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Carceri, sovraffollamento e suicidi: i numeri del Dap
Bergoglio ha riacceso le luci dell’opinione pubblica e dei media sull’emergenza carceri. Gli ultimi dati del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria
L’apertura della Porta Santa del Giubileo nel carcere di Rebibbia da parte di Papa Francesco ha riacceso il dibattito sulle condizioni delle carceri italiane, già al centro delle polemiche per il sovraffollamento e il drammatico aumento dei suicidi. I dati diffusi dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nelle scorse settimane dipingono un quadro allarmante, mentre le forze politiche si confrontano su proposte e soluzioni.
I NUMERI DEL DAP: 79 SUICIDI NEL 2024
Secondo il Dap, dall’inizio del 2024 79 detenuti si sono tolti la vita nelle carceri italiane. Un numero vicino al record storico del 2022, quando i suicidi furono 84. Inoltre, nello stesso periodo, sono stati registrati 116 decessi per cause naturali e 22 per cause ancora da accertare. Questi dati, raccolti ed elaborati dal 2004 tramite la Sala Situazioni del Dap, confermano le criticità strutturali del sistema penitenziario, già segnato da un sovraffollamento cronico.
L’informatizzazione dei dati attraverso l’applicativo “Eventi critici” consente un monitoraggio in tempo reale accessibile anche al Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Nonostante ciò, il Dap (il cui capo si è dimesso poco prima di Natale) ha ribadito l’importanza di fare chiarezza sui numeri ufficiali, spesso diversi da quelli forniti da enti o associazioni di volontariato, sottolineando il dolore che ogni evento critico provoca non solo nei familiari dei detenuti, ma anche tra il personale penitenziario.
LE PROPOSTE DI RIFORMA. COSA FARE?
L’evento simbolico di Papa Francesco ha sollecitato alcune prese di posizione politiche. Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia, ha proposto misure come la revisione della carcerazione preventiva, il trasferimento dei detenuti tossicodipendenti in comunità di recupero e il potenziamento del personale giudiziario e penitenziario. “La pena è privazione della libertà, non della dignità”, ha dichiarato Tajani, invitando a un approccio che garantisca il rispetto dei diritti umani.
Anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha avanzato soluzioni operative che non richiedono nuove leggi: miglioramento dei protocolli per introdurre attività sportive, culturali e lavorative nelle carceri, e una maggiore attenzione alla rieducazione. Nordio ha ricordato che il detenuto deve essere considerato un soggetto da recuperare, non un “rifiuto sociale”.
Dal Partito Democratico è arrivata un’apertura al dialogo. Debora Serracchiani ha sottolineato l’urgenza di passare dalle parole ai fatti, citando il prossimo voto in Senato sul carcere per le mamme con neonati come un’opportunità per avviare riforme significative.
SOVRAFFOLLAMENTO E SUICIDI
Il sovraffollamento rimane uno dei problemi più gravi del sistema penitenziario italiano, con conseguenze dirette sulla salute mentale dei detenuti e sul lavoro del personale penitenziario. Il numero crescente di suicidi evidenzia una condizione di sofferenza diffusa all’interno degli istituti, mentre il Partito Radicale e +Europa rilanciano l’idea di un’amnistia e chiedono un dibattito parlamentare.
Le reazioni politiche rimangono comunque frammentate. Se Forza Italia e Pd sembrano orientate verso una collaborazione, altre forze come Fratelli d’Italia hanno mantenuto un atteggiamento di silenzio, mentre esponenti della Lega, come Roberto Vannacci, hanno proposto un approccio più severo, che preveda lavoro obbligatorio per i detenuti e il risarcimento delle vittime con i proventi.