Il Tg1 del direttore Gian Marco Chiocci preso di mira da Michele Serra su Repubblica e da ‘Il Graffio’ su La Stampa
Non è da tutti riuscire nell’arco di pochi giorni a essere preso di mira da alcune delle rubriche più ‘velenose’ di Repubblica e La Stampa: rispettivamente ‘L’amaca’ di Michele Serra e ‘Il Graffio’. Ci è riuscito il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. Al centro dei due corsivi oggetti totalmente diversi tra loro ma che, ovviamente, fanno riferimento al telegiornale dell’ammiraglia del servizio pubblico della Rai.
‘IL GRAFFIO’ DE LA STAMPA SUL SERVIZIO DEL TG1 SUL GIORNALISTA AGGREDITO DA CASAPAOUND
Oggi è Francesca Paci che prende spunto dalla notizia dell’aggressione subita da un giornalista de La Stampa. “Ci vogliono più di dieci minuti – si legge su Il Graffio – prima che il Tg1 delle ore 13.30 dia conto del cronista de La Stampa Andrea Joly picchiato a Torino da un branco di squadristi di CasaPound. Dieci minuti nei quali il notiziario diretto da Gian Marco Chiocci manda in onda praticamente di tutto, dalla guerra in Medioriente a quella politica combattuta in Europa tra Lega e Forza Italia, dall’Angelus papale fino al commosso ricordo dell’appena scomparso giurista Giuseppe Consolo. Poi, CasaPound”.
Paci sottolinea: “Questione di priorità. Ci mancherebbe. Solo che quando finalmente arrivano le immagini dell’aggressione, il servizio precisa come, secondo il circolo, il giornalista avrebbe «prima spintonato» i camerati e «creato un battibecco». Colpa di Joly, insomma. Che pur di portare a casa un reportage contro la boria impunita dell’estrema destra provoca, ardito, i camerati in festa: uno contro dieci. Boom. E dire che per raccontare la legge fascista del più forte gli sarebbe bastato seguire certi Tg”.
SERRA PER ATTACCARE CHIOCCI SI METTE A FARE IL ‘PORTAVOCE’ DI PIER SILVIO BERLUSCONI
Qualche giorno prima era stato Michele Serra, nella sua rubrica ‘L’amaca’, a puntare il dito nei confronti di Chiocci. Ironia della sorte, di mezzo c’è un Berlusconi, e in particolare le parole di Pier Silvio a proposito della decisione del Mit di Salvini di intitolare al padre l’aeroporto di Malpensa. Il figlio del Cav ha giudicato l’intitolazione a suo padre inopportuna nei tempi e nei modi, «fonte inevitabile di polemiche». Inoltre, non gli sono piaciute “le polemiche sulle polemiche..” riferendosi al sindaco di Milano Sala.
“Passi che i quotidiani di destra, curvaioli nello spirito e nel lessico – ha scritto Serra -, si siano buttati a pesce solo sulla seconda affermazione (polemica con sala) e abbiano totalmente sorvolato sulla prima (polemica con Salvini). Ma che lo abbia fatto il Tg1 delle 20 (non ho visto le altre edizioni) è davvero madornale. Lo è professionalmente (…) e lo è eticamente. (…)”.
Il Tg1, ha aggiunto Serra “è un telegiornale militante, il suo, forse perfino più del Tg2. Ma ci saranno pure dei giornalisti in stato di veglia, alla Rai e anche al Tg1, in grado di manifestare disagio per questa maniera disonesta di raccontare le cose. Disonesta è la parola giusta. Faziosi capita di esserlo. Ma allora si va a dirigere uno dei tanti quotidiani di destra (c’è solo l’imbarazzo della scelta). Il Tg1 è cosa pubblica, non un bottino di guerra. Non refurtiva”.
Certo, non si può dire che non sia curioso leggere Serra erigersi nei fatti a ufficio stampa di Pier Silvio Berlusconi.