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L’agenda di Di Battista e il futuro del M5s

Di Battista M5s

Limite dei due mandati, né a destra né a sinistra, rafforzamento di Rousseau, internazionalizzazione. Chi sta con Di Battista (e chi no) nel M5s del futuro. I punti della sua agenda, i post su Facebook e la sfida a Di Maio verso gli Stati Generali

Massimo due legislature per i consiglieri regionali, i parlamentari e gli eurodeputati del Movimento 5 stelle; collocazione autonoma del Movimento rispetto a destra e sinistra; rafforzamento della piattaforma Rousseau; internazionalizzazione. Sono i punti principali dell’agenda 2020-2030 lanciata su Facebook da Alessandro Di Battista in vista degli Stati Generali del M5s.

IL LIMITE DEI DUE MANDATI

L’ex deputato romano chiede il rispetto del limite dei due mandati “per consiglieri regionali, parlamentari nazionali ed europarlamentari: chi ha compiuto due mandati (anche non interi), avrà la possibilità di candidarsi, una sola volta, nei comuni di appartenenza. Le nomine ministeriali degli esponenti del M5s siano – così come è stato fatto per i programmi – coordinate dal Movimento al fine di garantire la massima trasparenza e meritocrazia”.

M5S NÉ A DESTRA NÉ A SINISTRA

L’agenda di Di Battista prevede la “collocazione autonoma del M5s rispetto a destra e sinistra: a prescindere dalla legge elettorale che verrà approvata. Il M5s, nel 2023, si presenterà da solo alle elezioni politiche”.

L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL M5S

Per l’internazionalizzazione del M5s, Di Battista suggerisce la “creazione di un team che abbia come obiettivo la condivisione del nostro know-how (organizzazione, democrazia diretta, creazione e rafforzamento di un movimento politico) con i nuovi gruppi politici e le organizzazioni civiche africane che lottano per il diritto a non emigrare”.

ROUSSEAU: IL CUORE DEL M5S

L’ultimo capitolo dell’agenda è dedicato alla piattaforma Rousseau, definita “cuore del Movimento 5 Stelle”, che secondo Di Battista “va rafforzata per continuare a diffondere ed esercitare la democrazia diretta e permettere agli iscritti di esercitare la giusta pressione sui portavoce”.

CHI STA CON DI BATTISTA

Di Battista, dopo aver paragonato il M5s all’Udeur, ha detto chiaramente che potrebbe andarsene, svelando anche che il suo ingresso al governo sarebbe stato ostacolato dal Pd. Secondo Repubblica, al suo fianco si è schierata Barbara Lezzi e “c’è chi non esclude che in Parlamento sotto traccia si stia lavorando ad un’area con ‘Dibba’ punto di riferimento, mentre sullo sfondo resta lo ‘spettro’ di una spaccatura”. Insieme a Luigi Di Maio, anche Giancarlo Cancelleri, Roberta Lombardi e Carlo Sibilia hanno preso le distanze e mostrato irritazione nei confronti di Di Battista.

CHI SI OPPONE A DI BATTISTA

Coloro che pensano che il governo debba andare avanti, i cosiddetti ‘governisti’, sono composti da Luigi Di Maio e i ‘Dimaiani’, come Alfonso Bonafede, Sergio Costa, Lucia Azzolina, Laura Castelli, Giancarlo Cancelleri, Luigi Iovino, Francesco D’Uva e Anna Macina. Sempre secondo Repubblica, “non di strettissima fede ‘dimaiana’ ci sono poi al governo Stefano Patuanelli e Fabiana Dadone”. Tra i governisti si possono inoltre citare Roberto Fico e i parlamentari che a lui fanno riferimento, tra cui Giuseppe Brescia e Federico D’Incà.

DIBBA, LE NOMINE E IL POST CONTRO PROFUMO

In un recente post su Facebook Di Battista ha commentato la condanna dell’Ad di Leonardo Alessandro Profumo. “Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo, una delle aziende a partecipazione pubblica più grande d’Italia (quasi 14 miliardi di euro di fatturato nel 2019) è stato appena condannato a 6 anni di carcere, 2,5 milioni di euro di multa più l’interdizione dai pubblici uffici per aggiotaggio e manipolazione informativa riguardo i derivati di MPS. Profumo venne confermato lo scorso aprile alla guida dell’ex-Finmeccanica nonostante fosse sotto processo. Anche Descalzi, attuale AD di ENI, è sotto processo per corruzione internazionale. Non so come andrà a finire il processo a Descalzi (ritengo che i suoi conflitti di interesse già fossero ampiamente sufficienti per scongiurare la sua riconferma) ma il punto qui è un altro. Come dissi ampiamente mesi fa (privatamente e pubblicamente) è inaccettabile scegliere persone sotto processo per cariche così importanti. Si chiama opportunità politica oltre che rispetto dei valori del M5S. E non si tratta di essere garantisti o forcaioli. Profumo è innocente fino a sentenza definitiva e ha tutto il diritto di ricorrere in appello. Ma, per adesso, è un condannato in I grado. Può, per opportunità politica, continuare a guidare un’azienda come Leonardo? Secondo me no. Ecco perché insistemmo mesi fa sul punto delle nomine. Spero che, alla luce di quel che è successo oggi, la lezione sia servita. P.S. Anche per questo ieri abbiamo proposto nell’agenda 2020-2030 che le nomine siano responsabilità di tutto il Movimento e non solo dei portavoce al governo. Perché un Movimento forte che, da fuori, sappia dire stop a incarichi pubblici per chi è sotto processo, contrariamente a quel che qualcuno sostiene, rafforzerebbe il Movimento al governo”.

DIBBA VICINO A DI MAIO (NEI SONDAGGI)

L’Istituto Swg ha realizzato un sondaggio per La 7 testando il popolo grillino in vista di una futura leadership. La partita sembra aperta, ma la vera campagna elettorale deve ancora iniziare. Favorito al momento sembra essere Di Maio, che ha raggiunto il 29% dei consensi tra gli attuali elettori del Movimento (mentre piace solo al 12% degli ‘ex’). Di Battista lo insegue al 21% e piace al 16% degli ‘ex’. Staccati di molto Chiara Appendino al 16% e Fico al 12%.

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