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Tutte le tensioni nel M5S tra Di Maio, Di Battista e Fico

Tensioni M5s

Gli Stati generali del M5S non dovranno essere una “guerra tra bande”, avverte Fico. Ma l’impressione è che ci sia uno scontro per la leadership tra lui, Di Battista e Di Maio

I cattivi risultati delle regionali hanno inasprito le tensioni interne al Movimento 5 Stelle. Uno degli esponenti di spicco del partito, Alessandro Di Battista, ha definito le ultime elezioni “la più grande sconfitta del Movimento” e ha parlato di “crisi di identità”. “Non c’è nulla da festeggiare” anche per Massimo Bugani, capo dello staff di Virginia Raggi, che su Facebook ha scritto che “Non sfugge il tracollo del M5S in ogni tornata elettorale, dalle europee del 2019 ad oggi”. Per il presidente della Camera Roberto Fico, invece, è necessario convocare gli Stati generali.

LE ACCUSE DI BUGANI

Il post di Bugani è forse quello che riassume meglio la situazione dentro il M5S, dove si accusano i vertici del partito – Luigi Di Maio, innanzitutto – di aver esultato per i risultati alle elezioni, nonostante la sconfitta.

Bugani scrive infatti che “Vedere i selfini gaudenti mentre i nostri candidati di queste regionali sono stati mandati alla carneficina mi dispiace e mi addolora. In regioni dove avevamo il 45% abbiamo il 10%, in regioni dove avevamo il 15 abbiamo il 3%. Eppur si ride”.

Secondo Bugani, la responsabilità del “tracollo” è di chi, dalle elezioni europee dell’anno scorso, “non ha mai voluto avviare un momento di riflessione interna, non ha avuto il coraggio di convocare Stati generali, non ha minimamente gestito le precedenti regionali in Calabria e in Emilia lasciando i gruppi allo sbando, non ha mai preso alcuna posizione per costruire progetti seri nei territori”.

“Un movimento che in due anni ha perso praticamente 8 mln di voti rispetto a quegli 11 mln del famoso 33% del 2018 non ha purtroppo assolutamente nessun motivo per esultare oggi”.

L’ATTACCO DI DI BATTISTA

“Se c’è una cosa sgradevole del giorno dopo le elezioni è che sembra sempre che abbiano vinto tutti. Così evidentemente non è, per cui occorre anche affrontare la realtà con onestà intellettuale e anche con lucidità”. La sconfitta alle regionali è, per Di Battista, “la più grande sconfitta nella storia del Movimento 5 Stelle”.

Per l’ex-deputato il tema di cui discutere non sono tanto le alleanze, ma la crisi identitaria che ritiene che il M5S stia attraversando.

L’INTERVENTO DI FICO

A Di Battista ha risposto il presidente della Camera Roberto Fico, secondo cui non si può “assolutamente” parlare di sconfitta storica per il M5S: “è una sconfitta alle regionali. C’era già stata in passato. Dobbiamo parlarci di più, organizzarci meglio e partire dai territori. Dobbiamo riuscire a fare assemblee, che possono essere anche permanenti, per trovare una nuova identità in un periodo difficile per il Paese”.

Ma anche per Fico è importante che il Movimento passi per un momento di riflessione interna, rappresentato appunto dagli Stati generali. Che però, precisa, non devono essere “una guerra tra bande”.

“Bisogna riuscire a parlarsi francamente e, credo, con ottimismo oggi dobbiamo essere più ideologici, invece che post-ideologici. Ma intanto si va avanti con questo governo e con questa maggioranza”, ha aggiunto Fico.

LE PAROLE DI DI MAIO

Evidentemente sotto attacco – specialmente da Di Battista e Bugani -, Luigi Di Maio ha cercato di riportare la calma tra gli animi con un post su Facebook. Dove scrive che “L’obbiettivo del MoVimento 5 Stelle è sempre stato quello di aggregare, di condividere principi e valori. Quello di unire, e non dividere. Siamo nati per questo”.

“Abbiamo tanto da dare al Paese. E serve il contributo di tutti”, ha aggiunto il ministro degli Esteri. “Ci vediamo sul territorio nei prossimi giorni per sostenervi. Ci sono nuovi sindaci in arrivo, nuovi primi cittadini che possono cambiare le loro comunità. E come sempre, al di là dei ruoli e delle cariche, io ci sarò sempre. Potete contare su di me”.

LA SITUAZIONE GENERALE

L’impressione generale è che il Movimento 5 Stelle sia spaccato e che i prossimi Stati generali – invocati un po’ da tutti – saranno, più che un momento di unità, un’occasione di guerra per la leadership del partito. A contendersela ci sarebbero Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico, scrive Affaritaliani.

Il ministro degli Esteri non vuole rinunciare all’alleanza con il Partito Democratico, ma intende rinsaldarla per dare stabilità al governo. All’esatto opposto si colloca Di Battista, che vorrebbe che il Movimento riacquistasse quell’identità che ha perso ‘inquinandosi’ nei palazzi del potere. Più sfumata, infine, è la posizione di Fico: come Di Maio non vuole rinunciare all’intesa con il PD ma, al contrario, è più attento ai temi e alla componente ideologica.

 

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