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Tutti i Presidenti della Repubblica dal ’48 a oggi

Presidenti Della Repubblica

Chi erano i Presidenti della Repubblica che hanno preceduto Sergio Mattarella: fatti, curiosità, avvenimenti che compongono la storia del nostro Paese

Dal 1948 a oggi, l’Italia ha avuto 12 Presidenti della Repubblica e, a partire da domani, si avvierà l’iter per l’elezione del tredicesimo. Ecco allora una rapida rassegna degli inquilini che si sono succeduti al Quirinale, con notizie biografiche, documenti e immagini tratte direttamente dai siti istituzionali.

L’ELENCO DEI 12 PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA

12.Mattarella.jpg Sergio Mattarella (1941 – )

XII Presidente della Repubblica Italiana (2015 – in carica)

E’ nato a Palermo il 23 luglio 1941. Ha tre figli.

Laureato in Giurisprudenza nel 1964 all’Università “La Sapienza” di Roma con il massimo dei voti e la lode, discutendo una tesi su “La funzione di indirizzo politico”, è stato iscritto nell’albo degli avvocati del Foro di Palermo dal 1967.

Ha insegnato diritto parlamentare presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Palermo fino al 1983, anno in cui è stato collocato in aspettativa perché entrato a far parte della Camera dei Deputati.

La sua attività scientifica e le sue pubblicazioni hanno riguardato prevalentemente argomenti di diritto costituzionale (intervento della Regione siciliana nell’economia, bicameralismo, procedimento legislativo, attività ispettiva del Parlamento, indennità di espropriazione, evoluzione dell’amministrazione regionale siciliana, controlli sugli enti locali). Altre pubblicazioni hanno riguardato temi legati alla sua attività parlamentare e di governo. Ha svolto relazioni e interventi in convegni di studi giuridici e tenuto lezioni in corsi di master e di specializzazione in varie Università.

Il suo percorso politico ha origine all’interno del filone di impegno cattolico-sociale e riformatore. Eletto deputato per la Democrazia Cristiana nel 1983 nella circoscrizione della Sicilia occidentale, ha fatto parte della Camera dei Deputati sino al 2008.

In queste sette legislature ha fatto parte della Commissione Affari costituzionali, della Commissioni Affari esteri e del Comitato per la Legislazione, di cui è stato anche Presidente.

E’ stato componente, inoltre, della Commissione bicamerale per le Riforme istituzionali dell’XI legislatura, di cui è stato Vice Presidente, della Commissione bicamerale per le Riforme istituzionali della XIII legislatura, della Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo e le stragi, della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia. Nella XV legislatura è stato Presidente della Commissione Giurisdizionale della Camera dei Deputati.

Nella XIII legislatura è stato Presidente del Gruppo parlamentare dei Popolari e Democratici (dall’inizio della legislatura all’ottobre 1998).

Dal luglio del 1987 al luglio del 1989 è stato Ministro dei Rapporti con il Parlamento. Risalgono a quegli anni la riforma dell’ordinamento della Presidenza del Consiglio e l’abolizione della ordinarietà del voto segreto in Parlamento. Dal luglio del 1989 al luglio del 1990 è stato Ministro della Pubblica Istruzione. Sono di quel periodo la Conferenza nazionale della scuola (gennaio ’90) e la riforma degli ordinamenti della scuola elementare che, tra le innovazioni, introdusse il modulo dei tre maestri su due classi (legge n. 148 del 1990).

Dall’ottobre 1998 è stato Vice Presidente del Consiglio dei Ministri sino al dicembre 1999 quando è stato nominato Ministro della Difesa, incarico tenuto fino alle elezioni del giugno del 2001. Approvate in quegli anni la legge che ha abolito la leva militare obbligatoria e quella che ha reso l’Arma dei Carabinieri forza armata autonoma. In quella fase l’Italia ha sviluppato una intensa presenza nelle missioni di pace dispiegate per iniziative delle Nazioni Unite ed ha contribuito significativamente alle operazioni di interposizione e mantenimento della pace in Bosnia-Herzegovina, Kosovo e nella ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. L’avvio della Politica europea di sicurezza e difesa, in quella stagione, ha visto l’Italia tra i più convinti sostenitori, con l’avvio, tra l’altro, del primo corpo d’armata europeo.

Nelle elezioni politiche del 2008 non si è ricandidato e ha concluso la sua attività politica.

Nel maggio 2009 è stato eletto dal Parlamento componente del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa, di cui è stato Vice Presidente.

Il 5 ottobre 2011 è stato eletto Giudice Costituzionale dal Parlamento ed è entrato a far parte della Corte Costituzionale con il giuramento dell’11 ottobre 2011.

Il 31 gennaio 2015 è stato eletto dodicesimo Presidente della Repubblica.

11.Napolitano.jpg Giorgio Napolitano (1925 – )

XI Presidente della Repubblica Italiana (2006 – 2015)

Unico a essere eletto per un secondo mandato.

È nato a Napoli il 29 giugno 1925, sposato con Clio Bittoni, ha due figli, Giovanni e Giulio.

Si è laureato in giurisprudenza nel dicembre 1947 presso l’Università di Napoli con una tesi in economia politica. Nel 1945-46 è stato attivo nel movimento per i Consigli studenteschi di Facoltà e delegato al 1° Congresso nazionale universitario.

