbistica da parte di soggetti che mantengono una visione antistorica del settore”.

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