skip to Main Content

Piemonte, Lombardia, Lazio e non solo: ecco chi si candida e dove

Politica Elezioni Forza Italia

Tutte le indiscrezioni su chi si candida in Piemonte, Liguria, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio

Tra i banchi della politica fervono i preparativi per le candidature. Tra il taglio dei parlamenti e i colpi di coda di qualche gruppo che cerca di accaparrarsi qualche seggio in più tra difficili alleanze e improbabili apparentamenti, spuntano i calcoli sull’attuale legge elettorale. I partiti sono al vaglio dei nominativi che costituiranno le liste. La linea del centrodestra rimane quella di proporre nomi di “peso” che porteranno un valore aggiunto alla colazione, mentre il centrosinistra tenta la riconferma dei più noti che, secondo le stime dei segretari, saranno il traino per una possibile vittoria.

Questi sono alcuni degli scenari che ad oggi stanno prendendo forma e che con tutta probabilità saranno le conferme o riconferme di questa tornata elettorale.

Piemonte

In una lista di centrodestra nel collegio proporzionale che comprende Asti, Alessandria e Cuneo, potrebbe vedere Guido Crosetto capolista e Monica Ciaburro, sindaco di Argentera. Ma nulla vieterebbe un Marcello Coppo medaglia di bronzo. Anche dal direttivo regionale odierno del PD, potrebbero già uscire nomi: «Per l’uninominale, Andrea Ghidella, sindaco di Moasca e Luciano Sutera, consigliere comunale astigiano – afferma Michele Miravalle, consigliere comunale a sua volta e componente della segreteria regionale Dem – per il proporzionale alla Camera e per il Senato è ancora tutto da vedere». Se, come sembra, capolista nel collegio proporzionale dovesse andare Chiara Gribaudo, attuale parlamentare Pd, secondo la legge per le “quote rose”, il secondo candidato dovrebbe essere un uomo, poi una donna e così via. Possibile che il terzo nome in lista possa essere, quindi, quello di Ornella Lovisolo, presidente del Pd astigiano. Presto i nomi astigiani saranno sul tavolo di Enrico Letta, assieme a quelli albesi, alessandrini e cuneesi e si faranno le prime valutazioni. Sembra essere invece off limits per i dem astigiani il Senato, blindato dal capolista Enrico Borghi, della segreteria di Letta, e da Rita Rossa, ex sindaco di Alessandria. Anche gli eventuali accordi di partito sono ancora in fase di discussione. L’unica certezza è il movimento 5 stelle: «Noi correremo da soli – afferma il portavoce astigiano e consigliere comunale, Massimo Cerruti – non abbiamo ancora nomi da candidare. Nella recente riunione telematica dei portavoce a cui ha partecipato anche Giuseppe Conte abbiamo parlato di regole ed organizzazione». «Il messaggio forte del presidente Conte- afferma Alberto Pasta, esponente pentastellato – è stato il vincolo di mandato: abbiamo rinunciato a candidare figure come la ministra Fabiana Dadone e Roberto Fico che sono al loro secondo mandato». «Noi abbiamo nove punti da portare avanti e non siamo responsabili della caduta del governo- prosegue Cerruti- andate a chiedere a Draghi perchè si è dimesso pur avendo una larga maggioranza o al centrodestra che sperava nelle elezioni, noi abbiamo semplicemente votato contro l’inceneritore a Roma».

Alleanze allo studio invece per i Renziani : «Italia Viva auspica una discesa in campo e una presa di posizione netta delle forze che hanno sostenuto l’agenda Draghi – afferma Angela Motta, referente provinciale- Nel caso in cui non si riuscisse a fare un accordo, correremo da soli. Abbiamo già dato al nazionale la disponibilità di due candidature per Asti». Bocche cucite sui nomi.
Così come ad Azione che recentemente ha visto il segretario provinciale Fausto Fogliati, abbandonare a favore del nuovo commissario Luigi Florio, ex sindaco di Asti ed ex deputato europeo: «Un atto di responsabilità per traghettare il partito alle elezioni ed al Congresso provinciale- ha commentato Florio- Per eventuali accordi si attende l’esito degli incontri romani». Ma, insistente, gira il nome di Dario Rossino, ex coordinatore provinciale di Azione, quale candidato il 25 settembre.