Fin dal 1942, a Napoli, iscrittosi all’Università, ha fatto parte di un gruppo di giovani antifascisti e ha aderito, nel 1945, al Partito Comunista Italiano, di cui è stato militante e poi dirigente fino alla costituzione del Partito Democratico della Sinistra. Dall’autunno del 1946 alla primavera del 1948 ha fatto parte della segreteria del Centro Economico Italiano per il Mezzogiorno presieduto dal sen. Paratore. Ha inoltre partecipato attivamente al Movimento per la Rinascita del Mezzogiorno fin dalla sua nascita (dicembre 1947) e per oltre 10 anni.

È stato eletto alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1953 e ne ha fatto parte – tranne che nella IV legislatura – fino al 1996, riconfermato sempre nella circoscrizione di Napoli.

La sua attività parlamentare si è svolta nella fase iniziale in seno alla Commissione Bilancio e Partecipazioni Statali, concentrandosi – anche nei dibattiti in Assemblea – sui problemi dello sviluppo del Mezzogiorno e sui temi della politica economica nazionale.

Nella VIII (dal 1981) e nella IX Legislatura (fino al 1986) è stato Presidente del Gruppo dei deputati comunisti.

Negli anni ’80 si è impegnato in particolare sui problemi della politica internazionale ed europea, sia nella Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, sia come membro (1984-92 e 1994-96) della delegazione italiana all’Assemblea dell’Atlantico del Nord, sia attraverso molteplici iniziative di carattere politico e culturale. Già a partire dagli anni ’70, ha svolto una vasta attività di conferenze e dibattiti all’estero: negli istituti di politica internazionale in Gran Bretagna e in Germania, presso numerose Università degli Stati Uniti (Harvard, Princeton, Yale, Chicago, Berkeley, SAIS e CSIS di Washington).

Dal 1989 al 1992 è stato membro del Parlamento europeo.

Nell’XI legislatura, il 3 giugno 1992, è stato eletto Presidente della Camera dei deputati, restando in carica fino alla conclusione della legislatura nell’aprile del 1994.

Nella XII legislatura ha fatto nuovamente parte della Commissione affari esteri ed è stato Presidente della Commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo.

Non più parlamentare, è stato Ministro dell’interno e per il coordinamento della protezione civile nel Governo Prodi, dal maggio 1996 all’ottobre 1998.

Dal 1995 al 2006 è stato Presidente del Consiglio Italiano del Movimento europeo.

Rieletto deputato europeo nel 1999, è stato, fino al 2004, Presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo.

Nel 2003 è stato nominato Presidente della Fondazione della Camera dei deputati dal Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini.

Il 23 settembre 2005 è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Il 10 maggio 2006 è stato eletto Presidente della Repubblica con 543 voti. Ha prestato giuramento il 15 maggio 2006.

Il 20 aprile 2013 è stato rieletto Presidente della Repubblica con 738 voti. Ha prestato giuramento il 22 aprile 2013.

Ha rassegnato le dimissioni il 14 gennaio 2015. È divenuto Senatore di diritto e a vita quale Presidente Emerito della Repubblica.

La sua dedizione alla causa della democrazia parlamentare e il suo contributo al riavvicinamento tra la sinistra italiana e il socialismo europeo, gli sono valsi il conferimento – nel 1997 ad Hannover – del premio internazionale Leibniz-Ring per l’impegno “di tutta una vita”. Egualmente, gli è stato conferito nel campo della “marcia verso la democrazia”, per l’apporto al rafforzamento dei valori e delle istituzioni democratiche in Italia e in Europa, il Premio Dan David 2010 a Tel Aviv.

Gli sono stati conferiti diversi riconoscimenti accademici honoris causa: la nomina a Professore Onorario dell’Università degli Studi di Trento (2008); le lauree dell’Università degli Studi di Bari (2004), dell’Università Complutense di Madrid (2007), dell’Università Ebraica di Gerusalemme (2008), dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” (2009), della Sorbona di Parigi (2010), dell’Università di Oxford (2011), della Alma Mater Studiorum di Bologna (2012).

Ha sviluppato un’intensa attività pubblicistica e editoriale. Ha collaborato alla rivista “Società” diretta da Ranuccio Bianchi Bandinelli e (dal 1954 al 1960) alla rivista “Cronache meridionali” con numerosi saggi su temi meridionalistici. Nel 1962 ha pubblicato il suo primo libro “Movimento operaio e industria di Stato”, con particolare riferimento alle elaborazioni di Pasquale Saraceno.

Nel 1975 ha pubblicato il libro “Intervista sul PCI” con Eric Hobsbawm, tradotto in oltre 10 paesi. Del 1979 è il libro “In mezzo al guado” riferito al periodo della solidarietà democratica (1976-79), durante il quale fu portavoce del PCI – e lo rappresentò nei rapporti con il governo Andreotti – sui temi dell’economia e del sindacato.

Il libro “Oltre i vecchi confini” del 1988 ha affrontato le problematiche emerse negli anni del disgelo tra Est e Ovest, durante la presidenza Reagan negli USA e la leadership di Gorbaciov nell’URSS.

Nel libro “Al di là del guado: la scelta riformista” sono raccolti gli interventi politici dal 1986 al 1990. Nel libro “Europa e America dopo l’89”, del 1992, sono raccolte le conferenze tenute negli Stati Uniti dopo la caduta del muro di Berlino e dei regimi comunisti in Europa centrale e orientale. Nel 1994 ha pubblicato il libro, in parte sotto forma di diario, “Dove va la Repubblica – Una transizione incompiuta” dedicato agli anni della XI legislatura, vissuta come Presidente della Camera dei Deputati.

