Sciopero Rai indetto da Usigrai, il principale sindacato dei giornalisti della tv pubblica. Unirai, il nuovo sindacato di destra, non aderisce. Tg1, Tg2 e Gr1 vanno in onda
“La sua forza effettiva si valuterà solo oggi, con la conta di chi è andato in redazione e chi è rimasto a casa”. A proferire queste parole è stato Mauro Mazza, ex direttore di Rai1 e del Tg2 in un’intervista al Giornale. A chi e a cosa si riferiva? Mazza faceva riferimento a Unirai, il sindacato Rai di destra nato da pochi mesi, a dicembre 2023, che si è opposto allo sciopero proclamato dall’Usigrai, il principale sindacato dei giornalisti della tv pubblica, per protestare contro le scelte aziendali sul fronte della gestione del personale e per rivendicare la propria autonomia e libertà di fronte ai “tentativi di censura”.
Una decisione che ha innescato un duro scontro con l’azienda. A inasprire il confronto sono stati i video diffusi sulle reti Rai con le ragioni della protesta e la replica di Viale Mazzini che ha accusato la controparte di diffondere “fake news”, facendo così insorgere non solo la stessa Usigrai, ma anche l’opposizione.
UNIRAI NON ADERISCE ALLO SCIOPERO
Gli iscritti a Unirai avevano già affermato che non avrebbero aderito allo sciopero. “Andremo a lavorare insieme ad altri 16 mila dipendenti di questa grande azienda – affermavano – che va rilanciata e non infangata ogni giorno dopo averla lottizzata, in maniera abusiva, per decenni. È caduto il muro di Berlino, figuriamoci se non può cadere il monopolio dentro la Rai”.
LE PAROLE DI MAURO MAZZA
“Alla Rai sta capitando qualcosa di nuovo, inedito – ha poi puntualizzato Mazza al Giornale – che solo nelle prossime ore potremo pesare con precisione: la nascita a fine 2023 di un nuovo sindacato, Unirai, che oggi invita ad andare a lavorare. Un sindacato che rispecchia anche nel mondo dell’informazione le scelte e le ragioni della maggioranza degli italiani. Le elezioni negli ultimi anni hanno premiato sempre il centrodestra, ma alla Rai i giornalisti stanno in gran parte a sinistra e sono in sintonia con l’opposizione. L’Unirai rompe questo monopolio, ma la sua forza effettiva si valuterà solo oggi, con la conta di chi è andato in redazione e chi è rimasto a casa”.
TG1, TG2 E GR1 VANNO IN ONDA NONOSTANTE SCIOPERO. UNIRAI: “E’ CADUTO IL MURO, ACCETTARE IL PLURALISMO”
I dati sembrano dare ragione a Unirai. Nonostante lo sciopero proclamato dall’Usigrai, il Tg2 delle ore 13, il Tg1 delle 13.30 e il Gr1 delle 13 sono andati ugualmente in onda. Servizi firmati e collegamenti, notizie sui principali argomenti del giorno. In coda alle edizioni di entrambi i Tg e del Gr1, i conduttori hanno letto il comunicato dell’Usigrai, con i motivi della protesta, e il testo della replica dell’azienda. Il Tg3 invece oggi, aderendo allo sciopero, non è andato in onda e Rainews24 trasmette per l’intera giornata servizi che, come si legge in sovrimpressione, sono stati registrati prima dello sciopero.
“Oggi – ha ribadito il sindacato Unirai in una nota – è caduto un muro. È la fine del monopolio anche se qualcuno ancora fatica ad accettare la nuova realtà fatta di pluralismo anche sindacale. Oggi è una giornata storica per la Rai. Chi pretendeva di imporre la sua visione alla totalità dei giornalisti Rai è stato sonoramente sconfitto. Impari la lezione di democrazia. Si dia una calmata ed eviti di continuare a coprirsi di ridicolo. C’è chi sta passando la giornata a cercare di intralciare il lavoro di chi legittimamente non ha scioperato”.
CHI C’E’ NEL SINDACATO UNIRAI
Il segretario di Unirai è Francesco Palese; come vicesegretari Elisabetta Abbate e Sara Verta; ai vertici ci sono inoltre Giorgio Demetrio, Maurizio Colantoni, Sergio De Nicola, Stefano Fumagalli, Antonella Gurrieri, Pilar Ottoz.
Nelle scorse settimane Unirai ha ottenuto dall’azienda il riconoscimento formale come sindacato significativamente rappresentativo dei giornalisti Rai. Il protocollo di relazioni industriali e sindacali è stato firmato tra l’azienda, rappresentata dall’amministratore delegato Roberto Sergio e dal direttore generale Giampaolo Rossi, e la nuova sigla, dipartimento autonomo della Figec Cisal. I sindacati della categoria riconosciuti a viale Mazzini oggi quindi sono due.
REPUBBLICA CONTRO UNIRAI
Se il Corriere della Sera e il Messaggero oggi trattavano il tema con dei trafiletti, Repubblica ha dato grande enfasi alla protesta attaccando ‘l’operazione Unirai, il cavallo di Troia che la destra usa per pilotare le news’. Giovanna Vitale scriveva che “Gian Marco Chiocci (direttore del Tg1, ndr), vuole a tutti costi trasmettere il telegiornale, anche in formato ridotto. E lo stesso potrebbe avvenire al Tg2, se solo il direttore Antonio Preziosi si persuadesse a strappare.
D’altra parte – proseguiva – sono in maggioranza colonnelli gli iscritti a Unirai. Oltre alla vicedirettrice della testata ammiraglia, fedelissima del dg Rossi, negli elenchi del sindacato di destra compaiono le altre tre vicedirettrici, Vanya Cardone, Grazia Graziadei e Maria Rita Grieco; il caporedattore Angelo Polimeno; i vice Gianni Maritati e Susanna Lemma (moglie di Preziosi); le caposervizio Sonia Sanno e Cecilia Primerano, le conduttrici Barbara Capponi e Laura Chimenti. Per il notiziario cadetto, i vicedirettori Antonio Samengo, Fabrizio Frullani ed Elisabetta Migliorelli; i caporedattori Anna Mazzone, Adriano Monti Buzzetti e Adriano Farné; la vice Federica Corsini (moglie del ministro Sangiuliano); la conduttrice Manuela Moreno. Ma, a sorpresa, avrebbe dato la sua adesione pure Massimo D’Amore, il vicedirettore del Tg2 sponsorizzato dal Pd. E Roberto Gueli, che il M5S ha voluto come terzo condirettore alla TgR. A riprova che il salto sul carro in viale Mazzini resta lo sport più praticato”.
Basteranno per mandare in onda i telegiornali? Si chiedeva Repubblica. Sembra di sì. Il nuovo sindacato Unirai ha ora un suo peso e un suo valore.