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Tra veleni e veline, perché si è dimesso il capo di gabinetto di Nordio

Gabinetto Nordio

Alberto Rizzo lascia l’incarico al Ministero. Il ruolo della vice capo di gabinetto di Nordio e i rumors sul successore

Il capo di Gabinetto del ministero della Giustizia, Alberto Rizzo, lascia il suo incarico dopo quasi un anno e mezzo, era stato nominato da Nordio a ottobre 2022. Tecnicamente le sue non vengono definite ‘dimissioni’: Rizzo – che era presidente del Tribunale di Vicenza – ha inviato al Csm la richiesta di rientro nel ruolo organico della magistratura. Ma i tempi del suo ricollocamento dipenderanno dal Consiglio superiore della magistratura. La sua richiesta, di cui prima si occuperà la terza commissione, sarà poi portata in uno dei prossimi plenum del Csm.

I MOTIVI PER CUI RIZZO LASCIA IL MINISTERO DI NORDIO

Al di là dei tecnicismi, è bene capire i motivi per cui Rizzo abbia deciso di lasciare. Una decisione che era già nell’aria, basti pensare che gli scatoloni erano materialmente già pronti e che – come riferiscono i giornali – ha presentato tre domande al Csm, per la presidenza dei tribunali di Modena e Firenze, nonché per la Corte d’Appello di Brescia.

Perché, quindi, questa decisione? Il tutto ruota intorno a un’altra figura, quella che Repubblica definisce “la ‘zarina’ di via Arenula, al secolo Giusi Bartolozzi”. Come ricostruisce in un retroscena Liana Milella “Rizzo s’è reso conto che nella vita e nella stanza di Nordio era un’altra la magistrata con assoluto potere, Giusi Bartolozzi. Quella che Nordio chiama “la mia ministra””.

Aggiunge il Domani: “A portare all’esasperazione il magistrato, stimato dai colleghi e dallo stesso ministro, è stato il ruolo sempre più debordante della vicecapo di gabinetto vicario, Giusi Bartolozzi, che nei mesi si è ritagliata il molo di eminenza grigia, ascoltatissima da Nordio e sempre pronta a mettere bocca in tutte le scelte. Nota, però, anche per le sue intemperanze caratteriali e la sua volontà accentratrice. Con il risultato di provocare dissapori al limite dello scontro, con fonti che raccontano di Rizzo asserragliato nel suo studio mentre il ministro veniva monopolizzato da Bartolozzi”. Di qui la decisione dell’ex presidente del tribunale di Vicenza: meglio lasciarsi alle spalle gli intrighi politici e tornare alla toga.

CHI E’ GIUSI BARTOLOZZI, LA ‘POTENTE’ VICE CAPO DI GABINETTO DI NORDIO

Bartolozzi, ex magistrata, palermitana e moglie dell’ex vice presidente della Regione siciliana Gaetano Armao, era deputata di Forza Italia nella scorsa legislatura, poi passata al gruppo misto. “Amica strettissima del Guardasigilli – scrive Repubblica -, sempre seduta nella sua stanza, a un’incollatura da lui nei momenti strategici, consigliera pure per i rapporti con la stampa, tant’è che controlla domande e risposte (…) Loquace assai la ‘zarina’ (…) Potente. Tant’è che ieri al Csm dicevano di lei che sarà di sicuro la nuova “capa” di gabinetto «perché già ora si comporta da padrona e detta legge nelle riunioni».

CHI PRENDERA’ IL POSTO DI RIZZO? BARTOLOZZI PROVA A BLINDARSI

Il vuoto lasciato da Rizzo non potrà rimanere tale a lungo. Scrive Giulia Merlo sul Domani: “Sul posto di capo di gabinetto sono puntati da tempo gli occhi di Bartolozzi che nei mesi scorsi — secondo fonti di maggioranza — avrebbe già tentato di togliere il “vice” dal nome del suo incarico. L’operazione, però, sarebbe fallita perché contro di lei sarebbe arrivato il veto del potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che si interessa molto da vicino di ciò che accade sia al Csm che a via Arenula”.

Dalle parti del Ministero “si aspettano ora una guerra aperta per la successione” e sembrerebbe che Bartolozzi, nella forma o nella sostanza, stia cercando di blindare il suo ruolo anche attraverso l’accentramento di tutta una serie di funzioni e deleghe.

MANTOVANO SEMBRA SPINGERE PER CLAUDIO GALOPPI COME NUOVO CAPO GABINETTO

La conclusione del Domani: “Se dipendesse da Nordio, spiegano fonti ministeriali, Bartolozzi avrebbe la quasi certezza di potersi spostare d’ufficio. Tuttavia la scelta non dipenderà solo dal ministro. Mantovano sarebbe deciso a suggerire un magistrato di esperienza, che possa stabilizzare un ufficio sull’orlo della crisi di nervi. Nella rosa, ci sarebbe anche il nome di Claudio Galoppi, attuale segretario di Magistratura indipendente (la stessa corrente di cui faceva parte Mantovano) e già consigliere giuridico dell’ex presidente del Senato, Elisabetta Casellati”.

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