Nel 2002, ha pubblicato il libro “Europa politica”, nel pieno del suo impegno come Presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo.

Il suo libro “Dal PCI al socialismo europeo: un’autobiografia politica” è uscito nel 2005.

Nel 2009 ha pubblicato “Il patto che ci lega”, raccolta di discorsi tenuti nella prima metà del mandato presidenziale.

Nel 2011 ha pubblicato “Una e indivisibile. Riflessioni sui 150 anni della nostra Italia”.

10.ciampi.jpg Carlo Azeglio Ciampi (1920 – 2016)

X Presidente della Repubblica Italiana (1999 – 2006)

Banchiere centrale e uomo politico, nato a Livorno il 9 dicembre 1920.

Ha conseguito la laurea in Lettere e il diploma della Scuola Normale di Pisa nel 1941, e la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Pisa nel 1946. In questo ultimo anno è stato assunto alla Banca d’Italia, dove ha inizialmente prestato servizio presso alcune filiali, svolgendo attività amministrativa e di ispezione ad aziende di credito.

Nel 1960 è stato chiamato all’amministrazione centrale della Banca d’Italia, presso il Servizio Studi, di cui ha assunto la direzione nel luglio 1970. Segretario generale della Banca d’Italia nel 1973, vice direttore generale nel 1976, direttore generale nel 1978, nell’ottobre 1979 è stato nominato Governatore della Banca d’Italia e presidente dell’Ufficio Italiano Cambi, funzioni che ha assolto fino al 28 aprile 1993. Dall’aprile 1993 al maggio 1994 è stato Presidente del Consiglio, presiedendo un governo chiamato a svolgere un compito di transizione.

Durante la XIII legislatura è stato Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, nel governo Prodi (dall’aprile 1996 all’ottobre 1998) e nel governo D’Alema (dall’ottobre 1998 al maggio 1999). Dal 1993 Governatore onorario della Banca d’Italia e dal 1996 membro del consiglio di amministrazione dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana.

Ha ricoperto numerosi incarichi di rilevanza internazionale, tra cui quelli di: presidente del Comitato dei governatori della Comunità europea e del Fondo europeo di cooperazione monetaria (nel 1982 e nel 1987); vice presidente della Banca dei regolamenti internazionali (dal 1994 al 1996); presidente del Gruppo Consultivo per la competitività in seno alla Commissione europea (dal 1995 al 1996); Presidente del comitato interinale del Fondo Monetario Internazionale (dall’ottobre 1998 al maggio 1999).

Dall’aprile 1993 al maggio 1994, Ciampi ha governato durante una fase di difficile transizione istituzionale ed economica. Il referendum elettorale e la congiuntura sfavorevole caratterizzata da un rallentamento della crescita economica richiedevano immediate risposte.

Il governo Ciampi ha garantito l’applicazione della nuova legge elettorale approvata dal Parlamento, attraverso il complesso lavoro per la determinazione dei collegi e delle circoscrizioni elettorali, e il passaggio da un Parlamento profondamente rinnovatosi tra la XI e la XII legislatura. Sul piano economico gli interventi più significativi sono stati rivolti a costituire il quadro istituzionale per la lotta all’inflazione, attraverso l’accordo governo-parti sociali del luglio del 1993, che segnatamente ha posto fine ad ogni meccanismo di indicizzazione ed ha individuato nel tasso di inflazione programmata il parametro di riferimento per i rinnovi contrattuali. Inoltre il governo Ciampi ha dato avvio alla privatizzazione di numerose imprese pubbliche, ampliando e puntualizzando il quadro di riferimento normativo e realizzando le prime operazioni di dismissione (tra cui quelle, nel settore bancario, del Credito italiano, della Banca commerciale italiana, dell’IMI).

Come Ministro del Tesoro e del Bilancio del governo Prodi e del governo D’Alema Ciampi ha dato un contributo determinante al raggiungimento dei parametri previsti dal Trattato di Maastricht, permettendo così la partecipazione dell’Italia alla moneta unica europea, sin dalla sua creazione.

Tra i provvedimenti più significativi di questo periodo si ricorda la manovra correttiva della politica di bilancio varata nel settembre del 1996 dal governo Prodi, che ha consentito un abbattimento di oltre 4 punti percentuali del rapporto indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni rispetto al prodotto interno lordo, il parametro di Maastricht di più arduo conseguimento per il nostro Paese.

Il 13 maggio del 1999 è stato eletto, in prima votazione, decimo Presidente della Repubblica Italiana.

Autore, oltre che di numerosi interventi e articoli, in particolare di:
– Considerazioni Finali del Governatore della Banca d’Italia dal 1979 al 1993;
– Sfida alla disoccupazione: promuovere la competitività europea (1996);
– Un metodo per governare (1996).

E’ deceduto il 16 settembre 2016.

09.SCALFARO.jpg Oscar Luigi Scalfaro (1918 – 2012)

IX Presidente della Repubblica Italiana (1992- 1999)

E’ nato a Novara il 9 settembre 1918.

Vedovo di Maria Inzitari dalla quale ha avuto una figlia Marianna.

Si laurea in Giurisprudenza nel 1941 ed è chiamato alle armi e assegnato al 38° Reggimento di Fanteria a Tortona.

Sottotenente di Commissariato in Sicilia è congedato, in quanto magistrato, nell’ottobre del 1942.

