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Arera

Arera, conto alla rovescia per la nomina: competenze a rischio tra spartizioni politiche e ritardi

Per la scelta del Collegio di Arera il nodo fondamentale da rispettare è il criterio della competenza nella scelta dei candidati

C’è attesa per la nomina del nuovo Collegio di Arera, l’Autorità di Regolazione di Energia, Reti e Ambiente il cui mandato terminerà ufficialmente, i primi giorni di agosto. Ogni Consiglio dei Ministri potrebbe essere quello decisivo.

LA PROCEDURA DI NOMINA DI ARERA

L’iter prevede infatti proprio la designazione da parte del Consiglio dei ministri, a seguire il voto a maggioranza di due terzi delle Commissioni parlamentari competenti e infine la nomina con decreto da parte del Presidente della Repubblica. Un passaggio che richiede naturalmente un Parlamento al lavoro, e che mal si concilia con la scadenza di agosto dell’attuale board, che rischierebbe di far slittare tutto a settembre.

IL CRITERIO DA SEGUIRE? QUELLO DELLA COMPETENZA NELLA SCELTA DEI CANDIDATI

Per la scelta del Collegio di Arera il nodo fondamentale da rispettare è il criterio della competenza nella scelta dei candidati. Non un capriccio ma un diktat normativo: l’articolo 2, comma 8 della legge istitutiva 481/95 che dice testualmente: “i componenti di ciascuna Autorità sono scelti fra persone dotate di alta e riconosciuta professionalità e competenza nel settore”.

NOMINE A PACCHETTO?

Non un capriccio (che comunque non esclude la vicinanza a un’area politica). E nel caso Arera, “il vincolo dei 2/3 spinge inevitabilmente verso un ‘accordo pacchetto’ tra maggioranza e opposizione: tre nomi alla prima, due alla seconda. La logica spartitoria prende il sopravvento sulla valutazione delle competenze. Nessuno disturba i nomi degli altri, in un clima di reciproca tolleranza”, scriveva Il Foglio un mese fa.

I NOMI CHE CIRCOLANO

Tra i nomi che circolano per tentare la scalata al board dell’Autorità il Corriere della Sera un paio di settimane fa indicava “Fabrizio Penna, capo missione Pnrr del Mase” in quota FdI, “Laura Ravetto, deputata della Lega”, avvistata durante la presentazione della Relazione Arera 2025 e che proprio in quell’occasione aveva lodato le parole del presidente uscente Stefano Besseghini sul nucleare “e Giuseppe Moles, ceo di Acquirente Unico” vicino a Forza Italia. Per il Pd qualche rumor indica Andrea Romano.

Un altro nome che circola è infine quello dell’attuale presidente del Gse Paolo Arrigoni – sempre in quota Lega che finirebbe quindi per escludersi a vicenda con la Ravetto, evidenziando una lotta interna tra i due nomi.

LOGICA POLITICA GUIDA LE SCELTE DELLA LEGA?

Secondo Gigi Moncalvo, giornalista e scrittore che ha diretto La Padania dal 2002 al 2004 su lospiffero.com “il filo conduttore è che nel partito di Salvini la militanza e la competenza non contano nulla. Ravetto, che fino a pochi anni fa era in Forza Italia, viene premiata con la presidenza dell’autority dell’energia, uno dei ruoli più importanti d’Italia, con uno stipendio d’oro blindato per sette anni nonostante non abbia alcuna competenza in materia. Tutto questo per fare posto a un suo fedelissimo come Alberto Di Rubbia, già tesoriere della Lega e revisore dei conti al Senato, finito sotto inchiesta per gli affari di Lombardia Film Commission. L’uninominale in cui è stata eletta Ravetto è un collegio blindato; quindi, Salvini non avrà problemi a fare eleggere uno dei suoi uomini di fiducia”.

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