Tempesta in un bicchier d'acqua sulle parole del ministro Giorgetti sulla revisione e l'aggiornamento delle…
Perché questa guerra bancaria è fasulla
La risposta di Giorgia Meloni alle critiche dopo la misura sugli extraprofitti delle banche commentata nei graffi di Francesco Damato
Costretti purtroppo dalla loro ormai quotidianità a trattare alla stregua di incidenti stradali, come è ormai costretto a fare anche l’Osservatore Romano, i naufragi dei migranti in fuga verso l’Europa, prendendocela con “il lavoro sporco” -come titola il manifesto- ora degli scafisti, ora dei mancati o svogliati soccorritori, o di entrambi, dobbiamo continuare a navigare nelle acque spesso un po’ troppo torbide della politica interna.
LE REAZIONI CURIOSE AGLI EXTRAPROFITTI PER LE BANCHE
Il torbido questa volta viene dalle reazioni davvero curiose, in pieno conflitto d’interessi finanziari e partitici, alla tassazione decisa dal governo Meloni degli extraprofitti bancari derivati dall’aumento dei tassi d’interesse, applicato solo quando si concedono crediti e non quando si raccoglie e si conserva denaro. Guadagni “ingiusti”, li ha definiti la premier provocando altre polemiche delle quali tuttavia può consolarsi pensando più a quel “91 per cento dei consensi” della gente comune gridato da Libero che alle beghe interne alla maggioranza, e targate stavolta in prevalenza Forza Italia, o a quelle esterne. Fra le quali si distingue per rapidità e insistenza la protesta di Matteo Renzi, sul suo Riformista, contro “la svolta grillina di Giorgia”.
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Chi, appunto come Renzi, e come il segretario forzista Antonio Tajani con la discrezione di un alleato ben educato, ha temuto e continua a temere danni pressocchè irreparabili agli istituti di credito, sorpresi dall’intervento del governo per finanziare la riduzione delle trattenute dagli stipendi e difendere la sostenibilità dei mutui, soprattutto quelli sulla prima casa, è rimasto inchiodato alla Borsa dell’altro ieri. Quella di ieri, che ha segnato un “rimbalzo” dell’1,3 per cento dei titoli bancari, favorito anche da una correzione apportata in fretta al primo testo dell’intervento, è servita a poco o niente.
IL RIMBALZO
Eppure a completare il rimbalzo dell’1,3 per cento c’è l’aumento dell’indice bancario italiano del 3,68 per cento, contro l’1 per cento dell’indicatore “cugino” europeo. “Il rimbalzo ha mitigato il passivo settimanale (-3,7). Da ricordare che da gennaio i titoli bancari sono ancora in crescita del 28 per cento”, spiega il quotidiano economico “Il Sole- 24 Ore”, ancora di proprietà della Confindustria se non è stato acquistato, non solo in edicola fra le pochissime aperte di notte, dalla premier o da un suo prestanome.
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Per quanto riguarda il regalo ai grillini lamentato da Renzi, l’onestà professionale vuole che si ricordi anche la orgogliosa rivendicazione del solito Fatto Quotidiano. Il cui direttore ha scritto, testuale: “E’ un successo delle opposizioni: dei 5Stelle e della sinistra che posero per primi il problema e del Pd modello Schlein che li segue. Ma anche del Fatto, che dai tempi di Draghi chiede di finanziare le politiche sociali con robuste liposuzioni del grasso in eccesso accumulato da chi ha lucrato su Covid, guerra e tassi: banche, assicurazioni, colossi farmaceutici, energetici e militari”. Un genio o profeta, questo Travaglio.