Presidente dell’Azione Cattolica della Diocesi di Novara e Delegato Regionale per il Piemonte.

Viene eletto Deputato all’Assemblea Costituente il 2 giugno 1946 nelle liste della Democrazia Cristiana risultando capolista della circoscrizione Torino-Novara-Vercelli.

E’ eletto Deputato al Parlamento in tutte le legislature dal 1948 al 1992.

Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1954 al 1955 (Governo Scelba) si adopera attivamente per il rientro di Trieste all’Italia, per l’accoglienza dei profughi giuliano-dalmati e per l’attuazione degli accordi De Gasperi-Gruber riguardanti l’Alto Adige.

Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia dal 1955 al 1958 (1° Governo Segni -Governo Zoli) promuove e porta all’approvazione la legge che consente alle donne l’accesso alla carriera di magistrato.

Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno dal 1959 al 1962 (2° Governo Segni -Governo Tambroni – 3° Governo Fanfani) promuove e porta all’approvazione la legge che istituisce la Polizia femminile.

Vice Segretario Politico della Democrazia Cristiana nel 1965 e nel 1966.

Ministro dei Trasporti e dell’Aviazione Civile dal 1966 al 1968 (3° Governo Moro – 2° Governo Leone) e successivamente nel 1972 (1° Governo Andreotti) affronta per la prima volta nella storia delle Ferrovie il tema dell’Alta Velocità avviando la costruzione della “direttissima” Roma-Firenze, sopprime alcuni enti inutili dipendenti dal Ministero e attua il riordino della Motorizzazione Civile abolendo riscossioni non dovute. In questa veste conclude con i sindacati delle Ferrovie anche il primo accordo riguardante l’esercizio del diritto di sciopero.

Ministro della Pubblica Istruzione nel 1972 (2° Governo Andreotti).

Vice Presidente della Camera dei Deputati dal 1975 al 1983, durante la presidenza dell’On. Pietro Ingrao e dell’On. Nilde Jotti.

Ministro dell’Interno dal 1983 al 1987 (1° Governo Craxi – 6° Governo Fanfani) promuove e stipula i primi accordi internazionali con i Paesi della Comunità europea, con Israele e con i governi africani dell’area mediterranea per la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, affermando che in questo campo “nessuno vince da solo e nessuno perde da solo”.

Nell’aprile del 1987, dopo le dimissioni del Governo presieduto dall’on. Craxi, il Presidente della Repubblica Cossiga gli conferisce l’incarico di formare il nuovo Governo ma, constatata l’impossibilità di comporre un Gabinetto di coalizione, rinunzia all’incarico dichiarandosi indisponibile a formare un governo monocolore democratico-cristiano.

E’ eletto Presidente della Camera dei Deputati il 24 aprile 1992 e Presidente della Repubblica il 25 maggio dello stesso anno.

Sin dall’inizio del suo mandato Scàlfaro è chiamato ad affrontare la più grave crisi della storia repubblicana con preoccupanti manifestazioni sul piano politico ed economico.

Esplode il fenomeno di “Tangentopoli” che provoca un serio affievolimento della rappresentatività della politica e nel contempo si verifica anche una inquietante perdita della capacità di acquisto della moneta, con evidenti ripercussioni di carattere generale. Si sforza in ogni circostanza di rincuorare il Paese e di rassicurare gli osservatori internazionali sulla saldezza delle istituzioni italiane. E’ anche frutto di questa azione se la lira, nonostante le previsioni negative di molti, giunge all’approdo nell’Euro.

Durante questi “sette anni drammatici”, come li definisce la stampa, Scàlfaro difende costantemente i valori fondanti della Repubblica contenuti nella prima parte della Carta Costituzionale, auspicando che ogni possibile modifica della seconda parte della Costituzione avvenga a larga maggioranza con il concorso delle forze politiche sia di governo che di opposizione. Così per la legge elettorale.

Anche sul piano internazionale è intensa la sua attività. Numerose sono le visite di Stato da lui compiute sia in Paesi ove mai in precedenza erano state effettuate sia in quelli ove è consistente la presenza italiana in termini di comunità e di relazioni economiche.

Un altro tema da lui ritenuto “doloroso”, sul quale si è incentrata costantemente l’azione di stimolo di Scàlfaro, durante il suo settennato, è stato quello dell’emergenza-lavoro con particolare riguardo all’occupazione giovanile e al Mezzogiorno.

Per favorire il giuramento e l’insediamento del suo successore Scàlfaro, in anticipo sulla scadenza del mandato, si dimette il 15 maggio 1999.

E’ deceduto il 29 gennaio 2012.

 

08.COSSIGA.jpg Francesco Cossiga (1928 – 2010)

VIII Presidente della Repubblica Italiana (1985 – 1992)

Nella memoria collettiva resterà “il Picconatore”, celebre per le sue dichiarazioni estemporanee e forti, anche contro la magistratura.

E’ nato il 26 luglio 1928 a Sassari.
Laureato in Giurisprudenza.

Ha due figli.

Si è iscritto alla Democrazia Cristiana nel 1945.

Ha insegnato diritto costituzionale e diritto costituzionale regionale nell’Università di Sassari.

E’ stato eletto Deputato al Parlamento nel 1958, 1963, 1968, 1972, 1976 e 1979. E’ stato eletto Senatore della Repubblica nel 1983.

