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Ecco gli articoli pro-Europa della neo portavoce di Tria

Adriana Cerretelli

Adriana Cerretelli, corrispondente da Bruxelles del Sole 24 Ore, nominata portavoce del ministro Tria. Ecco cosa scriveva nelle vesti di giornalista economica (molto apprezzata)

Nell’era del governo giallo-verde, anche la nomina di un portavoce può diventare un segnale politico. E’ il caso di Adriana Cerretelli, da ieri portavoce del ministro dell’Economia Giovanni Tria.

Chi è Adriana Cerretelli

Giornalista del ‘Sole 24 Ore‘, come si legge nella nota del Ministero dell’Economia e delle Finanze, “ha costruito a Bruxelles la sua carriera giornalistica, seguendo da vicino le dinamiche dell’integrazione europea: dalla nascita del mercato unico a quelle della moneta unica, dalla grande crisi finanziaria e debitoria scoppiata nel 2008 alle riforme del fiscal compact e dell’unione bancaria fino alle nuove riforme in cantiere per rafforzare l’euro e renderlo più resiliente agli shock esterni”. Editorialista, per oltre vent’anni corrispondente da Bruxelles a capo dell’ufficio europeo del quotidiano della Confindustria, è stata insignita della Legion d’onore da François Hollande, ha ricevuto a marzo il premio Biagio Agnes nella categoria Giornalista per l’Europa “per la capacità di raccontare la politica dell’Unione Europea” e insegna all’università cattolica del Sacro cuore di Milano.

La nomina di Adriana Cerretelli  (e le gaffe della comunicazione di Palazzo Chigi)

Una europeista convinta, sicuramente, che Giovanni Tria ha nominato dopo essere rimasto per 5 mesi uno dei pochi ministri senza un “comunicatore” di fiducia, affidandosi all’Ufficio stampa di via XX settembre. E forse non è un caso che la decisione sia arrivata poco dopo l'”incidente” della conferenza stampa del 3 ottobre a Palazzo Chigi. Un incontro, presenti il premier Giuseppe Conte, i vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio e lo stesso Tria, per presentare la nota di aggiornamento al Def, ma senza domande per i giornalisti convocati via whatsapp in fretta e furia. Un format evidentemente non gradito dal titolare dell’Economia, che si era soffermato a rispondere ad alcune domande, prima di venire portato via quasi di peso dalla portavoce del ministro dell’Interno Iva Garibaldi.

Un episodio che ha suscitato critiche (oltre che una parodia di Maurizio Crozza che ha avuto un boom di visualizzazioni sui social) e che, forse, potrebbe aver accelerato la nomina della Cerretelli, che ha davanti un compito non facile: comunicare la linea politica del Mef, cercando anche di arginare le intemperanze verbali degli alleati di governo in una fase delicatissima nei rapporti con l’Ue.

Cosa Scriveva Adrianna Cerretelli sul Sole 24 Ore

E lei è ben consapevole che il lavoro da fare è fondamentale, se appena il 2 ottobre scorso, sul Sole, in un articolo dal titolo “I rischi delle fughe in avanti”, sottolineava “l’estrema volatilità e l’intempestività quasi patologica delle disordinate frasi in libertà con cui si esprime la coalizione al governo fragilizzando la credibilità della propria posizione“. “O verrà posto fine al più presto al ballo dell’incertezza e dei messaggi politici contraddittori sulla manovra, o l’Italia finirà davvero risucchiata in una spirale di instabilità finanziaria che non si sa quanto costerà al paese e quale ne sarà la possibile via di uscita finale”, scriveva la Cerretelli nel suo articolo, lanciando un allarme per il Paese. “Il problema – sosteneva l’attuale portavoce di Tria – è che le fughe in avanti dell’Italia nazional-populista creano diffidenza perché fanno temere derive nel segno dell’irresponsabilità finanziaria con danni collaterali individuali e collettivi. Nell’Europa dei populismi plurali dove si scontrano gli opposti nazionalismi Nord-Sud Est-Ovest, basta una goccia di benzina per scatenare incendi fuori controllo. Attenta Italia, meglio evitare di esserne vittima“.

Allarme ripreso in un altro editoriale del 6 ottobre, in cui prevedeva che “l’Italia si muoverà in un ambiente ostile anche perché sfide, provocazioni quando non strafottenza dei suoi nuovi leader non le attirano simpatie e in più alimentano il nervosismo dei mercati con inevitabile aumento degli spread, quindi del costo del debito e danni alla stabilità del sistema bancario“. “L’Italia – avvertiva – oggi si muove sulla lama di un rasoio, ma sono i mercati molto più dell’Europa i veri sovrani del suo futuro: i primi prosperano sulla sua instabilità, l’Europa la teme per gli inevitabili contraccolpi sulla tenuta propria e dell’euro. Per questo alla fine l’Europa probabilmente farà qualche concessione per evitare altre traumatiche rotture post-Brexit e non soffiare vento nelle vele del vittimismo populista con le elezioni europee alle porte. Ammesso che con gli ultimi ritocchi il nuovo bilancio alla fine passi l’esame a Bruxelles, perché solo crescendo si sostiene il debito, per l’Italia del cambiamento sarà solo il principio di nuove prove: rilancio effettivo dello sviluppo con riforme strutturali oltre che investimenti, recupero di efficienza e competitività dell’economia e non di assistenzialismo nel rispetto dei nuovi impegni europei. In caso contrario le vere sanzioni non le arriveranno dal patto di stabilità, ma dai mercati. E saranno pesantissime”.

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