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Buona la prima per Orsini e Meloni all’assemblea di Confindustria
Il presidente di Confindustria chiede “scelte coraggiose” al Governo. In platea delegazione dell’Esecutivo al gran completo. Sintonia con la premier
Prima relazione annuale per il neo presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. Buona la prima, si direbbe. Per il governo Meloni, aggiungiamo. Perché le parole, gli appelli e gli inviti rivolti dal leader dell’associazione degli industriali sono state musica per le orecchie di Giorgia Meloni e di tutto il centrodestra.
GLI APPLAUSI A ORSINI E LA SINTONIA CON IL GOVERNO
Per oltre 30 volte Orsini è stato interrotto dagli applausi. La sua Relazione è stata definita da molti partecipanti (in tutto erano circa 2.000), “pragmatica”. In prima fila in platea ad ascoltarlo la premier Giorgia Meloni, seduta accanto ai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Folta la delegazione del Governo, con, tra gli altri, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, Giuseppe Valditara, Marina Calderone, Anna Maria Bernini.
Molti i temi toccati, ma il leader degli industriali, nelle 23 pagine dell’intervento, ha più volte messo l’accento sulle tematiche ambientali legate alla Commissione europea e sulla necessità per l’industria di difendere la neutralità tecnologica. Secondo Orsini infatti la “decarbonizzazione inseguita anche al prezzo della deindustrializzazione è una debacle”. Forti applausi sono arrivati non solo quando ha criticato il Green Deal ma anche in altri due passaggi: nella parte in cui ha parlato di un’Italia “che frappone ostacoli, che si nasconde dietro la burocrazia e che evita le responsabilità e nelle conclusioni in cui chiede “di poter fare il nostro lavoro in un confronto leale e con regole certe coltivando sempre la cultura del saper fare. Perché Made in Italy significa fatto bene”. Infine il passaggio sull’imminente stesura della legge di Bilancio, sulla quale “come capita ogni anno – ha sottolineato -, fioccano ipotesi, timori e speranze. Diamo atto al governo di voler tenere la barra dritta sui conti pubblici, e di questo lo ringraziamo”.
MELONI A CONFINDUSTRIA: “AVANTI MANO NELLA MANO PER L’ITALIA”. SALVINI: “DA ORSINI PAROLE CORAGGIOSE”
Applausi da parte della premier e dei ministri. “Con questo governo – ha sottolineato la premier Meloni nel suo intervento – le porte saranno sempre aperte a chi vuole offrire proposte, soluzioni concrete ai problemi che abbiamo. Propongo quindi di vederci da subito, presidente Orsini, c’è tanto lavoro da fare con la legge di Bilancio e quant’altro, cerchiamo di organizzare il prima possibile” un incontro. “Confido che continueremo a lavorare insieme”, ha aggiunto rivolgendosi alla platea dell’auditorium del Parco della Musica.
Il vicepremier Salvini ha ringraziato “il presidente Orsini per le parole coraggiose, in particolare sul Ponte sullo Stretto e sul nucleare. Finalmente si cambia, le idee e i progetti della Lega vengono abbracciati da tanti”.
ORSINI: “SERVONO SCELTE CORAGGIOSE, SFIDA E’ ANCHE SOCIALE”
Ecco più nei dettagli cosa ha detto il presidente di Confindustria. “Se l’Europa deve cambiare marcia anche l’Italia è chiamata a nuove scelte coraggiose”, ha avvertito Orsini, che nella sua relazione all’assemblea annuale mette in primo piano anche la “sfida sociale”, l’esigenza di puntare su “poche e chiarissime priorità” con “tre direttrici: competitività, produttività” ma anche “comunità”. E ha spiegato: “La terza per me significa dare senso sociale, valore e dignità alle altre due”. “La contrazione dell’industria italiana” richiede “una vera e propria responsabilità collettiva, di tutti i soggetti sociali e politici del nostro Paese” per “realizzare un deciso balzo avanti della produttività italiana”. Ed in Europa è ora “vitale” un “cambio di passo sulla competitività”.
PRESIDENTE CONFINDUSTRIA: “NEL PSB RIFORME E INVESTIMENTI O RISCHIAMO STALLO
In merito al Piano strutturale di bilancio, il presidente di Confindustria ha detto di aspettarsi che “includa quelle riforme e quegli investimenti che sono assolutamente necessari. Bisogna prevedere serie politiche industriali e rilevanti incentivi agli investimenti, la risposta al post Pnrr”, come “la spinta che ci deve dare Industria 5.0. Altrimenti rischiamo lo stallo o, addirittura, un passo indietro”. “Dobbiamo definire le priorità, e far convergere le risorse disponibili – ha aggiunto -, immaginando una cornice pluriennale di finanziamenti pubblici e privati per difendere e potenziare le filiere industriali strategiche”.
ORSINI: “LA STRADA È QUELLA DEI CONTRATTI, NON IL SALARIO MINIMO LEGALE
Arriva poi il passaggio sui rapporti con le organizzazioni sindacali. “Noi e i sindacati – ha sottolineato Orsini indicando tra i temi quello dei contratti – abbiamo tanto da fare insieme, e noi siamo pronti ad avviare un confronto”. “Come alcuni sembrano non voler ricordare, Confindustria prevede nelle sue qualifiche contrattuali retribuzioni ben più elevate del salario minimo per legge. Noi difendiamo il principio che il salario, in tutte le sue componenti, si stabilisca nei contratti, nazionali e aziendali, trattando con il sindacato”. A cui, ha rilanciato, “diciamo che è tempo di un’azione comune per contrastare i troppi contratti siglati da soggetti di inadeguata rappresentanza. È tempo di unire le forze”.
