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Perché il Trattato del Quirinale lega l’Italia alle bizze di Macron sulla Russia

Trattato Quirinale

Il Trattato del Quirinale, firmato nel 2021 da Draghi e Macron, prevede che l’Italia fornisca alla Francia assistenza e scambi tra le forze militari in caso di aggressione armata

Il ‘falco’ Macron torna a «non escludere» l’invio di truppe in Ucraina. In vista dell’incontro odierno a Berlino – nel formato Weimar – con la Germania del cancelliere Scholz e la Polonia del premier Tusk, il capo di Stato francese in televisione conferma, come spiega Repubblica, “la svolta di fermezza assoluta nei confronti di Mosca e cerca di spronare gli europei a un «sussulto» rispetto a una «escalation di cui solo il presidente russo è responsabile»”.

TAJANI ESCLUDE DI NUOVO L’INVIO DI TRUPPE ITALIANE, MA…

«La Russia non può e non deve vincere questa guerra» ha aggiunto, ribadendo «dobbiamo essere pronti». L’ipotesi di mettere gli scarponi in terra ucraina ha diviso l’Europa, ma Macron – nella veste di capo delle Forze armate nell’unico Paese dell’Ue dotato dell’arma nucleare, come ricorda sempre Repubblica – va ripetendo che «tutte le opzioni» militari sono sul tavolo. «Se la Russia dovesse vincere, la vieta dei francesi cambierebbe. Non avremmo più sicurezza in Europa».

Parole che continuano ad allargare il solco tra la Francia e un po’ tutto il resto d’Europa. Per l’Italia è stato necessario ancora una volta l’intervento del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il quale ha nuovamente escluso l’invio di truppe italiane.

…COSA RECITA IL TRATTATO DEL QUIRINALE TRA ITALIA E FRANCIA?

Nel dibattito in corso quello che, però, sta passando sotto traccia, è un documento che per l’Italia potrebbe cambiare, almeno teoricamente, le carte in tavola in caso di chiamata alle armi, lancia in resta, del francese Macron. Stiamo parando del Trattato tra Italia e Francia, ribattezzato Trattato del Quirinale, che venne firmato a Roma nel novembre del 2021 da Mario Draghi ed Emmanuel Macron sotto lo sguardo attento del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.

Cosa c’è scritto in quel Trattato? E’ interessante riportare quanto recita l’articolo 2, comma 1, che tratta le materie di ‘sicurezza e difesa’: “Nel quadro degli sforzi comuni volti al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, e in coerenza con gli obiettivi delle organizzazioni internazionali cui esse partecipano e con l’Iniziativa Europea d’Intervento, le Parti (Italia e Francia, ndr) s’impegnano a promuovere le cooperazioni e gli scambi sia tra le proprie forze armate, sia sui materiali di difesa e sulle attrezzature, e a sviluppare sinergie ambiziose sul piano delle capacità e su quello operativo ogni qual volta i loro interessi strategici coincidano.

Così facendo, esse contribuiscono a salvaguardare la sicurezza comune europea e rafforzare le capacità dell’Europa della Difesa, operando in tal modo anche per il consolidamento del pilastro europeo della NATO. Sulla base dell’articolo 5 del Trattato dell’Atlantico del Nord e dell’articolo 42, comma 7, del Trattato sull’Unione Europea, esse si forniscono assistenza in caso di aggressione armata. Le Parti contribuiscono alle missioni internazionali di gestione delle crisi coordinando i loro sforzi”.

L’ITALIA TENUTA AD AIUTARE MILITARMENTE LA FRANCIA IN CASO DI SCONTRO CON LA RUSSIA

Il testo sembra alquanto chiaro e cristallino. Qualora quindi, nell’ipotesi remota (?), dovesse davvero verificarsi uno scontro tra Francia e Russia, l’Italia sarebbe vincolata (?) a “scambi sia tra le proprie forze armate, sia sui materiali di difesa e sulle attrezzature” con la Francia, a fornirle “assistenza in caso di aggressione armata” e a coordinarsi con la Francia nelle “missioni internazionali di gestione delle crisi”.

Chiaramente sono tutti scenari ipotetici. Fermo restando che, sul piano politico, Meloni & co. Farebbero di tutto per disconoscere nei fatti quel Trattato non firmato dal governo attuale e, tra l’altro, con quel Macron verso il quale i rapporti con la nostra premier non sono mai stati idilliaci.

I RAPPORTI BILATERALI TRA ITALIA E FRANCIA MAI DEL TUTTO DECOLLATI

Il comma 2, dell’art.2, aggiunge poi che “Le Parti si consultano regolarmente sulle questioni trattate rispettivamente dall’Unione Europea e dalla NATO, e coordinano ove possibile le proprie posizioni, in particolare sulle questioni relative alle iniziative di difesa dell’Unione Europea, rispetto alle quali è ricercata ogni possibilità di cooperazione. Esse intensificano il dialogo comune nei settori tecnico e operativo della difesa. A tal fine, esse tengono, oltre a incontri bilaterali istituzionalizzati nel settore della difesa, anche consultazioni regolari all’interno del Consiglio italo-francese di Difesa e Sicurezza, che riunisce i rispettivi Ministri degli Affari Esteri e della Difesa”.

Proprio con riferimento a quest’ultimo punto, agli incontri bilaterali e anche alle reciproche partecipazioni dei ministri di un Paese alle riunioni collegiali del governo alleato, c’è da dire che non ha mai avuto un reale seguito nel concreto.

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