La società di gestione idrica in crisi di liquidità anche per la morosità degli stessi enti soci. L’apertura della sindaca di Latina, Matilde Celentano, riaccende la speranza per l’aumento di capitale.
Un durissimo braccio di ferro politico-istituzionale sta mettendo a serio rischio il futuro di Acqualatina e, con esso, investimenti cruciali per 30 milioni di euro destinati a modernizzare la rete idrica della provincia di Latina. Il gestore del servizio idrico si trova in una profonda crisi di liquidità, causata in buona parte proprio dalla morosità e dalla scarsa collaborazione di molti dei suoi azionisti pubblici: i Comuni. Di fronte alla necessità di un vitale aumento di capitale per garantire l’operatività e non perdere i fondi del PNRR, la società si è scontrata con un muro di “no”. È in questo clima di alta tensione che l’assemblea straordinaria dei soci, inizialmente prevista per settembre, è stata rinviata al 5 novembre. Un rinvio strategico, chiesto per trovare una soluzione dopo il fondamentale segnale di apertura arrivato dalla sindaca di Latina, Matilde Celentano.
IL PARADOSSO DEI COMUNI: SOCI E DEBITORI
La tensione finanziaria di Acqualatina, come emerge chiaramente dal dibattito riportato dai quotidiani locali, affonda le sue radici in un paradosso evidente: sono gli stessi Comuni soci, azionisti pubblici di maggioranza, a contribuire in modo significativo alla crisi di liquidità. Da un lato, infatti, molte amministrazioni risultano morose nei pagamenti verso il gestore; dall’altro, non collaborano attivamente per ridurre la morosità dei cittadini, ad esempio negando il supporto anagrafico per rintracciare gli utenti insolventi. Questo comportamento, secondo la società, mina la solidità finanziaria dell’azienda, con ricadute dirette sulla qualità del servizio e sulla capacità di programmare interventi.
LA BATTAGLIA SULLE TARIFFE
La difficile situazione economica aveva spinto Acqualatina a proporre all’ente di governo d’ambito un aumento delle tariffe del 9%, per far fronte ai crescenti costi operativi e recuperare liquidità. Tuttavia, la Conferenza dei sindaci dell’Ato4 ha deliberato un incremento molto più contenuto, fermo al 3,5% annuo fino al 2029. Una decisione che, se da un lato tutela i cittadini nel breve termine, dall’altro, come sottolineato dal presidente della Provincia Gerardo Stefanelli in un’intervista a Latina Editoriale Oggi di qualche settimana fa, procrastina una situazione che incide sull’operatività dell’azienda, che denuncia crediti non riscossi per oltre 160 milioni di euro.
A RISCHIO I FONDI DEL PNRR E GLI INVESTIMENTI
Senza un’iniezione di liquidità, il rischio concreto è quello di perdere preziose opportunità di finanziamento. Acqualatina ha infatti ottenuto l’accesso a importanti fondi pubblici, inclusi quelli del PNRR, destinati a modernizzare la rete idrica, ridurre le perdite e migliorare l’efficienza. Tuttavia, queste risorse richiedono che la società anticipi i costi dei lavori, per poi essere rimborsata. Senza cassa sufficiente per avviare i cantieri, questi finanziamenti andrebbero persi, con un danno enorme per l’intero territorio pontino.
LA SCACCHIERA POLITICA PER IL VOTO
L’apertura al dialogo della sindaca Celentano è fondamentale in vista del voto di novembre. Per approvare l’aumento di capitale è necessaria una maggioranza dei due terzi, che deve includere obbligatoriamente il voto favorevole del socio privato di minoranza, Italgas (49%). Il “sì” del Comune di Latina, che detiene la quota pubblica più rilevante, diventa quindi determinante, soprattutto considerando che molti Comuni più piccoli hanno già espresso la loro contrarietà e che Aprilia, altro grande Comune della zona, è attualmente commissariato e dovrà astenersi dal voto.
SCONTRO POLITICO TRA PD E FRATELLI D’ITALIA
La vicenda, come documentato da Latina Editoriale Oggi, ha inevitabilmente acceso un duro scontro politico. Il vicepresidente regionale di Fratelli d’Italia, Enrico Tiero, ha difeso l’operato dell’amministrazione di Latina, accusando il Partito Democratico di “impartire lezioni dopo anni di cattiva gestione”. La replica non si è fatta attendere, con il segretario provinciale del PD, Omar Sarubbo, che ha puntato il dito contro le attuali scelte gestionali. Una polemica che infiamma il dibattito, mentre cittadini e imprese attendono soluzioni concrete per un servizio essenziale come quello idrico.