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Quando ci sposiamo? Appello del settore wedding al Cts

Settore Wedding

L’incontro con Filiera Eventi Unita (FEU) e Insieme per il wedding alla manifestazione del settore dei matrimoni completamente fermo dallo scorso autunno e ancora senza nessuna data certa. FEU: “Siamo veramente al collasso. Serve una data. Servono certezze. Ormai non c’è più tempo”

Ancora nessuna certezza per il settore del wedding che ieri è sceso in piazza della Bocca della Verità a Roma per protestare pacificamente. Una sola richiesta: “dateci una data certa”. In giornata i rappresentanti dei lavoratori del comparto avevano incontrato diversi esponenti politici, ma nonostante il sostegno da parte di maggioranza e opposizione si sono scontrati ancora una volta con il parere del Cts, che sebbene abbia letto le linee guida inviate dalla Conferenza delle regioni per una ripartenza in sicurezza non le ha approvate.

Ecco alcune testimonianze dei rappresentanti del settore dei matrimoni raccolte alla manifestazione. Francesco Insardà, segretario di Filiera Eventi Unita (FEU), l’associazione nata durante la pandemia per dare voce a tutti i professionisti del comparto, alla nostra domanda del perché non ci sia una risposta certa da parte del governo a seguito delle linee guida inviate ci ha detto che è quello che anche loro stanno ancora cercando di capire.

“Questa è la seconda manifestazione in una settimana – dice Insardà – stiamo usando tutti i mezzi a nostra disposizione per interloquire con le istituzioni e i diversi partiti politici, sia di maggioranza che di opposizione, perché come è noto ci troviamo in una difficoltà oggettiva, non soggettiva”.

“A differenza di tanti settori che muovono l’economia, noi non abbiamo una data pur avendo presentato protocolli e indicazioni che sono state valutate, peraltro, valide. Ma nonostante tutto – continua il segretario di FEU – ci troviamo ancora in questa condizione, con alle porte l’inizio della stagione dei matrimoni. Stiamo ricevendo cancellazioni perché non essendoci certezze si sta bruciando anche questo breve periodo di stagione estiva. Siamo veramente al collasso. Serve una data. Servono certezze. Ormai non c’è più tempo”.

Sconcerto da parte di Insardà e anche dei suoi colleghi per la discriminazione subita dato che tutti loro sostengono di poter garantire la tracciabilità di tutti gli ospiti che partecipano, “se parliamo di sicurezza, noi la possiamo certificare perché fa parte della nostra professionalità”.

Ci sono forze politiche che si oppongono particolarmente al vostro settore?

“È un tavolo da ping pong tra forze politiche e Cts. Nelle ultime ore – dichiara Insardà – visto la sensibilità che stiamo richiamando e richiedendo, sembra che qualche spiraglio ci sia, ma non c’è nessuna certezza. Speriamo di non fare la fine del settore della montagna, che dopo essersi preparato per la riapertura è stato improvvisamente bloccato”.

Anche Stefania Vismara, presidente di Insieme per il wedding, che nella mattinata aveva incontrato la ministra Gelmini non sa come mai non viene fornita una data al loro settore: “Purtroppo non ci è stato risposto in questo senso, anche noi abbiamo chiesto per quale motivo e non c’è un motivo. Sicuramente la cerimonia viene vista come una vicinanza di baci, abbracci, ma così non è se le cose vengono gestite con un protocollo serio, che nell’ultimo caso [le linee guida del 28 aprile, ndr] non è stato approvato dal Cts. Di conseguenza, ci avevano detto che, solo attraverso una protesta pacifica, potevamo far ascoltare la nostra voce”.

Vismara ci dice che non riesce a capacitarsi della posizione del Cts. “Come è possibile che mi lascino fare un volo con tampone rapido ma non posso fare un matrimonio all’aperto? Non c’è logica”.

Continua a ripetere questo: “A livello parlamentare tutti i deputati di diverse forze politiche ci hanno detto di essere con noi, ma il blocco è dato dal governo e dal Cts che purtroppo non ragiona con una logica. Mi spiego, il Cts dice ‘liberiamo gli stadi, liberiamo le fiere’, e quindi liberiamo anche i matrimoni? No, e quindi non c’è una logica. Ed è questo che ci lascia sconcertati”.

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