Giuli sceglie il vicecapo di gabinetto del MiC Giorgio Carlo Brugnoni per il dopo-Borrelli alla Direzione Cinema e Audiovisivo. Ecco il suo profilo
Dopo le dimissioni di Nicola Borrelli, coinvolto suo malgrado nel caso sul tax credit al presunto film di Rexal Ford il nuovo direttore generale per il Cinema e l’Audiovisivo sarà Giorgio Carlo Brugnoni.
Giuli affida dunque al suo vicecapo di gabinetto la complicata eredità dello storico dirigente del MiC. Ma la nomina potrebbe rispondere a un’esigenza di “panchinare” Borrelli per due anni, visti i recenti trambusti in cui è stato coinvolto il suo ufficio, in attesa di un suo ritorno, un volta passata la buriana al ministero.
BRUGNONI LA SPUNTA SU PARENTE
Niente da fare per Antonio Parente, il profilo interno spinto da Franceschini e gradito anche a FdI, emerso grazie al lavoro di mediazione di Claudio Durigon, incaricato da Salvini per risolvere le frequenti tensioni al MiC che hanno spesso visto contrapposti il ministro e la sottosegretaria di area leghista Lucia Borgonzoni.
Come ricostruisce Il Fatto Quotidiano, il nome di Brugnoni sembra più in linea con i requisiti finanziari che piacciono al ministro Giorgetti, che già su altri nomi ha saputo trovare l’intesa con Giuli. L’annuncio ufficiale della designazione è atteso per il Festival del Cinema di Venezia.
CHI È GIORGIO CARLO BRUGNONI
Classe 1986, Brugnoni arriva dalla finanza, con due lauree in Economia e un lungo percorso in Cassa Depositi e Prestiti, includendo incarichi specialistici e manageriali. Nel 2022 è entrato al Mic come consigliere economico di Sangiuliano e successivamente vicecapo di gabinetto. Dopo la caduta della squadra di Giglioli, è rimasto uno dei pochi superstiti.
Oggi lavora a stretto contatto con Piero Tatafiore, ex capo ufficio stampa, ed Emanuele Merlino, eminenza vicina a Fazzolari. Sul fronte cinema, Brugnoni è braccio operativo di Giuli e s’interfaccia con la sottosegretaria Borgonzoni.
COSA CAMBIA CON BRUGNONI
Brugnoni porta in dote appena due anni di esperienza diretta nel settore: la sua sfida sarà reggere il confronto con la lunga carriera del predecessore, approdato al MiC più di vent’anni fa, su nomina dell’allora ministro Sandro Bondi, e rimasto al suo posto con tutti gli esecutivi che si sono avvicendati, forte di un lungo curriculum nella gestione amministrativa, nella programmazione, nel bilancio e nella revisione cinematografica.