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A16, sulle barriere Autostrade si difende: Nessuna bocciatura dal Consiglio superiore dei lavori pubblici

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Secondo Autostrade per l’Italia la soluzione per le barriere non è stata bocciata dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e impedisce rischi di corrosione

Botta e risposta a distanza tra il Fatto Quotidiano e Autostrade per l’Italia: oggetto del contendere le barriere sulla A16 Napoli-Canosa e l’inchiesta giudiziaria partita cinque anni fa con l’incidente del viadotto Acqualonga dove un bus sfondò le barriere laterali provocando 40 vittime.

LA RICOSTRUZIONE DEL FATTO QUOTIDIANO

Il nuovo filone, scrive il Fatto Quotidiano, riguarda la manutenzione dei viadotti della A16 “e in particolare le condizioni delle barriere laterali di cemento del tipo New Jersey. L’indagine dovrà stabilire se e quanti New Jersey sono tuttora ancora all’asfalto con i vecchi tiranti” Liebig e “se nel frattempo quegli ancoraggi sono stati sostituiti con i tiranti conosciuti come ‘barre filettate e inghisate nel cordolo’”. Secondo la ricostruzione del giornale “nel resto della rete autostradale il tentativo è stato bloccato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici che ha bocciato le barriere di tipo nuovo di Autostrade perché sprovviste dei requisiti minimi necessari”.

AUTOSTRADE PER L’ITALIA: SOLUZIONE PER BARRIERE A16 NON È STATA BOCCIATA DAL CONSIGLIO SUPERIORE DEI LAVORI PUBBLICI E IMPEDISCE RISCHI DI CORROSIONE

Ma per Autostrade per l’Italia la ricostruzione pubblicata oggi da Il Fatto Quotidiano sul tema delle barriere posizionate su 11 viadotti della A16 non è corretta. “Le strutture tecniche di Autostrade per l’Italia precisano che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici non ha escluso la possibilità di utilizzo del sistema di ancoraggio ‘a barre filettate’ adottato dalla società per barriere new jersey in calcestruzzo bordoponte, come si riporta in alcuni articoli. Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, invece, ha semplicemente ritenuto che ‘non risulti sufficientemente documentata la sostanziale equivalenza di prestazioni tra il dispositivo modificato’ e quello cosiddetto Liebig utilizzato in precedenza, richiedendo approfondimenti riguardanti un presunto eccesso di rigidità nel caso di urto con autovettura”. Autostrade per l’Italia sottolinea che “la Direzione di Tronco di Cassino decise di modificare l’ancoraggio al cordolo della barriera, precedentemente collegata al fondo di una cavità che poteva determinare una concentrazione di sali antigelo potenzialmente molto aggressivi, con una soluzione ‘a filo’ che impedisce ogni accumulo di sale a contatto con il bullone di ancoraggio: la cosiddetta ‘barra filettata’. Questa soluzione è stata adottata sulla base di pareri di autorevoli esperti della materia, che hanno verificato mediante approfondite prove numeriche e modellazioni l’equivalenza di questo tipo di soluzione al sistema Liebig. E contrariamente a quanto riportato in alcuni articoli, la resistenza di questa soluzione è stata verificata con prove di crash test. L’assoluta correttezza e adeguatezza in termini di sicurezza della soluzione tecnica adottata – ha concluso Autostrade – è stata rappresentata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti fin dal 2016”.

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