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Aiuti di Stato, perché la proroga non può che farci bene

Aiuti Di Stato

Una volta tanto non sono gli Stati mediterranei a chiedere più flessibilità ma è la stessa Europa a proporre di posticipare il regime più flessibile in tema di aiuti di Stato

È una lettera che a Palazzo Chigi hanno accolto con un sospiro di sollievo, quella con la quale la Commissione europea ha inviato agli Stati membri in consultazione una bozza di proposta per prorogare fino al 30 giugno 2022 il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, tracciando nel contempo una exit strategy progressiva dal periodo di sostegni straordinari in vista dell’ormai ventura – ci si augura – uscita dalla crisi sanitaria dovuta alla pandemia.

AIUTI DI STATO, COSA CHIEDE L’UE

Non è certo ancora la proroga della sospensione del patto di stabilità su cui, presto o tardi, il presidente del Consiglio Mario Draghi inizierà a fare pressione su Bruxelles (presentando la NaDef 2021 ha già detto che è “un po’ irrealistico pensare che le regole del Patto possano essere le stesse di due anni fa”), ma anche questa misura servirà per accelerare ulteriormente la ripresa.

La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha detto che «dobbiamo essere consapevoli delle disparità tra gli Stati membri e della necessità di evitare effetti precipitosi quando si ritira il sostegno pubblico. Proponiamo pertanto una progressiva eliminazione delle misure di sostegno alla crisi per consentire agli Stati membri e all’industria di adeguarsi, accompagnata da misure per rilanciare e attirare gli investimenti privati nella fase di ripresa».

 

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