Le analisi dell’Istituto Cattaneo frenano i trionfalismi del centro sinistra. Il campo largo perde consensi rispetto alle politiche del 2022, gli elettorati sono pressoché stabili ma quella dell’unità è una scelta di successo
I risultati delle ultime elezioni amministrative hanno assegnato, al primo turno, i comuni di Genova e Ravenna al centrosinistra. A Matera e a Taranto, gli altri comuni capoluogo al voto, il centrosinistra è in vantaggio ma i risultati si conosceranno solo dopo il turno di ballottaggio dell’8 e 9 giugno. Un quadro sostanzialmente positivo per la coalizione progressista ma non una vera e propria “riscossa” delle forze di opposizione.
A sottolinearlo sono i risultati dell’analisi dei flussi elettorali operati dall’Istituto Cattaneo, centro di ricerca bolognese coordinato dai professori Asher Colombo e Stefano Vassallo.
ELEZIONI AMMINISTRATIVE NON SONO UN TEST PER LA FORZA ELETTORALE NAZIONALE
La premessa dell’analisi dell’Istituto è che le elezioni amministrative non sono un test adeguato a misurare la forza elettorale di partiti e coalizioni sul piano nazionale. Questo perché “il formato dell’offerta è disomogeneo” e in molti comuni “sono presenti candidature a sindaco, liste e coalizioni “civiche”, sia perché non sempre i partiti nazionali si presentano con il loro simbolo”. Inoltre, l’Istituto sottolinea una tendenza, che ha preso avvio dal 2016, che prevede che “i partiti di centrosinistra ottengono risultati significativamente migliori nelle città di maggiori dimensioni, nelle quali il risultato appare più facilmente interpretabile, proprio perché il formato dell’offerta risulta molto simile a quello delle competizioni nazionali”.
AMMINISTRATIVE 2025: L’AREA DEL CAMPO LARGO PERDE RISPETTO ALLE POLITICHE DEL 2022
Quindi, cosa dicono i risultati delle elezioni del 25 e 26 maggio 2025? Segnalano, secondo i ricercatori dell’Istituto Cattaneo, “una sostanziale stabilità dell’equilibrio tra centrodestra e campo largo già registrato alle europee e alle regionali del 2024”. La leader del Pd Elly Schlein ha accolto i successi di Ravenna e Genova con un trionfalismo forse eccessivo. “Fossi in Giorgia Meloni comincerei a preoccuparmi, è il sintomo che qualcosa nel suo rapporto con il Paese si è rotto”, ha detto la segretaria Pd. Il campo largo, in realtà, “perde nel complesso qualcosa rispetto alle politiche del 2022, soprattutto a causa dell’elevato astensionismo degli elettori Cinque Stelle, ma risulta più competitivo, soprattutto se si presenta unito”.
IL CAMPO LARGO UNITO È UNA SCELTA DI SUCCESSO
I risultati nei due comuni capoluogo, Genova e Ravenna, sostengono le ragioni dell’unità. “Se si guarda la serie dei risultati registrati in queste due città nelle politiche del 2022, nelle europee e nelle regionali del 2024, si nota che essi costituiscono un ottimo “predittore” del risultato delle Comunali 2025 – scrivono i ricercatori bolognesi -. A Ravenna, il candidato del campo largo vince con il 58,2% dei voti, laddove il centrodestra risulta diviso. A Genova, la candidata di centrosinistra vincente ottiene il 51,2%, mentre il candidato del centrodestra (qui unito) ottiene il 44,2%£”.
SOSTANZIALE STABILITÀ DEGLI ELETTORATI
I ricercatori proseguono, poi, con l’analisi dei flussi elettorali (gli interscambi di voto avvenuti fra i partiti nel corso di due elezioni successive). Quello che emerge è una “sostanziale stabilità degli elettorati”. Nel caso di Ravenna, dove il centrodestra si è presentato diviso, “si notano alcuni spostamenti che nel complesso si bilanciano, a vantaggio e a danno del candidato di centrosinistra. A Genova la stabilità del voto risulta pressoché perfetta”.