skip to Main Content

Rai, sulle nomine i dirigenti della TV di Stato vogliono dire la loro

Cda Rai Proposte NOMINE Rai Direttori Carlo Fuortes Igor De Biasio Rai Collaboratori Esterni Usigrai

La partita sulle nomine RAI si fa complessa, soprattutto per i partiti, che rischiano di essere tagliati fuori. E i dirigenti ne approfittano: “il Servizio Pubblico Radiotelevisivo ha urgente necessità di riprogettarsi a lungo termine evitando l’ennesima visione miope di corto respiro”

“Il rinvio dell’assemblea degli azionisti al 12 luglio – dicono dall’Associazione dirigenti dell’emittente di Stato – pone la Rai in una posizione di estrema e ingiustificata difficoltà. Nonostante le critiche e le continue strumentalizzazioni, la Rai rimane la prima impresa culturale italiana, tra le prime in Europa e il primo broadcaster al mondo per quota di mercato nazionale, l’ultimo baluardo per l’industria italiana dei media e dell’audiovisivo in un contesto sommerso da operatori e interessi sovranazionali”.

“Dalla Rai – si sottolinea – dipendono direttamene 20 mila famiglie tra dipendenti e collaboratori, ma molte di più sono quelle che fanno capo all’indotto costituito da migliaia di imprese. La tv muove investimenti fondamentali per l’industria dell’audiovisivo. Basta sfogliare il Contratto di Servizio con decine di obblighi, ai quali la Rai è giustamente sottoposta, per comprendere il ruolo che la società riveste per il Paese e per i cittadini. Si tratta di un’attività produttiva, culturale e industriale che l’azienda porta avanti grazie ai suoi dirigenti, giornalisti, ai suoi dipendenti e a tutte le sue maestranze. Il capitale umano della Rai è una risorsa fondamentale che ha sempre salvato e protetto l’azienda nei momenti di difficoltà in cui, suo malgrado, si è trovata a operare superando i tantissimi vuoti di potere determinati dai momenti di transizione, come quello attuale, con estenuanti liturgie per l’attesa delle nomine dei consigli di amministrazione e dei vari vertici da parte dei governi”.

Leggi anche: TV & Poltrone | RAI, chi è Simona Agnes

Un documento, quello firmato da Luigi Meloni presidente dell’Associazione dirigenti Rai, particolarmente battagliero: “la nostra azienda merita una guida che abbia una profonda conoscenza di questi temi e quindi che sia in grado di affrontarli con urgenza, coraggio, competenza e consapevolezza. Che sappia operare in un contesto altamente competitivo rispettando le diverse anime e gli interessi dei diversi stake-holder in gioco, che non sia subalterna agli interessi della politica ma sia in grado di interloquire con essa da pari a pari”.

“Il risultato evidente – concludono i dirigenti della televisione pubblica – non è dato soltanto dalla mancata indipendenza della Rai ma anche dalle rinnovate difficoltà non solo economiche ma soprattutto strategiche ed editoriali. La Rai non ha quasi mai avuto vertici interni (se non per brevi periodi e dettati dall’uscita anticipata del capoazienda di turno) e una delle motivazioni paradossali è che non si scelgano manager interni perché … politicizzati!”, fanno notare con fermezza i manager della tv di Stato che “deve avere un vertice che sappia guidare l’azienda verso le nuove sfide industriali ed editoriali realizzando gli obiettivi di sistema definiti nel Contratto di Servizio”.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top