E’ stato nominato Sottosegretario di Stato alla Difesa nel 1966 (III Governo Moro), nel 1968 (II Governo Leone e I Governo Rumor), nel 1969 (II Governo Rumor).

E’ stato nominato Ministro senza portafoglio nel 1974 (IV Governo Moro).

E’ stato nominato Ministro dell’Interno nel 1976 (V Governo Moro e III Governo Andreotti) e nel 1978 (IV Governo Andreotti). Ha rassegnato le dimissioni dopo l’uccisione dell’On. Moro (9 maggio 1978).

Presidente del Consiglio dei Ministri dal 4 agosto 1979 al 3 aprile 1980 e dal 4 aprile 1980 al 17 ottobre 1980

E’ stato eletto Presidente del Senato della Repubblica il 12 luglio 1983.
E’ stato eletto Presidente della Repubblica il 24 giugno 1985 (al primo scrutinio con 752 voti su 977).

In seguito alle dimissioni del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, ha esercitato la supplenza dal 23 giugno al 3 luglio 1985.

Ha prestato giuramento il 3 luglio 1985.

Ha rassegnato le dimissioni il 28 aprile 1992.

E’ divenuto Senatore a vita quale Presidente Emerito della Repubblica.

E’ deceduto il 17 agosto 2010.

 

07.PERTINI.jpg Alessandro Pertini (detto Sandro) (1896 – 1990)

VII Presidente della Repubblica Italiana (1978 – 1985)

Il Presidente più amato. Indelebili ricordi restano infatti legati al suo settennato: la commozione per la Strage di Bologna del 2 agosto 1980; l’indignazione per i ritardi nei soccorsi in seguito al terremoto dell’Irpinia del 23 novembre dello stesso anno ma pure l’esultanza per la vittoria dell’Italia ai Mondiali di calcio 1982 in Spagna.

Alessandro Pertini è nato a Stella (Savona) il 25 settembre 1896.

Laureato in giurisprudenza e in scienze sociali.

Coniugato con Carla Voltolina.

Ha partecipato alla prima guerra mondiale; ha intrapreso la professione forense e, dopo la prima condanna a otto mesi di carcere per la sua attività politica, nel 1926 è condannato a cinque anni di confino.

Sottrattosi alla cattura, si è rifugiato a Milano e successivamente in Francia, dove ha chiesto e ottenuto asilo politico, lavorando a Parigi.

Anche in Francia ha subito due processi per la sua attività politica.

Tornato in Italia nel 1929, è stato arrestato e nuovamente processato dal tribunale speciale per la difesa dello Stato e condannato a 11 anni di reclusione.

Scontati i primi sette, è stato assegnato per otto anni al confino: ha rifiutato di impetrare la grazia anche quando la domanda è stata firmata da sua madre.

Tornato libero nell’agosto 1943, è entrato a far parte del primo esecutivo del Partito socialista. Catturato dalla SS, è stato condannato a morte.

La sentenza non ha luogo. Nel 1944 è evaso dal carcere assieme a Giuseppe Saragat, ed ha raggiunto Milano per assumere la carica di segretario del Partito Socialista nei territori occupati dal Tedeschi e poi dirigere la lotta partigiana: è stato insignito della Medaglia d’Oro.

Conclusa la lotta armata, si è dedicato alla vita politica e al giornalismo.

E’ stato eletto Segretario del Partito Socialista Italiano di unità proletaria nel 1945. E’ stato eletto Deputato all’Assemblea Costituente.

E’ stato eletto Senatore della Repubblica nel 1948 e presidente del relativo gruppo parlamentare.

Direttore dell'”Avanti” dal 1946 al 1947 e dal 1949 al 1951, nel 1947 ha assunto la direzione del quotidiano genovese “Il Lavoro”.

E’ stato eletto Deputato al Parlamento nel 1953, 1958, 1963, 1968, 1972, 1976.

E’ stato eletto Vice-Presidente della Camera dei Deputati nel 1963.

E ‘stato eletto Presidente della Camera dei Deputati nel 1968 e nel 1972.

Dopo il fallimento della riunificazione tra P.S.I. e P.S.D.I,. aveva rassegnato le dimissioni, respinte da tutti i gruppi parlamentari.

E’ stato eletto Presidente della Repubblica l’8 luglio 1978 (al sedicesimo scrutinio con 832 voti su 995). Ha prestato giuramento il giorno successivo.

Ha rassegnato le dimissioni il 29 giugno 1985: è divenuto Senatore a vita quale ex Presidente della Repubblica.

E’ deceduto il 24 febbraio 1990.

06.LEONE.jpg Giovanni Leone (1908 – 2001) 

VI Presidente della Repubblica Italiana (1971 – 1978)

E’ nato a Napoli il 3 novembre 1908.

Coniugato con Vittoria Michitto, è padre di tre figli.

Laureato in giurisprudenza nel 1929 e in scienze politiche sociali nel 1930.

Libero docente in “Diritto e procedura penale”, nel 1933 è stato incaricato dell’insegnamento di questa materia all’Università di Camerino.

Nel 1935, classificatosi primo nella graduatoria del concorso per la cattedra di Diritto e Procedura Penale, ha insegnato nelle Università di Messina, Bari, Napoli e Roma.

E’ stato Presidente del Gruppo Italiano della “Association Internationale de Droit Penale” e componente del Comitato Direttivo Internazionale dell’Associazione.

Ha partecipato alla seconda guerra mondiale, meritandosi un encomio solenne.

Medaglia d’oro al merito della cultura.

