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Basta proroghe e distanziometri. Subito la riforma del gioco pubblico, poi gare per operatori certificati. Il piano di AGIC
Basta proroghe e distanziometri. Subito la riforma del gioco pubblico, poi gare per operatori certificati. È quanto chiede l’Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione (AGIC) al Governo, in questi giorni cruciali per la Manovra
Basta proroghe, distanziometri e proclami. Serve una riforma del gioco pubblico a 360 gradi per contrastare l’illegalità, tutelare i giocatori e valorizzare una delle maggiori industrie nazionali. Una riforma che dovrebbe confermare l’attuale sistema delle concessioni, limitandosi però a operatori certificati e desiderosi di investire in innovazione tecnologica e contrasto all’illegalità. È quanto chiede Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione (AGIC) al Governo, in questi giorni cruciali per la Manovra, secondo quanto emerso ieri nel corso del pranzo di presentazione dell’associazione presso il JK Place di Roma.
GIOCO PUBBLICO, I NUMERI
Nel primo semestre 2024 gli italiani hanno speso complessivamente (Turnover o Raccolta) 78.1 miliardi di euro nel gioco. Una cifra che non deve però ingannare. Infatti, 67,4 miliardi di questi sono tornati nelle tasche dei giocatori sotto forma di vincite, generando un valore di Gross Gaming Revenue (indicatore che mostra la spesa reale degli italiani al netto delle vincite erogate) pari a 10, 7 miliardi di euro, secondo l’elaborazione di AGIC di dati ADM. Entrando nel dettaglio, nello stesso periodo l’online ha generato un valore GGR di 2,4 miliardi di euro, contro gli 8,3 del retail.
Al primo posto troviamo il Gaming, con 5,8 miliardi di euro di GGR. Il maggior contributo arriva dall’offline (4,4 miliardi di euro), contro gli 1,4 miliardi dell’online. In seconda posizione si classifica il settore del Lottery, che nel primo semestre di quest’anno ha generato 3,2 miliardi di euro, di cui 0,9 miliardi dall’online e 3,1 dall’offline. Terzo il Betting, con un GGR complessivo di 1,6 miliardi di euro, 0,9 online e 0,7 offline.
“Nel gaming la preferenza dei giocatori si sta spostando sempre più verso l’intrattenimento. Nell’ultimo anno abbiamo assistito a un rallentamento nelle slot machine e un aumento negli skin game, che assicurano un Payout intorno al 90%. A fine anno stimiamo che ci sarà un miliardo in meno di raccolta da slot in favore degli skin game”, ha detto Michele Sessa, Institutional & Regulatory Affairs Director Snaitech.
Numeri che dimostrano come la Raccolta (Turnover) sia il dato più citato ma anche il più ingannevole, secondo AGIC. Infatti, non considera il valore delle vincite, il cosiddetto Payout. In altre parole, non mostra quanto incassano realmente gli operatori in termini di introiti, al netto del prelievo fiscale: circa il 50%, l’altra metà invece finisce nelle casse dello Stato.
PROPOSTE PER LA RIFORMA DEL GIOCO
Il tempo delle proroghe è finito, mai come oggi serve una riforma del settore del gioco pubblico, secondo AGIC. L’associazione chiede che il Governo adotti in tempi breve il primo decreto di riordino sui giochi a distanza (Decreto legislativo n.41 del 25 marzo del 2024), che modifica il quadro regolatorio nazionale della disciplina dei giochi pubblici ammessi in Italia, in particolare quelli online. Riforma che non riguarda la rete fisica e le case da gioco.
I punti principali su cui si dovrebbe fondare la norma, secondo AGIC, sono: conferma del modello concessorio ed innalzamento dei livelli di qualità per la gestione della rete telematica dei Concessionari selezionati; garanzia della certezza e stabilità del prelievo fiscale per l’intera durata del rapporto concessorio e aumento dei presidi a tutela dei giocatori; affidamento dell’attività di raccolta a soggetti professionali e affidabili, con requisiti soggettivi e oggettivi specificamente individuati.
AGIC: RICONOSCETECI COME FILIERA
AGIC – Associazione Gioco da Intrattenimento in Concessione associa i quattro principali concessionari del gioco lecito: IGT (International Game Technology), Lottomatica, Sisal Italia, Snaitech. 4 aziende che compongono l’associazione hanno un totale di circa 6.000 occupati, una quota di mercato del gioco legale di quasi il 70% e una rete complessiva di circa 60.000 punti vendita presenti su tutto il territorio nazionale. Numeri che rendono la filiera che ruota intorno al gioco pubblico una delle maggiori in Italia e tra le più innovative.
Infatti, negli ultimi anni, i concessionari del gioco pubblico hanno aumentato gli investimenti in tecnologia di circa il 50%. Fondi che sono andati sopratutto in cybersecurity, per assicurare la sicurezza delle infrastrutture e la formazione. AGIC promuove una data strategy che mira ad assicurare i requisiti di sicurezza e protezione dei giocatori, di tutela dei dati sensibili, di qualità dell’attività di intrattenimento, di garanzia delle transazioni, affidabilità e tempestività dei pagamenti. Tuttavia, secondo l’associazione manca ancora il riconoscimento di industria a tutti gli effetti.
IL CONTRASTO ALL’ILLEGALITA’ NEL GIOCO
Il settore del gioco pubblico è ancora afflitto dal virus dell’illegalità, che costa ben 25 miliardi di euro all’anno. Un’illegalità mascherata agli occhi del consumatore, che spesso fatica a riconoscere i gestori non autorizzati. Per questa ragione, AGIC chiede l’introduzione di una certificazione per i punti vendita regolari.
“Una certificazione dei punti di vendita specializzati permetterebbe di assicurare la qualità del lavoro, l’aggiornamento formativo dei dipendenti e la legalità”, ha affermato Giovanni Emilio Maggi, Chief Institutional Affairs & Communication Officer di Sisal.
PERCHE’ LE CONCESSIONI SONO UNA RISPOSTA
Le gare sono una prima risposta al fenomeno dell’illegalità e tutelano maggiormente i consumatori. Per questa ragione AGIC chiede la conferma del modello concessorio italiano, ma introducendo procedure di selezione basate su razionalizzazione dell’offerta, innovazione tecnologica, qualificazione delle reti di vendita fisiche, definizione di criteri per risolvere la “questione territoriale” basata sul tema delle distanze dai Punti sensibili e tutela degli investimenti.
Il modello italiano prevede l’assegnazione in appalto della gestione e distribuzione di uno o più giochi tramite gare ad evidenza pubblica. Il concessionario riveste quindi il ruolo di “incaricato di pubblico servizio” e si assume in proprio il rischio operativo dell’attività, sotto il controllo da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Un modello che, secondo Alberto Giorgetti, Responsabile Relazioni Istituzionali di IGT, negli anni si è rivelato virtuoso. Un’affermazione supportata anche dai numeri. “Dal 2023 sono arrivati 120 miliardi di euro di gettito dalle aziende”, ha sottolineato Giorgetti.
BASTA DISTANZIOMETRO
Basta distanziometro, le limitazioni all’apertura di punti vendita sono troppe, secondo AGIC. L’associazione chiede di ridurre il numero di punti sensibili identificati dalle Regioni e di permettere una dislocazione libera sull’intero territorio nazionale, considerando i rischi reali di esposizione al gioco delle fasce più deboli della popolazione. Inoltre, propone di razionalizzare la rete di punti di vendita, mettendo a gara un totale di: 12.000 pdv di raccolta per le scommesse, tra agenzie e corner; 200.000 diritti per AWP; 50.000 diritti per VLT.