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Gianni Alemanno, Orvieto '23

Il nuovo movimento di Gianni Alemanno è più anti-meloniano o anti-americano?

Che cosa si è detto e chi c’era alla due giorni di Orvieto organizzata dall’ex sindaco di Roma

Ci si è arrivati passo dopo passo, è arrivato. Il weekend appena trascorso, del 29 e 30 luglio, ha visto nascere a Orvieto un nuovo manifesto nel panorama composito della destra italiana.

Tutti i dettagli.

LA DUE GIORNI DI ORVIETO

“Sabato 29 e domenica 30 vi aspetto a ORVIETO’23 FORUM DELL’INDIPENDENZA ITALIANA promosso da 31 sigle della destra sociale, delle associazioni e dei mondi del dissenso. Per costruire insieme un MOVIMENTO PER L’ITALIA”, aveva ricordato Gianni Alemanno sui suoi social.

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A Orvieto, in Umbria, la due giorni è andata in porto e ha visto partecipare – vedasi il programma qui sopra in foto – tante associazioni e movimenti di territorio. “Rappresentano la destra diffusa e i mondi del dissenso che vogliono cambiare l’Italia e liberarla da ogni sudditanza”, aveva specificato sempre ai suoi follower Alemanno.

Gli eventi, dunque, si sono succeduti e – stando ai racconti dall’interno – hanno riscosso talmente tanto successo da portare a un cambio sala dopo la prima assemblea.

Ma di che cosa si è dibattuto nei vari consessi? Dei temi di attualità politica internazionale, con profondo spirito anti-global, euroscettico e molto prudente (per usare un eufemismo) sull’immigrazione.

Lo stesso Alemanno presiede il Comitato Fermare la guerra, che si definisce organizzazione di volontariato e che da maggio 2022 ha chiamato a sé “cittadini responsabili, molti dei quali legati dalla comune esperienza politica e culturale della destra sociale” al grido di indipendenza, neutralità e imparzialità. Ma in realtà lo spirito è anzitutto anti-americano e anti-Nato, volto a richiamare un’idea di Italia ed Europa che scavallino la realtà (come quella, non tanto minima, prodotta dall’invasione russa del 2014 e del 2022).

VERSO UN PARTITO TRASVERSALE?

Sulle orme di quanto già provato a fare da movimenti ed esponenti del calibro di Gianluigi Paragone, alla due giorni umbra Alemanno ha quindi lanciato un sondaggio facendo fede agli ultimi dati demoscopici per cui ci sarebbe spazio per un nuovo – ennesimo – esperimento partitico.

Come dettagliava anche l’Agi nella cronaca della convention, “l’obiettivo è quello di convogliare nel nuovo movimento le voci del dissenso, dai no-Green Pass ai pacifisti e ai cattolici, da sempre attenti alle minoranze e alle questioni sociali. Ciò che – secondo Alemanno e co. – la destra di governo targata Giorgia Meloni avrebbe, al momento, dimenticato”. Ritorno alla destra sociale, missina, insomma. Anche se pure Fratelli d’Italia la fiamma del fu movimento di Almirante non l’ha mollata affatto (ultimamente, però, sono rimbalzate voci di un possibile addio al tricolore ardente).

Da qui, il Manifesto di Orvieto. Che in autunno, forse, potrà far sbocciare un nuovo partito. L’ennesimo.

– Leggi anche: Chi ha votato e chi no il riconoscimento del genocidio dell’Holodomor

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