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Ristoratori: “Dopo 2 mesi di lockdown non si chiuda più, si vaccini”

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Il numero 1 di Fipe, l’associazione che riunisce baristi e ristoratori: “Se 4 milioni di over 50, scelgono ancora di non vaccinarsi, il peso di questa scelta non può gravare sulle spalle delle attività economiche già provate da una lunghissima crisi”

La campagna vaccinale deve accelerare per evitare chiusure e restrizioni che graverebbero nuovamente sugli imprenditori. Lo chiede la Fipe, che rappresenta i pubblici esercizi: “dopo 18 mesi di pandemia, 2 mesi di lockdown totale, nove mesi di campagna vaccinale e un lunghissimo periodo di limitazioni alle attività in diversi comparti (alcuni dei quali, come le discoteche, non ancora operativi), sarebbe incomprensibile e irragionevole, nel caso del probabile peggioramento del quadro sanitario, riportare indietro le lancette dell’orologio, riproponendo le solite limitazioni alle solite imprese, in primis proprio ai pubblici esercizi” si legge in una nota della Federazione pubblici esercizi.

Per il presidente, Lino Stoppani “oggi se tanti cittadini, tra cui 4 milioni di over 50, scelgono ancora di non vaccinarsi, il peso di questa scelta non può gravare sulle spalle delle attività economiche già provate da una lunghissima crisi”. “Si parla oggi di obbligatorietà, estensione del green pass, nuovi provvedimenti: noi diciamo- ha affermato Stoppani – che servono scelte rapide, coraggiose ed eque; rapide perché i rischi sanitari permangono, coraggiose, perché il green pass sia esteso anche ad altri ambiti, ed eque perché non devono impattare su chi, persone e imprese, ha già responsabilmente fatto la propria parte”.

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