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Richiesta candidature per un posto al Comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa

Comitato Europeo Per La Prevenzione Della Tortura

Sono richieste competenze linguistiche in almeno una delle lingue ufficiali del CdE. La lista di candidature italiane sarà esaminata dalla Commissione giuridica dell’Assemblea CdE che farà una relazione al Bureau dell’Assemblea, incaricato dell’approvazione. Tale lista sarà poi trasmessa al Comitato dei Ministri del CdE per la scelta definitiva del componente italiano del Comitato europeo per la prevenzione della tortura

Il mandato del componente italiano del Comitato europeo per la prevenzione della tortura giungerà a scadenza a dicembre 2019. La Delegazione italiana è chiamata a formulare una terna di candidature da trasmettere all’Assemblea CdE, dalla quale verrà eletto, da parte del comitato dei Ministri CdE, il nuovo componente italiano del Comitato europeo per la prevenzione della tortura. La scadenza per la formulazione delle candidature a Strasburgo è fissata, con termine ordinatorio, per marzo 2019. Come richiesto dalla Risoluzione 1540 (2007) dell’Assemblea CdE, per formulare la terna viene organizzata una richiesta pubblica di formulazione delle candidature da parte di persone che possiedano i requisiti appropriati.

La Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, istituita nel 1987 sulla base dall’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo1 , prevede un meccanismo non giudiziario, a carattere preventivo, per la protezione delle persone private di libertà, basato su un sistema di visite effettuate dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT)2 . I membri del CPT sono esperti indipendenti e imparziali provenienti da vari ambiti disciplinari: giuristi, medici, specialisti in questioni penitenziarie, o di polizia.

L’art. 4.2 della Convenzione chiede che siano “scelti tra persone di alta moralità, note per la loro competenza in materia di diritti dell’uomo o in possesso di esperienza professionale nei campi di applicazione della presente Convenzione”. L’art. 4.4 della Convenzione specifica che “i membri partecipano a titolo individuale, sono indipendenti ed imparziali nell’esercizio del loro mandato e si rendono disponibili in modo da svolgere le loro funzioni in maniera effettiva.”. Vengono eletti per un periodo di quattro anni dal Comitato dei Ministri, l’organo decisionale del Consiglio d’Europa e il loro mandato è rinnovabile per due volte. Ciascuno Stato contraente ha diritto ad un membro del CPT.

Sono inoltre richieste reali competenze linguistiche in almeno una delle lingue ufficiali del CdE (inglese e francese). La lista di candidature italiane sarà esaminata dalla Commissione giuridica dell’Assemblea CdE che farà una relazione al Bureau dell’Assemblea, incaricato dell’approvazione. Tale lista sarà poi trasmessa al Comitato dei Ministri del CdE per la scelta definitiva del componente italiano del Comitato europeo per la prevenzione della tortura. Per presentare la propria candidatura indirizzare una lettera di presentazione e un curriculum in inglese e francese (secondo il modello allegato) al seguente indirizzo email: ufficio.delegazioni@camera.it entro il 10 febbraio 2019. A partire da tale data, la Delegazione esaminerà le candidature pervenute e selezionerà quelle ritenute idonee. Nel mese di febbraio la Delegazione svolgerà le audizioni informali di coloro che abbiano presentato un idoneo CV, al fine di formulare la terna di candidature da trasmettere all’Assemblea del CdE.

Qui tutte le altre informazioni.

Cosa fa il Comitato europeo per la prevenzione della tortura

Il CPT prevede un sistema di visite nei luoghi di detenzione, per verificare le condizioni di trattamento delle persone private della libertà. Ha la facoltà di visitare carceri, centri di detenzione minorile, commissariati di polizia, centri di ritenzione per immigrati irregolari, istituti psichiatrici, strutture e istituzioni di ricovero a carattere sociale, ecc.

Nel corso delle visite le delegazioni del CPT si valgono del diritto di accesso illimitato ai luoghi di detenzione, all’interno dei quali possono spostarsi con assoluta libertà. Possono intrattenersi senza testimoni con le persone private della libertà e comunicare liberamente con chiunque possa essere in grado di fornire informazioni pertinenti.

Dopo ogni visita, il CPT invia un rapporto dettagliato al governo dello Stato interessato, contenente i risultati emersi nel corso della visita, nonché le raccomandazioni, i commenti e le eventuali richieste di informazioni complementari. Il CPT invita inoltre lo Stato a fornire una risposta dettagliata alle questioni sollevate nel rapporto. I rapporti e le risposte fornite costituiscono la base del dialogo permanente con gli Stati membri.

Il nome completo del CPT è “Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti” e pone in risalto i suoi due aspetti essenziali: anzitutto, che si tratta di un comitato a livello europeo e, in secondo luogo, che non intende limitarsi alla prevenzione della “tortura”, ma si propone di controllare tutte quelle situazioni che potrebbero equivalere a “pene o trattamenti inumani o degradanti”.

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