Liguria

Da levante, il primo nome indicato dalla federazione spezzina è quello dell’attuale ministro del Lavoro, Andrea Orlando, punto di riferimento dell’attuale maggioranza nella federazione regionale. Oltre all’ex vicesegretario nazionale, sono stati mandati a Roma i nominativi di Daniele Montebello (il sindaco di Castelnuovo Magra), Emanuele Moggia (sindaco di Monterosso al Mare), Fabrizia Pecunia (sindaca di Riomaggiore), e in più i nomi di Leonardo D’Imporzano, del capodelegazione in Europa Brando Benifei e Massimo Caleo, che hanno sostanzialmente dato la propria disponibilità a “sostenere” la composizione della lista.

Dall’area Tigullio, la proposta del territorio è stata quella di puntare su Valentina Ghio, sindaca di Sestri Levante e soprattutto la segretaria regionale del partito. Dalle federazioni del ponente, oltre al “giudizio positivo” sull’uscente Franco Vazio, i nomi sono quelli di Gianluca Nasuti (il sindaco di Albissola Marina), Aurora Lessi, Mattina Zunino. E di Anna Russo da Imperia. Atteso dal bis possibile anche l’ex segretario ligure Vito Vattuone, il rebus più complicato era rimasto su terra genovese, e oltre alla collocazione finale dei nomi in quota proporzionale nei vari collegi, riguardava di fatto solo due posti a disposizione proprio la selezione tra i tanti papabili.

Veneto

Il centrodestra. Già il 27 luglio il centrodestra ha sottoscritto l’accordo per la ripartizione delle candidature nei collegi uninominali (146 alla Camera e 70 al Senato). A Fratelli d’Italia ne andranno 98, (il 44,3%) alla Lega Salvini 70 (il 31,7%); a Forza Italia (che si farà carico dell’Udc) 42 (il 19%). Solo undici candidature verranno suddivise fra Noi con l’Italia di Maurizio Lupi, Coraggio Italia di Luigi Brugnaro, Italia al Centro di Giovanni Toti e Vinciamo Italia di Marco Marin. Sul versante dei partiti il Carroccio padovano sembra intenzionato a confermare alla Camera gli uscenti Massimo Bitonci (alla quarta legislatura), Arianna Lazzarini e Alberto Stefani; tornerà al Senato Andrea Ostellari, che Matteo Salvini ha incaricato di affiancare Roberto Calderoli nel vaglio delle candidature. Fratelli d’Italia punta sul coordinatore regionale Luca De Carlo; sulla coordinatrice provinciale Elisabetta Gardini (già inquilina di Montecitorio dal 2006 al 2008) e sull’assessore regionale Elena Donazzan; Forza Italia ripresenterà la presidente dell’assemblea di Palazzo Madama Maria Elisabetta Alberti Casellati (eletta la prima volta a Palazzo Madama nel 1994), la senatrice padovana Roberta Toffanin e darà una chance all’ex sindaco di Verona Flavio Tosi. Tra i berlusconiani non ci saranno il ministro Renato Brunetta e il deputato Roberto Caon, che hanno abbandonato il partito. L’Udc scommette su Antonio De Poli (parlamentare dal 2006); Noi con l’Italia potrebbe schierare l’ex consigliere regionale Leonardo Padrin.