Avvocato penalista tra i più grandi d’Italia.

E’ autore di numerosissime pubblicazioni giuridiche, tradotte in lingue straniere.
Nel 1944 si è iscritto alla Democrazia Cristiana e nel 1945 è stato eletto Segretario politico del Comitato napoletano del Partito.

E’ stato eletto all’Assemblea Costituente 1946 (Democrazia Cristiana): ha partecipato attivamente alla elaborazione della Costituzione, in particolare come relatore del titolo concernente la Magistratura.

E’ stato eletto Deputato al Parlamento nel 1948, 1953, 1958, 1963.

E’ stato eletto Vice Presidente della Camera dei Deputati nel 1950 e nel 1953.

E’ stato eletto Presidente della Camera dei Deputati nel 1955, 1958, 1963.

E’ stato Presidente del Consiglio dei Ministri dal 21 giugno al 3 dicembre 1963 e dal 24 giugno all’11 dicembre 1968.

E’ stato nominato Senatore a vita il 27 agosto 1967 “per aver illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”.

E’ stato eletto Presidente della Repubblica il 24 dicembre 1971 (al ventitreesimo scrutinio con 518 voti su 1.008). Ha prestato giuramento il 29 dicembre successivo.

Si è dimesso il 15 giugno 1978, inviando un messaggio al Popolo Italiano.

E’ deceduto l’8 novembre 2001.

05.SARAGAT.jpg Giuseppe Saragat (1898 – 1988)

V Presidente della Repubblica Italiana (1964 – 1971)

E’ nato a Torino il 19 settembre 1898.

Vedovo di Giuseppina Bollani dalla quale ha avuto due figli.

Laureato in Scienze economiche e commerciali.

Si è iscritto al Partito socialista unitario nel 1922 ed è entrato nella direzione del partito nel 1925. Nel 1926, con il consolidarsi del regime fascista, è espatriato in Austria e poi in Francia, ove ha svolto lavori vari.

Rientrato in Italia nel 1943, è stato arrestato e consegnato alle autorità tedesche. Riuscito ad evadere, ha ripreso l’attività clandestina nel Partito socialista italiano di unità proletaria a Milano.

E’ stato nominato Ministro senza portafoglio nel 1944 (II Governo Bonomi).

E’ stato nominato Ambasciatore d’Italia a Parigi nel 1945.

Deputato alla Costituente (Partito Socialista italiano di unità proletaria) è stato eletto Presidente della Assemblea il 25 giugno 1946. Ha rassegnato le dimissioni nel gennaio 1947.

Nel gennaio 1947 ha fondato il Partito socialista dei lavoratori italiani (successivamente Partito Socialista democratico italiano) del quale è stato Segretario politico. Ha rassegnato le dimissioni da Presidente dell’Assemblea Costituente ed ha assunto la Segreteria politica del nuovo Partito.

E’ stato nominato Vice Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1947 (IV Governo De Gasperi).

E stato eletto Deputato nel 1948, 1953, 1958, 1962.

E’ stato nominato Vice Presidente del Consiglio e Ministro della Marina Mercantile nel 1948 (V Governo De Gasperi). Ha rassegnato le dimissioni nel novembre 1949.

Eletto Segretario del Partito dal 1949 al 1954.

E’ stato nominato Vice Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1954 (Governo Scelba), nel 1955 (I Governo Segni).

E’ stato eletto Segretario del Partito dal 1957 al 1964.

E’ stato nominato Ministro degli esteri nel 1963 (I Governo Moro) e nel 1964 (II Governo Moro).

E’ stato eletto Presidente della Repubblica il 28 dicembre 1964 (al ventunesimo scrutinio con 646 voti su 963). Ha prestato giuramento il giorno successivo.

E’ divenuto Senatore a vita quale ex Presidente della Repubblica.

Nel 1975 ha assunto la presidenza del Partito Socialista Democratico Italiano.

E’ deceduto l’11 giugno 1988.

 

04.SEGNI.jpg Antonio Segni (1891 – 1972)

IV Presidente della Repubblica Italiana (1962 – 1964)

È nato a Sassari il 2 febbraio 1891.

Coniugato con Laura Carta Caprino, dalla quale ha avuto quattro figli.

Laureato in giurisprudenza nel 1913.

Iscritto al Partito popolare sin dalla sua fondazione, ne è stato consigliere nazionale dal 1923 al 1924.

Con l’avvento del fascismo ha abbandonato completamente l’attività politica.

Nel 1920 ha vinto il concorso per la cattedra di diritto processuale civile presso l’Università di Perugia, ove ha insegnato fino al 1925. Successivamente ha insegnato nelle Università di Cagliari, Pavia, Sassari (della quale è stato Rettore Magnifico dal 1946 al 1951) e Roma.

Ha ottenuto la laurea di dottore “Honoris causa” in scienze agrarie dall’Università Georgetown di Washington.

È stato autore di numerose pubblicazioni in materia di diritto processuale civile, diritto commerciale e fallimentare, nonché in materia agraria.

Socio dell’Accademia dei Lincei, ha ricevuto il Premio “Carlo Magno” nella città di Aquisgrana per gli alti meriti acquisiti nell’azione svolta in favore dell’unità europea.

Nel 1942 è stato tra gli organizzatori della Democrazia Cristiana. Ha fatto parte della prima Consulta regionale.

