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Quali riforme in Parlamento, dopo il taglio dei parlamentari

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Al via il taglio dei parlamentari: il documento approvato dalla maggioranza prevede l’incardinamento a ottobre in Senato di tre riforme. Ecco quali

La riforma costituzionale del taglio dei parlamentari approvata definitivamente ieri dalle Camere è stata accompagnata da un documento della maggioranza che prevede l’incardinamento entro ottobre di altre riforme della Carta Costituzionale che riguardano gli stessi articoli modificati dalla riforma appena licenziata.

Come ogni riforma costituzionale, il taglio dei parlamentari potrà ora essere sottoposto a referendum confermativo se richiesto da 126 deputati o 64 senatori o cinque Consigli Regionali o 500.000 elettori.

Nel caso il referendum non venisse richiesto entro tre mesi la riforma sarà promulgata e sarà valida dalla prossima legislatura.

TRE RIFORME DA INCARDINARE ENTRO OTTOBRE

Il documento approvato dalla maggioranza prevede l’incardinamento a ottobre in Senato di tre riforme: equiparazione dell’elettorato attivo e passivo di Camera e Senato (18 e 25 anni); taglio del numero dei delegati regionali nell’elezione del Presidente della Repubblica; modifica del principio della base regionale per l’elezione del Senato, così da dare un’unica legge elettorale per le due Camere.

La modifica dei Regolamenti dei due rami del parlamento dovrà intervenire su questi aspetti e anche su alcuni quorum come ad esempio il numero dei deputati e dei senatori necessari per formare i gruppi, che andranno abbassati.

ENTRO DICEMBRE NUOVA LEGGE ELETTORALE

Il documento prevede l’impegno a “presentare” entro dicembre “un progetto di nuova legge elettorale per Camera e Senato al fine di garantire più efficacemente il pluralismo politico e territoriale”.

La maggioranza, cioè M5S, Pd, Italia Viva e Leu, si è impegnata a bilanciare il taglio dei parlamentari con una nuova legge elettorale da presentare entro dicembre. Si va verso un sistema elettorale proporzionale corretto, con premio di maggioranza per garantire la governabilità. Mentre Matteo Salvini ha depositato in Cassazione il quesito per un referendum per introdurre un maggioritario spinto.

MODIFICHE SUL REFERENDUM

Parallelamente, è in discussione la proposta di modifica costituzionale che, integrando l’articolo 71 della Costituzione, introduce una particolare forma di iniziativa legislativa popolare “rinforzata” che può essere confermata attraverso il referendum popolare. È parallelamente oggetto di modifica l’articolo 75 della Costituzione, sul referendum abrogativo, con particolare riguardo al quorum richiesto per la sua approvazione.

ABROGAZIONE DEL CNEL

È infine all’esame del Senato una proposta di legge, di iniziativa parlamentare, che abroga il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL).

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