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Chi vuole e chi no Rita Bernardini come Garante dei diritti dei detenuti?

rita Bernardini nuova garante dei diritti dei detenuti?

Secondo Repubblica “in via Arenula le contestano delle vecchie condanne penali”, per FdI la figura ideale come prossimo Garante dei detenuti “sarebbe Felice Maurizio D’Ettore, ex deputato forzista passato per Coraggio Italia”

Tra i tanti casi aperti dentro la maggioranza di governo (con critiche e dibattiti anche da/verso l’opposizione) c’è anche il caso Rita Bernardini.

CHI SARA’ IL PROSSIMO GARANTE DEI DETENUTI?

Secondo la legge, il mandato del Garante dei diritti dei detenuti dura cinque anni senza possibilità di rielezione. E allora, scaduto il quinquennio di Mauro Palma (e delle altre due componenti del collegio Emilia Rossi e Daniela De Robert), c’è in ballo la sua successione.

Proprio Rita Bernardini, numero uno di Nessuno tocchi Caino (vedi sotto il profilo) è il nome sul quale la logica dei più affini alle questioni del carcere convertono da tempo. Eppure, la nomina è politica e stanno facendo discutere le divisioni nel governo.

LA POSIZIONE DEL GOVERNO E DI NORDIO

La Repubblica ha anticipato le probabili scelte sulle quali sta ragionando il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Vale a dire: “Felice Maurizio D’Ettore, ex deputato forzista passato per Coraggio Italia e approdato in corner a FdI giusto prima delle politiche. Ordinario di diritto privato a Firenze”, che come notato dal Fatto Quotidiano “a differenza di Palma, non risulta avere esperienza specifica nel dibattito sulle carceri”.

Insieme a D’Ettore ecco il “civilista palermitano Mario Serio, professore di diritto privato comparato, ex laico del Csm per Forza Italia nel quadriennio 1998-2002” e a “Carmine Antonio Esposito, ex presidente del tribunale di sorveglianza di Perugia e poi di Napoli, dove lo troviamo come consigliere comunale a Brusciano nelle file dei meloniani”.

Ma per il quotidiano diretto da Maurizio Molinari la questione anagrafica potrebbe sere un problema: “Età avanzata la sua, siamo sugli ottant’anni, che potrebbe essere un problema visto il lavoro “sul campo” del Garante”.

I VETI DALL’ALTO SU BERNARDINI?

In attesa del CdM che dovrà sciogliere ogni nodo, c’è anche una questione “quote rosa” per l’organo. Perché dalle due donne (vedi sopra) che affiancano attualmente Mauro Palma si passerebbe a un trittico esclusivamente maschile.

Inoltre, secondo le voci raccontate anche da Rep, inizialmente il ministro Nordio puntava su Rita Bernardini. Al centro del cambio di direzione, allora, ci sarebbero le vecchie critiche di Bernardini all’attuale segretario generale della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti, nonché alcune condanne penali che gridano incompatibilità.

CHI VUOLE RITA BERNARDINI NUOVA GARANTE

Sulla successione di Mauro Palma, ha raccontato Angela Stella su L’Unità, “la questione, quanto mai importante e delicata, sarebbe gestita in prima persona dal capo di Gabinetto del Ministro Nordio, Alberto Rizzo”.

Proprio il quotidiano diretto da Piero Sansonetti è in prima fila nel sostenere la candidatura dell’attuale numero uno di Nessuno tocchi Caino.

“In tutti questi anni, Rita è stata già di fatto una Garante dei detenuti, avendo girato e girando in lungo e in largo per le carceri d’Italia, letteralmente incarnando quell’opera cristiana di misericordia corporale del “visitare i carcerati”, caricandosi delle criticità e disagi non solo dei detenuti ma anche della comunità dei c.d. “detenenti”, la polizia e tutti gli altri operatori penitenziari”, ha scritto il quotidiano in un editoriale. E che oggi titola in prima pagina proprio sul nient della destra verso Bernardini perché “troppo liberale e disobbediente”.