È stato eletto deputato all’Assemblea Costituente nel 1946 (Democrazia Cristiana).
È stato nominato Sottosegretario per l’Agricoltura e Foreste 1944 (III Governo Bonomi) e nel 1945 (Governo Parri e I Governo De Gasperi).

È stato nominato Ministro dell’Agricoltura e Foreste nel 1946 II Governo De Gasperi), nel 1947 (III e IV Governo De Gasperi), nel 1948 (V Governo De Gasperi), nel 1950 (VI Governo De Gasperi).

È stato nominato Ministro della Pubblica Istruzione nel 1951 (VII Governo De Gasperi) e nel 1953 (Governo Pella).

È stato Presidente del Consiglio dei Ministri dal 6 luglio 1955 al 18 maggio 1957. È stato nominato Vice Presidente del Consiglio e Ministro della Difesa nel 1958 (II Governo Fanfani).

È stato Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Interno dal 15 febbraio 1959 al 25 marzo 1960.

È stato nominato Ministro degli Esteri nel 1960 (Governo Tambroni e III Governo Fanfani).

È stato nominato Ministro degli Esteri nel 1962 (IV Governo Fanfani).

È stato eletto Presidente della Repubblica il 6 maggio 1962 (al nono scrutino con 443 voti su 854). Ha prestato giuramento il giorno 11 maggio 1962.

È stato colpito da malattia il 7 agosto 1964; accertata la condizione di impedimento temporaneo, dal successivo giorno 10 è stata istituita la supplenza del Presidente del Senato Cesare Merzagora (fino al 28 dicembre 1964). Ha rassegnato le dimissioni in data 6 dicembre 1964.

È divenuto Senatore a vita quale ex Presidente della Repubblica.

È deceduto il 1° dicembre 1972.

 

03.GRONCHI.jpg Giovanni Gronchi (1887 – 1978)

III  – Presidente della Repubblica Italiana (1955 – 1962)

Eletto al quarto scrutinio con 658 voti su 883 (78,1%), sostenuto anche della destra monarchica, Gronchi era nato a Pontedera (Pisa) il 10 settembre 1887.

Coniugato con Carla Bissatini, dalla quale ha avuto due figli.

Ha fatto parte del Movimento cristiano sorto nel 1902 intorno al sacerdote Romolo Murri.
Tra il 1911 e il 1915 ha insegnato lettere e filosofia a Parma, Massa, Bergamo e Monza.

Nel 1919 è stato tra i fondatori del Partito Popolare Italiano.

Eletto deputato, è stato chiamato a dirigere la Confederazione dei Lavoratori Cristiani.

E’ stato nominato Sottosegretario all’Industria e Commercio nel 1922 (I governo Mussolini) fino al Congresso di Torino del Partito Popolare (aprile 1923) ,dove è stata decisa la non collaborazione e il ritiro dal Governo dei rappresentanti del P.P.I.

Passato all’opposizione, è stato tra gli esponenti della scissione denominata “dell’Aventino” ed è stato dichiarato decaduto dal mandato parlamentare nel novembre 1926.

Ritiratosi a vita privata, ha rinunziato al suo posto nella scuola ed è stato prima rappresentante di commercio e poi si è dedicato allo svolgimento di attività industriale.

E’ stato nominato Ministro dell’Industria e Commercio nel 1944 (II e III Governo Bonomi), nel 1945 (Governo Parri e I Governo De Gasperi).

E’ stato eletto Deputato all’Assemblea Costituente nel 1946 (Democrazia Cristiana) e Presidente del Gruppo parlamentare del suo partito.

E’ stato eletto Deputato al Parlamento nel 1948 e nel 1953.

L’8 maggio 1948 è stato eletto Presidente della Camera dei Deputati.

Il 25 giugno 1953 è stato rieletto Presidente della Camera dei Deputati.

Il 29 aprile 1955 è stato eletto Presidente della Repubblica (al quarto scrutinio con 658 voti su 833): ha prestato giuramento l’11 maggio 1955.

Da Capo dello Stato promosse una politica estera basata sull’equidistanza tra blocco occidentale e Unione sovietica e si recò in visita di Stato sia a Washington che a Mosca. Celebre, il buffo incidente che lo vide protagonista nel palco reale del Teatro dell’Opera di Roma, durante la visita del presidente francese Charles De Gaulle: mentre si stava per sedere, Gronchi non si era accorto che la sedia non gli era stata avvicinata dal commesso e il presidente cadde rovinosamente a terra. L’episodio fu ripreso da Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi in uno skatch televisivo diventato poi famoso, che tuttavia causò la chiusura del programma dei due comici.

E’ divenuto Senatore a vita quale ex Presidente della Repubblica.

E’ deceduto il 17 ottobre 1978.

02.EINAUDI.jpg Luigi Einaudi (1874 – 1961)

II Presidente della Repubblica Italiana (1948 – 1955)

È nato a Carrù (Cuneo) il 24 marzo 1874.

Coniugato con Ida Pellegrini dalla quale ha avuto 3 figli.

Laureato in giurisprudenza a 21 anni . E’ stato redattore de “La Stampa” di Torino e del “Corriere della Sera” di Milano fino al 1926. E’ stato corrispondente finanziario ed economico del settimanale “The Economist”.

Ha diretto la rivista “La Riforma Sociale” dal 1900 al 1935. Ha diretto la “Rivista di Storia Economica” dal 1936 al 1943.

Ha occupato la cattedra di Scienza delle finanze all’Università di Torino con l’incarico di Legislazione industriale ed economica politica di quel Politecnico, e di Scienza della finanze all’Università Bocconi di Milano.

