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Il ‘campo largo’ ci riprova. Schlein e Conte alla battaglia d’autunno contro i tagli alla sanità pubblica
Che cosa vogliono fare i partiti d’opposizione, soprattutto Pd e M5S, per dare filo da torcere al governo
”Insieme siamo più efficaci”. Dopo dieci mesi di opposizione pasticciata e in ordine sparso, Elly Schlein si è resa conto che forse vale la pena dare una seconda chance al ‘campo largo’. Il fronte unito delle opposizioni nella battaglia sul salario minimo (a parte Italia Viva) è stata una novità estiva che potrebbe trovare una consuetudine autunnale meno accidentata, soprattutto nei rapporti tra Pd e M5S. Un fronte che – novità ancor più significativa – ha avuto legittimazione politica dal confronto avviato dalla premier.
I SEGNALI DELLA PREMIER
Giorgia Meloni ha usato come gancio la proposta del leader di Azione Calenda per lanciare alcuni segnali dopo lo strappo sul reddito di cittadinanza: 1. non vuole lasciare il tema alla sinistra per la campagna elettorale, a maggior ragione dopo aver scoperto che la stragrande maggioranza degli italiani sostiene la misura; 2. preferirebbe un’opposizione unita e collaudata, perché sa che solo con un vero e forte bipolarismo il suo governo potrà avere lunga vita. Ed è per questo che, con la mossa pro Calenda (che guarda al Pd), sta cercando di rendere ininfluente il guastatore Matteo Renzi e le sue mire su Forza Italia.
IL CAMBIO DI MARCIA NECESSARIO PER L’AUTUNNO
Tornando al campo largo, Conte, Schlein e Fratoianni si sono resi conto che solo insieme, con un potere contrattuale più forte, possono avere qualche velleità di essere presi sul serio dalla premier, di avere più visibilità sui media e qualche probabilità in più di ottenere dei risultati. Se c’è anche Calenda ancora meglio. E allora quale è l’altro dossier – oltre il salario minimo – che può mettere d’accordo tutte le opposizioni? Ovviamente la battaglia “contro i tagli contro la sanità pubblica” come ha detto la stessa segretaria del Pd in una recente intervista. Si tratta del tema più scottante, un nervo scoperto per il governo perché i problemi sono reali e basta poco perché la situazione possa degenerare, come avvenuto del resto nei mesi scorsi in diverse città europee, da Parigi a Londra.
CHE COSA NON VA (PARECCHIO) NELLA SANITA’
Le risorse sono insufficienti, i medici e gli infermieri scarseggiano, sottoposti a turni massacranti e spesso vittime di aggressioni; i casi di malasanità aumentano mentre le liste di attesa non accennano a diminuire e il Pnrr stenta a decollare. Cahiers de doléances che vengono tutti i giorni messi nero su bianco dai giornali che guardano a sinistra (vedi Repubblica, La Stampa, Domani). Quegli stessi giornali protagonisti di un duro scontro tra gruppi editoriali (Gedi e De Benedetti da una parte e le testate del gruppo Angelucci dall’altra) con al centro la sanità privata e la regione Lazio a guida Rocca. Ma questa è un’altra storia.
VERSO UN AUTUNNO A TONI ALTI DALL’OPPOSIZIONE
C’è da scommettere, dunque, che in autunno i toni delle opposizioni si alzeranno “per salvare la sanità pubblica”, “a difesa dell’universalità del servizio sanitario nazionale”, dell’art.32 della Costituzione che “tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo”. Una battaglia che sarà certamente centrale nella manifestazione organizzata dalla Cgil a ottobre. E chissà se in futuro il ‘campo largo’ si allargherà abbastanza da includere anche Landini, magari svestito dell’abito da sindacalista.