“Certo, è antiproibizionista, certo è anti-clericale, certo è antifascista quanto anticomunista, ma il mandato di chi deve “garantire i diritti” è quello di guardare prima in faccia la realtà e poi il potere”, ha scritto sull’Huffington Post Marco Perduca difendendo la causa di Bernardini. Causa ribadita anche lunedì in un altro articolo sul quotidiano online diretto da Mattia Feltri dove si legge che “Nordio non solo cancellerebbe le donne, chissà cosa ne pensano i paladini della lotta alla cancel culture a lui vicini, ma annullerebbe anche la prassi per cui gli orientamenti politici di chi fa parte di un organo di garanzia siano più o meno rappresentati – tutti e tre i candidati di oggi guardano a destra”.

CHI E’ RITA BERNARDINI

Rita Bernardini è l’attuale presidente dell’associazione Nessuno tocchi Caino. Che si definisce come “lega internazionale di cittadini e di parlamentari per l’abolizione della pena di morte nel mondo. E’ un’associazione senza fine di lucro fondata a Bruxelles nel 1993, riconosciuta nel 2005 dal Ministero degli Esteri italiano come ONG abilitata alla cooperazione allo sviluppo”.

In linea con l’operato e la figura di Marco Pannella, Bernardini è una radicale attiva sul fronte dei diritti. Opera in questo contesto dal 1975, l’anno successivo dà vita al Fronte Radicale Invalidi e avvia azioni di disobbedienza civile in risposta al divieto di scendere in piazza imposto da Cossiga.

Nel 2002 fonda l’associazione Luca Coscioni, poi guidata da Marco Cappato (che oggi ne è il tesoriere); è stata deputata del Pd nel 2008.

CHE COSA FA IL GARANTE DEI DETENUTI

La figura del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale è stata istituita nel 2014 tramite conversione in legge (21.2, numero 10) dell’articolo 7 del decreto legge 23 dicembre 2013, n. 146.

Si tratta di una autorità indipendente che opera anche in qualità di Meccanismo nazionale di prevenzione della tortura (National Preventive Mechanism – Npm) nell’ambito del Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura (Opcat). E che ricalca l’operato del Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d’Europa e del Sottocomitato per la prevenzione della tortura (Spt) delle Nazioni Unite. E’ composto da un collegio con presidente e due componenti indipendenti.

E’ il Consiglio dei Ministri a sceglierli e l’organismo nazionale monitora anche i rimpatri forzati normati dalla Direttiva Ue 115 del 2008.

Come si legge sul sito del ministero di via Arenula (Giustizia) ecco le aree di intervento del Garante nazionale:

– l’area penale (Istituti penitenziari per adulti e minori, Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza – Rems, Comunità)

– l’area delle Forze di Polizia (camere di sicurezza e qualsiasi locale adibito alle esigenze restrittive in uso a Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia locale)

– l’area delle persone migranti (Centri di permanenza per i rimpatri, hotspot, locali ‘idonei’ e di frontiera per il trattenimento delle persone migranti)

– l’area sanitaria (Servizi psichiatrici di diagnosi e cura, Residenze sanitarie assistenziali per persone anziane o con disabilità)

– a queste quattro aree se ne è aggiunta una quinta relativa ai luoghi formali di quarantena (tra cui i c.d. Hotel Covid 19).

Al centro dell’attività del Garante nazionale sono le visite ai luoghi di privazione della libertà, visite che si fondano su tre poteri che il Legislatore ha assegnato all’Autorità:

– l’accesso ai luoghi senza autorizzazione

– l’accesso a colloqui riservati con le persone

– l’accesso a tutta la documentazione

Per maggior facilità di accesso all’organo, esistono ramificazioni regionali, provinciali e comunali del Garante.

 

 

– Leggi anche: Marco Cappato correrà alle suppletive di Monza?

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