Centrosinistra. E’ il Partito Democratico il perno della coalizione di centrosinistra, realizzata faticosamente dopo la fine del “campo largo” che Enrico Letta aveva cercato di costruire con il M5S. Tra i papabili del Pd figurano il segretario regionale Andrea Martella, i deputati uscenti Alessia Rotta e Alessandro Zan, il capogruppo in consiglio regionale Giacomo Possamai e l’ex sindaco di Vicenza Achille Variati. Stuzzicato dall’esperienza parlamentare è anche il vicesindaco di Padova Andrea Micalizzi. Tra i primi a dire sì alla coalizione di centrosinistra le formazioni di Articolo 1 del ministro della Salute Roberto Speranza, il Partito socialista di Riccardo Nencini, la nuova allenza tra Europa Verde di Angelo Bonelli e Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni. E ancora la Lista Civica Nazionale “L’Italia c’è” dell’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Nell’area del centrosinistra si colloca anche Impegno Civico, la formazione creata (con 53 deputati e 11 senatori) dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio d’intesa con il sottosegretario Bruno Tabacci. Il leader veneto di Impegno civico è il deputato veronese Mattia Fantinati.

Lombardia

In Lombardia, i giochi sulla composizione delle liste per le elezioni politiche del 25 settembre sono tutt’altro che fatti. A poco più di due settimane dal termine per la presentazione dei candidati per Camera e Senato, anche questa volta, stando alle indiscrezioni, si profila una sfida tra big. Nel centrodestra, è quasi certa la candidatura di Silvio Berlusconi come capolista. La Lega dovrebbe schierare il segretario federale Matteo Salvini e Fratelli d’Italia l’ex ministro Giulio Tremonti. Nella lista di Fdi anche l’ex ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata. Nel centrosinistra il Pd potrebbe schierare come capolista del collegio Milano 1 del Senato l’ex segretaria generale della Cgil Susanna Camusso.

Per Forza Italia, scontate quelle della coordinatrice regionale Licia Ronzulli e di Stefania Craxi. Nella Lega, quella del capogruppo uscente al Senato Massimiliano Romeo, del ministro Massimo Garavaglia e di Roberto Calderoli, mentre ancora da definire, ma data per scontata, la ricandidatura di Umberto Bossi a Palazzo Madama, che nel 2018 è stato eletto a Varese. Fratelli d’Italia punterà anche su Ignazio La Russa e Daniela Santanché. Da stabilire se sarà ricandidato

Emilia Romagna

Alle elezioni del 4 marzo 2018 il territorio, per quanto riguardava la Camera dei deputati, eleggeva 4 deputati all’uninominale nei collegi di Forlì (che comprendeva anche Faenza e il suo entroterra – eletto Marco di Maio del Pd, poi passato a Italia Viva), Cesena (che comprendeva anche i comuni dell’entroterra forlivese, oltre a Bellaria e Santarcangelo – eletta Simona Vietina di Forza Italia, poi passata a ‘Coraggio Italia’ e al Misto), Ravenna (la provincia di Ravenna senza il faentino – eletto Alberto Pagani del Pd) e Rimini (la provincia di Rimini senza Bellaria e Santarcangelo – eletta Elena Raffaelli della Lega).

Accanto a questi le tre province romagnole erano raggruppate in un collegio plurinominale, con il sistema proporzionale con voti ai partiti, che ha eletto 6 deputati, per un totale quindi di 10 deputati romagnoli. Nel collegio plurinominale, avendo il voto meno dipendenza dal territorio il Pd “paracadutò” il ministro ferrarese Dario Franceschini e la modenese Giuditta Pini, quest’ultima non si è mai fatta notare sulle tematiche sociali del suo collegio di elezione. Eletti anche il forlivese Jacopo Morrone (Lega) e il bolognese Galeazzo Bignami per Forza Italia (poi passato a Fratelli d’Italia). Franceschini e Bignami, invece, sono stati più presenti sulle tematiche del territorio in cui sono stati eletti. Il M5S ha eletto la riminese Giulia Sarti e il forlivese Carlo De Girolamo (quest’ultimo poi migrato in Coraggio Italia).

