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Balneari, quali sono le posizioni dei partiti di centrodestra
La battaglia sulle concessioni balneari si conferma uno degli intrigati nodi politici tutto interno alla maggioranza, tra FdI, FI e Lega
Il tema delle concessioni balneari torna al centro del dibattito politico, con una battaglia tutta interna alla maggioranza tra Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. La questione si concentra sugli indennizzi per i concessionari uscenti e su come questi dovrebbero essere calcolati, con circa duecento emendamenti presentati per il Decreto infrazioni attualmente in discussione. I principali partiti di centrodestra, nei fatti, sulla materia continuano a fare il bello e il cattivo tempo, proponendo modifiche che mirano a garantire una maggiore tutela per gli operatori del settore balneare, i cui diritti sembrano minacciati dall’accordo tra il governo e l’Unione europea sulle concessioni.
GLI EMENDAMENTI DELLA LEGA E IL TEMA DEGLI INVESTIMENTI
In particolare la Lega ha presentato tre emendamenti significativi, che puntano a eliminare i vincoli temporali previsti dal decreto per il calcolo degli indennizzi sugli investimenti. Attualmente, il decreto stabilisce che solo chi ha effettuato investimenti negli ultimi cinque anni può ricevere un’equa remunerazione. Il Carroccio, tuttavia, sostiene che gli indennizzi dovrebbero essere riconosciuti per tutti gli investimenti fatti, indipendentemente dal periodo in cui sono stati effettuati, per evitare penalizzazioni ingiustificate agli operatori balneari.
LA POSIZIONE DI FORZA ITALIA: PROTEZIONE DEL VALORE AZIENDALE
Forza Italia ha avanzato una ventina di emendamenti, centrati principalmente sul riconoscimento del valore aziendale delle concessioni balneari. Il partito di Tajani sostiene che il valore delle imprese, creato con anni di lavoro e investimenti, debba essere adeguatamente compensato nel caso di passaggio di concessione. FI propone che i concessionari uscenti ricevano immediatamente il 50% dell’indennizzo dovuto, rispetto al 20% attualmente previsto, con il resto garantito da fideiussioni.
FI sottolinea inoltre come il decreto, nella sua forma attuale, non tenga conto delle spese di avviamento delle attività balneari, limitandosi a considerare solo gli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni, un periodo fortemente influenzato dalla crisi del Covid. Anche gli alberghi con spiagge private verrebbero colpiti da questa normativa, aggravando la situazione per molte attività turistiche.
LE PROPOSTE IN CAMPO DI FDI
Fratelli d’Italia ha presentato una decina di proposte di modifica, lasciando intravedere possibili margini di trattativa. Oltre al valore degli investimenti non ammortizzati, il partito di Giorgia Meloni sostiene che debba essere riconosciuto il valore aziendale delle concessioni, per garantire un’equa remunerazione ai concessionari uscenti.
Il deputato Riccardo Zucconi di FdI ha ribadito che la battaglia è a favore delle micro-imprese, che rappresentano il tessuto economico del Paese. Zucconi ha invocato l’articolo 42 della Costituzione italiana, che tutela la proprietà privata, affermando che non è possibile espropriare un’impresa senza riconoscerne il valore. Occhi puntati, ovviamente, anche sul futuro vicepresidente esecutivo e commissario Ue Raffaele Fitto, che potrebbe avere un ruolo decisivo nella mediazione con l’Ue
IL QUADRO NORMATIVO E IL FUTURO DELLE CONCESSIONI BALNEARI
Il governo ha già accettato l’inevitabilità delle aste pubbliche per l’assegnazione delle concessioni balneari, con l’estensione delle concessioni attuali fino al 30 settembre 2027 e la previsione di nuove gare da bandire entro giugno dello stesso anno. Tuttavia, la battaglia si concentra ora sull’indennizzo ai concessionari uscenti, un tema che la maggioranza vuole risolvere senza legarlo necessariamente al risultato dell’asta. Nella proposta di modifica avanzata da FdI, si prevede che il valore degli investimenti non ammortizzati e l’equa remunerazione per i concessionari siano stabiliti attraverso una perizia asseverata da un professionista nominato dall’ente concedente. Inoltre, il nuovo concessionario dovrà pagare almeno il 50% dell’indennizzo in denaro e garantire il resto con una fideiussione.
LA PROSPETTIVA POLITICA E IL CONFRONTO CON L’UE
L’intera questione resta fortemente politica, con il governo italiano impegnato a mediare tra gli interessi dei concessionari e le pressioni dell’Unione europea, che da tempo chiede una maggiore concorrenza nel settore. Il centrodestra, nonostante alcune divergenze interne, sembra compatto nel voler tutelare gli operatori balneari, ma restano ancora molti nodi da sciogliere. La discussione sul decreto infrazioni riprenderà presto alla Camera, nelle commissioni Giustizia e Finanze, e sarà cruciale per delineare il futuro delle concessioni balneari in Italia e, forse, anche dei rapporti con l’Ue.