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Quelle strane parole di Conte su Draghi

Draghi

I Graffi di Damato su quel curioso segreto dei rapporti personali fra Conte e Draghi

Della lunga intervista di Giuseppe Conte al Giornale di domenica scorsa hanno fatto rumore le parti riguardanti l’apprezzamento dell’opposizione “costruttiva“ del partito di Silvio Berlusconi, diversamente dalle altre componenti del centrodestra, e le aperture ad un cambiamento della maggioranza attuale implicite nell’impegno assunto dal presidente del Consiglio di proporsi lui stesso, evidentemente al presidente della Repubblica, per “soluzioni” diverse se le difficoltà dovessero aumentare in questo momento così difficile per il Paese e il governo rivelarsi non abbastanza “forte e determinato”.  “In stato confusionale”, lo ha vistosamente bollato oggi Libero. Si andrebbe insomma al Conte ter scappato di bocca come una battuta al portavoce del presidente del Consiglio ancor prima che scoppiasse l’emergenza da coronavirus.

CONTE HA LIQUIDATO L’IPOTESI DI UNA SUCCESSIONE DRAGHI

È curiosamente passata inosservata invece la parte di quell’intervista in cui Conte ha liquidato l’ipotesi di una successione Draghi, pur essendogli stata cortesemente prospettata dagli intervistatori con questa domanda: “In una fase critica come quella che stiamo vivendo, e soprattutto quella che dovremo vivere nei prossimi mesi, non pensa possa essere una  buona idea coinvolgere in qualunque forma una personalità come Mario Draghi, certamente l’italiano con più autorevolezza nel mondo”? La discrezione del quesito non deve essere sfuggita al presidente del Consiglio, vista la decisione con la quale qualche giorno prima, per esempio, l’ipotesi di Draghi a Palazzo Chigi era stata avanzata esplicitamente dal senatore della maggioranza ed ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, per non parlare delle precedenti aperture della Lega con dichiarazioni di Matteo Salvini e di Giancarlo Giorgetti.

“Draghi — ha risposto Conte — è persona di grande autorevolezza e di elevata professionalità. Se il riserbo dei nostri rapporti non  mi facesse velo, io stesso potrei rivelare un episodio che testimonia la grandissima stima che ho per lui. Ma proprio per questo non è persona che si lascia tirare per la giacchetta in polemiche che nascono in modo palesemente strumentale e sono frutto di manovre politiche estemporanee”.

Con tutto il rispetto per il “riserbo” invocato dal presidente del Consiglio parlando dei suoi “rapporti personali” col convitato di pietra, diciamo così, di quel passaggio dell’intervista, sarebbe stato e sarebbe tuttora il caso di chiedergli qualcosa di più sulla certezza praticamente  dimostrata di una indisponibilità -o qualcosa di simile- dell’ex presidente della Banca Centrale Europea alle presunte “manovre politiche estemporanee”. Così il presidente del Consiglio — ripeto — ha ritenuto di liquidare le proposte levatesi non certo da avventori di bar, peraltro ancora chiusi per l’emergenza, o frequentatori di taxi per un nuovo governo, anzi governissimo, guidato da una personalità di così indiscusso valore come Draghi.

IL PARERE DI CAZZULLO

Comunque, anche dopo l’intervista di Conte al Giornale non un cronistucolo di passaggio ma un editorialista del Corriere della Sera come Aldo Cazzullo, intervistato dal direttore di Libero Pietro Senaldi, è tornato  a dire, testualmente: “Noi non siamo considerati affidabili né come popolo né come leader. Forse Draghi sarebbe l’unico a poter chiedere all’Europa di fidarsi dell’Italia e a venire creduto”. Gli è andato appresso Emilio Giannelli attribuendo perfidamente nella sua vignetta sul Corriere a Conte il dubbio che sia davvero “essenziale” il suo governo.

 

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