I suoi altissimi meriti scientifici hanno avuto ampi riconoscimenti, tra i quali si ricordano: Socio e Vice-Presidente della Accademia dei Lincei; Socio della Accademia delle Scienze di Torino; Socio dell’Institut International de Statistique de L’Aja; Socio dell’Econometric Society di Chicago; Socio onorario dell’American Academy of Arts and Sciences di Boston; Socio dell’American Academy of Political and Social Science di Filadelfia; Socio onorario della American Economic Associciation; Socio onorario della Economic History Association di New York; Presidente onorario della International Economic Association; Socio corrispondente della Societè d’Economie Politique di Parigi; Vice Presidente della Economic History Society di Cambridge; Socio corrispondente del Coben Club di Londra; Socio corrispondente della Oesterreichische Akademie der Wissenschaften di Vienna. Gli sono state conferite le lauree”honoris causa” dalle Università di Parigi e di Algeri.

E’ stato autore di numerosissime pubblicazioni scientifiche, soprattutto nelle materie economiche, alcune delle quali tradotte nelle principali lingue straniere.

Si è dedicato personalmente alla conduzione della sua azienda agricola presso Dogliani, applicandovi i più moderni sistemi colturali.

È stato nominato Senatore del Regno nel 1919.

Lasciata l’attività giornalistica dopo l’avvento del fascismo, dopo il 25 luglio 1943 ha collaborato a “Il Corriere della Sera”. Dopo l’8 settembre si è rifugiato in Svizzera ed è rientrato in Italia nel 1945; ha redatto una serie di articoli economici e politici per “Il Risorgimento Liberale”. E’ stato nominato Governatore della Banca d’Italia (5 gennaio 1945 11 maggio1948).

E’ stato nominato componente della Consulta Nazionale (1945-1946).

E’ stato eletto Deputato all’Assemblea Costituente nel 1946 (Unione Democratica Nazionale) ove ha dato un autorevole contributo ai lavori. E’ stato Senatore di diritto del Senato della Repubblica ai sensi della terza disposizione transitoria della Costituzione (1948). E’ stato nominato Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Finanze e del Tesoro (1947), del Bilancio (conservando l’incarico di Vice Presidente del Consiglio) (1947-1948, nel IV Governo De Gasperi).

E’ eletto Presidente della Repubblica l’11 maggio 1948 (al quarto scrutinio con 518 voti su 872): ha prestato giuramento il giorno successivo. E’ divenuto Senatore a vita quale ex Presidente della Repubblica. Tra le opere pubblicate dopo la fine del mandato presidenziale si ricorda in particolare: “Lo Scrittoio del Presidente”.

E’ deceduto il 30 ottobre 1961.

01.DENICOLA.jpg Enrico De Nicola (1877-1959)

I Presidente della Repubblica Italiana (1948)

È nato il 9 novembre 1877 a Napoli.

Il suo primo impegno è stato nel settore giornalistico: nel 1895 è redattore per la rubrica quotidiana di vita giudiziaria del “Don Marzio”.

Laureato in giurisprudenza,si è dedicato alla professione forense diventando nel corso degli anni uno dei maggiori avvocati penalisti italiani.

È stato eletto Deputato al Parlamento nel 1909, nel 1913, nel 1919, nel 1921 e nel 1924 (non ha prestato il giuramento richiesto per essere ammesso alle funzioni e, quindi, non ha mai partecipato all’attività parlamentare).

È stato nominato Sottosegretario di Stato per le Colonie nel 1913-1914 (IV Governo Giolitti) e Sottosegretario di Stato per il Tesoro nel 1919 (Governo Orlando).

Ha ricoperto l’ufficio di Presidente della Giunta delle elezioni (1919-1920).

È stato eletto Presidente della Camera dei Deputati il 26 giugno 1920 e confermato nella legislatura successiva fino al 25 gennaio 1924.

Durante il fascismo, si è ritirato dalla vita politica attiva e si è dedicato esclusivamente all’esercizio della professione forense.

Nominato Senatore del Regno nel 1929, non ha mai partecipato ai lavori dell’Assemblea.

Dopo la caduta del fascismo, è tornato ad occuparsi di politica ed è stato autore del compromesso con cui venne istituita la Luogotenenza.

È stato nominato componente della Consulta Nazionale.

È stato eletto Capo provvisorio dello Stato il 28 giugno 1946 (al primo scrutinio con 396 voti su 501): ha prestato giuramento il 1° luglio successivo.

Dimessosi dalla carica, è stato rieletto Capo provvisorio dello Stato il 26 giugno 1947 (al primo scrutinio con 405 voti su 523).

A norma della prima disposizione transitoria della Costituzione, dal 1° gennaio 1948 ha assunto il titolo di Presidente della Repubblica.

È divenuto senatore a vita quale ex Presidente della Repubblica.

E’ stato eletto Presidente del Senato della Repubblica il 28 aprile 1951: si è dimesso dalla carica il 24 giugno 1952.

È stato nominato giudice della Corte Costituzionale dal Presidente della Repubblica il 3 dicembre 1955 e ha prestato giuramento il 15 dicembre 1955. Nella prima riunione del Collegio il 23 gennaio 1956 è stato eletto Presidente della Corte Costituzionale: si è dimesso dalla carica il 26 marzo 1957.

È deceduto il 1° ottobre 1959.

 

 

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