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Teatro San Carlo, Lissner parla già da nuovo (vecchio) sovrintendente. E Fuortes?
Reintegrato alla Sovrintendenza del teatro di Napoli, oggi al Corriere della Sera Stéphane Lissner ha detto: “Il mio contratto dura fino al 2025 ed è stato interrotto non per mia responsabilità”
Carlo Fuortes sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli rischia di durare appena un paio di mesi. Nominato in estate dopo la decadenza dal ruolo del suo predecessore, l’ad della Rai è entrato formalmente in carica a settembre ma Stéphane Lissner va verso il reintegro.
LISSNER TORNA AL SAN CARLO
“Faccio il sovrintendente e ho il mio lavoro da svolgere. Oggi ho un importante incontro con i sindacati per l’accordo sugli aumenti nelle retribuzioni. Il mio contratto dura fino al 2025 ed è stato interrotto non per mia responsabilità, ora sto già pensando alle programmazioni future”, dice oggi al Corriere della Sera.
Dopo il decreto governativo che fissava a 70 il limite d’età per la direzione artistica, è partito il ricorso contro il pensionamento anticipato rispetto al contratto. Passata l’estate, il 15 settembre un nuovo decreto ministeriale ha provveduto a formalizzare il reintegro di Lissner. “Prendo atto dell’ordinanza emessa dal Tribunale di Napoli in via cautelare”, aveva detto il presidente della Fondazione San Carlo e sindaco del capoluogo campano Gaetano Manfredi. “Il governo accetta quanto deciso dalla magistratura”, aveva sentenziato anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, firmando un nuovo decreto il 15 settembre che ripristinava Lissner dopo l’ordinanza di quattro giorni prima del giudice del Lavoro di Napoli.
Sempre sul primo giornale nazionale, il nuovo-vecchio sovrintendente dice di non aver sentito l’ex ad della Rai. “Me ne dispiaccio. Sono triste per il tono, è una sorta di presa in giro del teatro, ma spero che adesso si potrà ritrovare l’equilibrio”, dice sull’articolo del New York Times sul caso San Carlo.
IL FUTURO DI CARLO FUORTES?
Secondo il quotidiano torinese La Stampa, edizione del 13 settembre scorso, il pasticcio del governo sul teatro di Napoli può essere risolto addirittura con una coabitazione tra Lissner e Fuortes. “Difficile che la Fondazione del teatro accetti: mantenendo due stipendi da oltre 200 mila euro rischierebbe un’accusa di danno erariale da parte della Corte dei Conti”, aggiungeva.
Per ora, dentro Lissner e fuori Fuortes. In attesa del responso del ricorso del consiglio di indirizzo guidato sempre da Manfredi. Tra un mese circa la data dell’udienza.
CHE FARA’ LISSNER AL SAN CARLO
Lissner rientra con il contratto precedente, con orizzonte 2025. “Sono a Napoli già da tre anni, ho creato rapporti forti, specialmente con musicisti, orchestra, macchinisti”, dice oggi al Corriere. Programmi? “Il San Carlo ha bisogno di una direzione forte, che lo difenda. Ed è per questo che sono tornato”.
Nel 2020 annunciò i suoi programmi a Repubblica Napoli e il direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo D’Errico spiegò ai lettori il rifiuto di un colloquio con Lissner il giorno dopo quello con la testata “rivale”. “Napoli merita un sovrintendente che, a maggior ragione se straniero, rispetti il cerimoniale di un appuntamento istituzionale quale è il suo”, scriveva la testata del gruppo Rcs. Nel 2021 scoppiò la polemica per le tre serate cancellate di Riccardo Muti, sei anni prima ospite di una trasmissione a Parigi il sovrintendente fu coinvolto in un quiz e non riconobbe quattro arie su cinque fatte ascoltare a occhi chiusi. La nuova stagione del San Carlo è alle porte: ed “è totalmente mia”, ha detto Stéphane Lissner.