Papabili per una posizione nel listino uninominale ci possono essere lo stesso Morrone, per la Lega, e Galeazzo Bignami, bolognese ma molto vicino alle questioni romagnole di Fratelli d’Italia. Entrambi vantano di aver fatto solo un mandato in Parlamento. Il Pd, come fatto nel 2018, potrebbe utilizzare la parte proporzionale del voto per garantire, come “paracadutati” da fuori territorio, un posto in Parlamento ad attuali deputati, senatori e dirigenti di partito più in vista. Infine il M5S: i grillini non potendo ambire a vincere un collegio uninominale – dato lo scarso risultato elettorale al quale i sondaggi li inchiodano – hanno però chance di eleggere parlamentari nei listini proporzionali. Se il limite dei due mandati è per il padre del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo “luce nelle tenebre”, allora dovrebbe finire qui l’avventura in Parlamento di Giulia Sarti, giunta alla fine del secondo mandato. Invece il riminese Marco Croatti termina il primo mandato e quindi, in teoria, potrebbe aspirare ad una ricandidatura.

Toscana

Il nome della Camusso circola anche per la candidatura in un collegio plurinominale del proporzionale in Toscana. Tra i big anche Bruno Tabacci per il Centro con Tabacci, che nelle scorse elezioni Politiche del 2018 era stato eletto con +Europa. Anche il numero uno di Italia viva Matteo Renzi dovrebbe essere della partita, mentre il Movimento Cinque stelle deciderà le candidature attraverso le Parlamentarie.

Lazio

Il Lazio mette a disposizione 9 collegi uninominali e 3 plurinominali alla circoscrizione Lazio 1 della Camera dei deputati, 5 collegi uninominali e 2 plurinominali alla circoscrizione Lazio 2, sempre della Camera, e 6 collegi uninominali e 2 plurinominali alla circoscrizione Lazio per il Senato della Repubblica. Le liste vanno chiuse entro il 22 agosto. Il tempo sta stringendo. E se è vero che ad oggi nessun abbinamento nome/collegio è ancora stato ufficializzato, per nessun partito, l’agenzia Dire è comunque in grado di scattare una primissima fotografia dei possibili candidati nelle varie liste. Si parte dal centrodestra, che si presenta in coalizione nei collegi uninominali: in Fdi danno per molto probabili le candidature di Francesco Lollobrigida e del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, i due big uscenti, e poi quelle di Massimo Milani, Maria Teresa Bellucci, Federico Mollicone, Roberta Angelilli, Chiara Colosimo, Andrea De Priamo, Giancarlo Righini, Paolo Trancassini, Luciano Ciocchetti e Alessandro Palombi. Lavinia Mennuni sarebbe disponibile anche se per lei si fa anche strada l’ipotesi di una candidatura alla Regione Lazio. Anche Fabrizio Ghera, attualmente consigliere regionale, avrebbe dato la sua disponibilità ma sarebbe più interessato alle Europee.

Per la Lega si fanno strada i nomi dell’ex sottosegretario Claudio Durigon, Maurizio Politi, Davide Bordoni (primo dei non eletti alle scorse comunali in Campidoglio), della consigliera comunale Simonetta Matone, di Angelo Valeriani, Eloisa Fanuli, Federico Freni, Monica Picca, Alfredo Becchetti, Fabrizio Santori, Gianfranco Rufa. Per Forza Italia quelli di Antonio Tajani, Claudio Fazzone, Maurizio Gasparri, Paolo Barelli, Anna Grazia Calabria e Alessandro Battilocchio. Per il Pd, la cui lista Democratici e Progressisti comprende anche Demos, Socialisti e Articolo 1, si parla di Nicola Zingaretti (al proporzionale) e Cecilia D’Elia, entrambe candidature nazionali (il primo ex segretario nazionale dem e la seconda portavoce della Conferenza Nazionale delle Donne Democratiche), e poi di Claudio Mancini, Francesco De Angelis (per Frosinone), dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, del segretario dem di Roma, Andrea Casu, Massimiliano Valeriani (probabilmente all’uninominale), Monica Cirinnà.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top