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Rimpasto o caduta del Governo? Cosa accade a Palazzo Chigi

Palazzo Chigi

Cosa sta succedendo a Palazzo Chigi? Quali i possibili scenari per il Paese?

Soffia sempre più forte il vento della crisi su Palazzo Chigi dopo il voto sulla mozione Pd sulla Tav che ha di fatto visto schierati Lega e Movimento Cinque Stelle su due fronti opposti. Ieri sera le parole di Matteo Salvini a Sabaudia – “Qualcosa si è rotto, o si cambia in fretta o meglio le elezioni” – non devono aver fatto riposare bene l’alleato Luigi Di Maio che stamani ha fatto sapere di aver annullato tutti gli appuntamenti in agenda. Tranquillo non è neppure il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha rinviato a data da destinarsi la prevista conferenza stampa di stamattina.

In tutto questo vanno tenute d’occhio alcune scadenze: il 26 agosto è il termine ultimo per la presentazione delle candidature a commissario Ue; il 27 settembre è prevista la presentazione della nota di aggiornamento del Def con le previsioni per i conti pubblici 2020; il 20 ottobre il governo deve depositare alle Camere la bozza della Legge di Bilancio per il prossimo anno che va poi approvata entro il 31 dicembre pena l’esercizio provvisorio. Inoltre, tra novembre e dicembre sono chiamati alle urne – ma la data ancora non è stata fissata – gli abitanti di Emilia-Romagna, Umbria e Calabria.

Ma quali sono i possibili scenari che attendono la politica italiana, e soprattutto il Paese?

RIMPASTO

È questa una possibilità abbastanza forte che pare sia stata avanzata da Salvini durante il colloquio “cordiale” di ieri pomeriggio con Conte durante il quale ha rimarcato pure di non essere interessato alle poltrone. Da rilevare che invece, durante il comizio nella località balneare pontina – qualche ora dopo -, il numero uno della Lega ha sottolineato: “Non mi interessano rimpastini o rimpastoni”.

Nel mirino del vicepresidente del Consiglio c’è sicuramente il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli, contrario alla Tav, cui Salvini più d’una volta ha rivolto parole aspre. La sua sostituzione – se si vuole andare avanti con l’attuale esecutivo – diventa scontata tanto più che il suo dicastero dovrebbe gestire i lavori per l’Alta velocità in Val di Susa. Nel frattempo nella sede di Porta Pia, secondo quanto risulta a Policy Maker, c’è un clima di “serena attesa” per quello che accadrà.

Non pochi però sono stati gli scontri del leader del Carroccio anche con il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, e con la responsabile della Difesa, Elisabetta Trenta. Dunque anche la loro posizione – seppur meno traballante di quella di Toninelli – non è poi tanto salda.

CADE GOVERNO, ELEZIONI A OTTOBRE

Nel caso in cui invece la situazione dovesse precipitare e le Camere venissero sciolte entro agosto allora si potrebbe votare a ottobre, non prima visto che devono trascorrere minimo 45 giorni e non oltre 70: le date più probabili dovrebbero essere domenica 13 o domenica 20.

Ma se Conte salisse al Colle per rimettere il mandato non è detto che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non possa decidere di rinviarlo alle Camere per un loro pronunciamento o avviare le consultazioni per cercare nuovi equilibri in Parlamento. Insomma, prima dello scioglimento di Camera e Senato, si potrebbero fare altri tentativi per scongiurare le elezioni anticipate.

IL PROBLEMA MANOVRA

Nel frattempo all’orizzonte si staglia, minacciosa, l’ombra della Legge di Bilancio che va presentata e approvata entro il 31 dicembre prossimo altrimenti si va in esercizio provvisorio e inoltre a quel punto nessuno potrebbe salvare il Paese dall’aumento dell’Iva che è salito a 23 miliardi di euro. L’esercizio provvisorio peraltro comporta che non si possa spendere più di un dodicesimo di quanto speso l’anno precedente.

Di sicuro, con un nuovo governo frutto di elezioni a ottobre sarebbe molto difficile varare una Legge di Bilancio entro l’anno visto che le nuove Camere non potrebbero essere convocate prima di dicembre. Legge di Bilancio, va ricordato, che è fondamentale anche per i rapporti con l’Unione europea visto il nostro alto debito pubblico che preoccupa – e non poco – Bruxelles.

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