ORSINI: “PER UE SFIDE CICLOPICHE, BENE IL PIANO DRAGHI”
“Le sfide da affrontare per l’Unione dei 27 sono ciclopiche”, ha ammonito il presidente di Confindustria dall’assemblea annuale dell’associazione degli industriali. “Ci conforta che il rapporto del presidente Mario Draghi abbia riportato con profondità e completezza le istanze delle nostre imprese, su cui da tempo richiamiamo l’attenzione” ha detto, sottolineando la “necessità vitale del cambio di passo dell’Europa sulla competitività, in riferimento alle politiche industriali che grandi Paesi come Usa e Cina stanno adottando, senza farsi trascinare da politiche ambientali autolesionistiche”.
PRESIDENTE CONFINDUSTRIA: “TROPPI ERRORI NEL GREEN DEAL, INDUSTRIA A RISCHIO”
Il presidente Orsini ha precisato poi che “non dobbiamo dimenticare che oggi le transizioni, energetica, ambientale e digitale, pongono fondamentali quesiti: industriali, politici ed etici che non possiamo più ignorare”. “Lo dico con chiarezza, in accordo con i colleghi delle Confindustrie europee” ha sottolineato: “Il Green Deal è impregnato di troppi errori che hanno messo e mettono a rischio l’industria. Noi riteniamo che questo non sia l’obiettivo di nessuno. La decarbonizzazione inseguita anche al prezzo della deindustrializzazione è una debacle”.
“IMPRESCINDIBILE COLLEGARE PONTE STRETTO A STRADE E FS”
Altro assist al governo, e alla Lega in particolare: “La connessione del Ponte sullo Stretto ad un adeguato sistema ferroviario e stradale è imprescindibile: bisogna dar seguito a tutti gli investimenti che sono stati previsti”. Orsini poi ha sottolineato il ‘tema essenziale’ degli investimenti, “soprattutto nelle infrastrutture, che al Sud restano carenti e che sono il settore che rischia di compromettere molti progetti collegati al Pnrr”.
ORSINI: “TAGLIO CUNEO SIA PERMANENTE, SERVE IL PIANO CASA”
“Il taglio del cuneo fiscale va reso permanente”, ha chiesto il leader degli industriali, Emanuele Orsini, dall’assemblea annuale di Confindustria. Con la “tutela dell’industria” che oggi deve andare “di pari passo” anche con la tutela “della coesione sociale”. Orsini ha rilanciato anche la sua proposta per “un piano straordinario di edilizia per i lavoratori neoassunti”. Sul fronte dei conti pubblici, tra le sollecitazioni degli industriali, “serve un intervento graduale di risparmio sugli oltre 1200 miliardi della spesa pubblica”. E servono “misure a favore della crescita in modo strutturale e deciso”, e tra queste “introdurre l’aliquota premiale sull’Ires per gli utili reinvestiti; abolire l’Irap per le società di capitali e non sostituirla con una sovraliquota Ires; ripristinare l’Ace, poiché la patrimonializzazione delle nostre imprese è elemento essenziale per investire”.
Di contro, gli industriali sono “pronti a un esame serio e dettagliato con il Governo di molte fiscal expenditures, detrazioni e deduzioni d’imposta che, nel corso dei decenni, si sono accumulate a centinaia e molte non corrispondono a vere finalità di crescita”. “Presenteremo inoltre al Governo, entro poche settimane, – ha affermato ancora Orsini nella sua relazione all’assembla – una serie di misure a costo zero, che sono essenziali per la certezza del diritto e la sburocratizzazione degli oneri che soffocano oggi le nostre imprese, tanto da trasformare l’imprenditore in una sorta di funzionario pubblico aggiuntivo”.
CHE TIPO DI CONFINDUSTRIA VUOLE ORSINI
“La Confindustria che vogliamo – è l’auspicio di Orsini – è una Confindustria dei risultati. Una Confindustria unita e aperta al dialogo, legata ai propri valori e alla propria identità”. “Per noi – ha aggiunto – lo sviluppo significa non solo ascensore sociale. Significa anche rispetto dei diritti. E il progresso non sarà mai solo mera innovazione e produzione di utili, ma avanzamento sociale, industriale, civile e culturale per tutto il nostro Paese”.
“Lo diciamo con determinazione – ha evidenziato -: siamo una forza fondamentale per il Paese e siamo in grado di indicare una prospettiva per il futuro, forti di una grande presenza nel mondo, grazie ad un network di oltre 150.000 imprese e oltre cinque milioni di persone. Un’organizzazione unica”. “Noi imprenditori – ha detto il presidente di Confindustria – abbiamo tenacia, fiducia e spesso ottimismo al limite dell’impossibile, per progettare ed investire anche in tempi incerti. Forti, affidabili e coesi. Lo dimostriamo tutti i giorni: ci crediamo, amiamo il nostro Paese, vogliamo vedere crescere qui i nostri figli perché crediamo che l’Italia sia il Paese più bello del mondo. Ci mettiamo passione e chiediamo solo di poter fare il nostro lavoro in un confronto leale e con regole certe, che rivolga la propria attenzione alle persone, coltivando sempre la cultura del saper fare. Perché Made in Italy significa fatto bene” ha concluso Orsini.