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Mattarella, Manzoni e i promessi sposi Berlusconi-Renzi

Scandicci Arcore Flirt Renzi Berlusconi?

Questa è la verità sottesa a tutti i messaggi che l’uomo di Arcore e il senatore di Scandicci si scambiano direttamente o indirettamente. I Graffi di Francesco Damato

Ah, a riaverlo davvero Alessandro Manzoni, anziché limitarci a rileggerlo e celebrarlo con tutta la solennità e l’ammirazione del caso, come ha appena fatto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Milano a 150 anni dalla morte. Egli potrebbe riscrivere i suoi famosissimi Promessi Sposi non occupandosi più di Renzi e Lucia ai loro tempi ma scrutando i rapporti di questi anni fra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, o viceversa, come preferite. Che si cercano, si annusano, si inseguono non per sposarsi di certo, essendo entrambi orgogliosamente eterosessuali, ma per contendersi lo stesso elettorato.

L’UOMO DI ARCORE E IL SENATORE DI SCANDICCI PROMESSI SPOSI?

Diciamolo con tutta la schiettezza che meritano i due leader e lo stesso mestiere di chi racconta e commenta la complicatissima politica italiana. Questa è la verità sottesa a tutti i messaggi che l’uomo di Arcore e il senatore di Scandicci si scambiano direttamente o indirettamente. Una verità sottesa anche al turbolento matrimonio o fidanzamento politico fra lo stesso Renzi e Carlo Calenda: il primo sostanzialmente più attento agli elettori ancora berlusconiani e il secondo un pò per ripicca, un pò per esigenze di posizionamento, più attento al Pd pur essendovi passato per poco, diversamente da Renzi che ne fu a suo tempo anche il capo rottamatore. E vi ha lasciato dentro qualche amico anche dopo essersene andato per allestire un nuovo e tutto suo movimento chiamato Italia Viva, ironicamente scambiato una volta da Romano Prodi per il nome di uno yogurt a rischio di scadenza, come tutti i prodotti di quel genere.

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Renzi ha profittato anche dell’ultimo invito in un salotto televisivo per mandare a Berlusconi gli auguri di ben tornato a casa dall’ospedale, fra una frecciata e l’altra a un Calenda peraltro impietosamente colto in fallo ad attribuire al Riformista vignette ostili che il giornale di Renzi semplicemente non ha potuto riservargli perché non dispone di vignettisti, o ne ne dispone ancora. E, correndo appresso al suo direttore editoriale, quello responsabile del Riformista, l’ex parlamentare forzista Andrea Ruggieri, ancora dichiaratamente ammiratore del Cavaliere, ha così concluso oggi il suo editoriale: “Silvio Berlusconi torna a casa dopo 45 giorni di ricovero. Non posso non mandargli un caldo abbraccio. A nome mio, ovviamente, ma anche del Riformista”.

       – Leggi qui tutti i Graffi di Damato

Berlusconi invece che fa dalla sue ritrovate stanze di Arcore quando una giornalista del Corriere della Sera che lo segue abitualmente gli chiede dei rapporti con Renzi? Risponde che il suo ex “royal baby”, come lo ha chiamato a lungo il comune amico e ammiratore Giuliano Ferrara, “dice spesso cose giuste, ma fino a quando non ne trarrà le conseguenze politiche, scegliendo la nostra metà campo, non si potrà andare al di là di occasionali convergenze in Parlamento”. Occasionali come quelle praticate sulla riforma costituzionale fra il 2014 e il 2015 e naufragate col no decisivo di Berlusconi nel referendum conclusivo del 2016.

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