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Aricò, Galvagno, Savarino e non solo: ecco i possibili assessori alla regione Sicilia

Renato Schifani Sicilia

Renato Schifani, eletto governatore della Sicilia, prepara la sua giunta: tra gli equilibrismi partitici rivendica il “primato della politica”

La Sicilia ha scelto di affidare Palazzo d’Orleans a Renato Schifani. Il neo presidente potrà contare su una maggioranza abbastanza solida, forte anche del 42% circa dei consensi raccolti. Il varo della giunta non sarà un passaggio di rapida soluzione.

La nuova legge elettorale

Secondo la nuova legge elettorale siciliana il giuramento degli assessori può arrivare solo dopo l’insediamento del Parlamento che non dovrebbe esserci prima del 4 novembre. I tempi si allungano perché la proclamazione del presidente procede di pari passo con quella degli eletti. Quest’ultima sta subendo rallentamento per via delle procedure di conteggi e riconteggi che potrebbero riservare sorprese.

Il metodo Schifani: per la Sicilia solo assessori eletti

La giunta siciliana targata Renato Schifani vuole confermare il “primato della politica”. Ciò significa che nel governo regionale non siederanno assessori che non siano anche membri eletti di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale siciliana. “Bisogna affermare il primato della politica – ha detto Schifani -, per le deleghe assessoriali prenderò in considerazione solo gli eletti all’Ars, ovviamente confrontandomi con la coalizione”. Il partito più votato è stato Fratelli d’Italia, con il 15,8 per cento delle preferenze, Forza Italia ha ottenuto il 12 per cento dei voti, mentre la Lega il 7,6 per cento. Sulla base di queste percentuali il presidente Schifani dovrà scegliere la sua giunta. L’unica eccezione al “metodo Schifani” potrebbe esserci per l’assessorato al Bilancio, casella per la quale il presidente potrebbe optare per un tecnico.

Gli equilibrismi partitici

Lunedì pomeriggio il presidente Schifani ha iniziato a incontrare i partiti della maggioranza a iniziare da Forza Italia che dovrebbe chiedere quattro assessorati. La stessa richiesta sarebbe arrivata da Fratelli d’Italia, che ha espresso la volontà di assumere la presidenza dell’Ars. Nella scorsa legislatura Forza Italia aveva quattro assessori più il presidente del “parlamentino” siciliano, dunque la richiesta di FdI, da primo partito della coalizione, sarebbe legittima. Gli equilibri di coalizione fanno protendere per un’assegnazione delle cariche che tengano conto anche dei voti della Lega. Il Carroccio, con il suo 7,6% potrebbe chiedere per sé due assessorati. Un posto in giunta lo chiedono anche la Dc di Cuffaro e gli Autonomisti di Lombardo.

I papabili di FdI e FI per la giunta Schifani in Sicilia

Per il ruolo di presidente dell’Ars, che dovrebbe andare a un esponente del partito di Giorgia Meloni, sono in corsa Alessandro Aricò, Gaetano Galvagno, Giorgio Assenza e Giusi Savarino e la messinese Elvira Amata. Tra le fila degli azzurri, invece, in pole position ci sono Michele Mancuso e, per l’area degli ex Sicilia Futura, “Mr. Preferenze” Edy Tamajo che punta ai Trasporti. Miccichè vorrebbe portare Daniela Faraoni alla Salute, nome gradito anche alla Lega. Però Schifani preferirebbe per quel posto Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, o Francesco Cascio, primo dei non eletti a Palermo. Anche Stefania Prestigiacomo, rimasta fuori dal Senato, dovrebbe trovare un posto nella giunta di Schifani.

Le richieste di Lega, MpA e Cuffaro

La Lega, che chiede almeno due poltrone, ha proposto Luca Sammartino per il ruolo di vice Schifani. L’assessorato all’agricoltura è conteso tra il leghista Nino Minardo e il leader del Movimento per l’autonomia, ed ex Presidente di Regione, Raffaele Lombardo. “Ci affidiamo alla saggezza del presidente della Regione – ha detto Roberto Di Mauro del MpA – che non a caso è stato la seconda carica dello stato e conosce il ruolo del Parlamento e il valore dei partiti”.La nuova Dc di Salvatore Cuffaro, invece, prova a piazzare Nunzia Albano, che potrebbe essere lei una delle quattro donne della futura giunta.

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