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Le scuse per il ponte Morandi ed i progetti di Atlantia nella prima intervista dell’ad Carlo Bertazzo

Atlantia

Intervistato da La Stampa, il neo AD di Atlantia Carlo Bertazzo spiega: “puntiamo su ricambio manageriale e cambio radicale della cultura aziendale”.

“Quanto è accaduto con il ponte Morandi è qualcosa di gravissimo, che non doveva succedere e che rappresenta uno spartiacque per l’azienda. Chiediamo anzitutto scusa ai familiari delle vittime e a tutti gli italiani”. A scusarsi è Carlo Bertazzo, dallo scorso 13 gennaio AD di Atlantia, holding di partecipazioni alla quale fa capo Autostrade per l’Italia, nella sua prima intervista dopo la nomina, rilasciata a Francesca Spini de La Stampa.

Parlando dei fatti di Genova e delle intercettazioni che sono tutt’ora al centro delle inchieste dei procedimenti giudiziari per la mancata manutenzione, Bertazzo spiega “Nel gruppo non avremmo mai nemmeno potuto immaginare che ci fossero persone così distanti dall’etica aziendale e dal nostro modo di vedere e di operare”.

I piani di Carlo Bertazzo

Cosa significa che il crollo del ponte Morandi segna per Atlantia “uno spartiacque”? L’AD lo spiega così: “Da qui dobbiamo ripartire. Puntando sul ricambio manageriale e sull’investimento sui giovani talenti,su un radicale cambio di cultura aziendale, sulla ri-motivazione di tutti i lavoratori delle aziende del gruppo, sulla misurazione costante delle performances operative. E intendiamo anche cambiare la struttura della holding (…) Vogliamo trasformarla in una holding strategica di investimento. Lasceremo piena autonomia alle partecipate con cda e management più forti. La holding integrata come in passato non ci sarà più”.

Incalzato dalla giornalista de La Stampa sulle responsabilità della holding Atlantia sul crollo, Bertazzo spiega: “Il cda di Atlantia cura gli indirizzi strategici delle controllate. I programmi di manutenzione e le sue modalità non rientrano tra le cose che abbiamo mai discusse. Sicurezza e reputazione sono sempre stati obiettivi assoluti dettati dal consiglio. È evidente che qualcosa non ha funzionato o che non è stato fatto a sufficienza da Autostrade per l’Italia. Ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità. Lasciamo che la magistratura faccia il suo corso”.

Partecipate più autonome e management forte

Cosa c’è nel futuro di Atlantia? Nella sua prima intervista il neo-AD immagina una holding strategica di investimento, con partecipate che hanno piena autonomia e management più forti, non più quindi la holding integrata che abbiamo conosciuto fino a questo momento. E per farlo, Bertazzo si dice disponibile ad aprire alla partecipazione di nuovi partner nel capitale delle partecipate. Lo scopo non quello di apportare nuove conoscenze industriali, tecnologiche, di mercato e di relazioni. Oltre che (ed è una indicazione interessante alla luce di quanto emerso su Aspi) di disciplina e metodo. I settori ai quali la holding punta sono quelli infrastrutturali: reti, porti, energia.

E sulla ipotesi di recova delle concessioni ad Aspi Bertazzo spiega: “c’è sempre la massima disponibilità da parte di Aspi a trovare tutte le forme di equilibrio e di accordo con il Concedente per superare questa fase. Abbiamo volontà e determinazione per fare un cambio di passo che potrà portare benefici importanti al Paese”.

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