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Casaleggio ha presentato “Terminus”, il sistema di voto blockchain

5 Stelle

Il progetto “Terminus” di Davide Casaleggio, capo politico dell’Associazione Rousseau, è un altro passo verso un futuro senza Parlamento?

Lunedì 24 agosto, all’Euro-Par 2020, una conferenza sulla tecnologia organizzata in Polonia, a Varsavia, Davide Casaleggio ha presentato ufficialmente il suo sistema di voto elettronico Terminus. Luciano Capone del Foglio ha dato la notizia con un post su Twitter, commentando il sistema di Casaleggio come un passo verso il “sempre annunciato superamento della democrazia rappresentativa”.

IL TWEET

Nel suo tweet, Capone ha spiegato come è andata la prima votazione di prova su Terminus, che ha visto pochi partecipanti e un risultato scontato: ad ottenere più voti è stata la pizza margherita. “Davide Casaleggio lancia Terminus, il ‘Sistema di voto digitale del XXI secolo’, che soppianterà schede e urne (e forse la democrazia rappresentativa). È stato già sperimentato dal M5S: 67 elettori, 53 votanti, ha vinto la pizza margherita”. Era stato chiesto di rispondere cosa si preferisse tra pizza, arance, mele e caramelle, come dimostrazione per far capire il funzionamento del sistema di voto online.

TERMINUS E IL REFERENDUM

Nel dibattito sul referendum per il taglio del numero dei parlamentari, che si terrà il 20 e 21 settembre, l’annuncio di Casaleggio sembra voler far capire che il Movimento 5 Stelle vuole davvero sostituire un giorno il Parlamento con una piattaforma per l’e-voting. Sembra potersi avverare l’incubo di Tommaso Nannicini, senatore del Pd che aveva detto sul referendum di settembre: “Cambiare un tanto al chilo la Costituzione nata dalla Resistenza per strizzare l’occhio ai populisti renderà più debole la nostra democrazia rappresentativa. La cosa può far piacere a chi vorrebbe sostituirla con una piattaforma digitale privata, ma dovrebbe impensierire un po’ di più tutti gli altri”.

CHE COS’È TERMINUS

Terminus è stato presentato da Casaleggio in un paper scritto insieme ad altri autori: il ricercatore indipendente Vincenzo Di Nicola, gli informatici dell’Università di Cagliari Michele Marchesi e Roberto Tonelli, l’imprenditore Sebastiano Missineo. Terminus sarebbe un sistema di voto basato sulla tecnologia blockchain e sulle tecnologie usate da “Monero”, la criptovaluta nata in seguito al Bitcoin. Nel paper gli autori hanno cercato di spiegare i problemi del voto digitale e di qualsiasi sistema di voto: “evitare il controllo dell’identità degli elettori; consentire il controllo sul processo e sui risultati alle autorità, agli elettori e a terzi; controllare e impedire il voto su delega, sotto minaccia o dietro compravendita”.

I COMMENTI E LE CRITICITÀ

Capone ha analizzato il progetto di Casaleggio mettendone in evidenza tutte le criticità. “Si tratta in pratica di un’autodenuncia delle inefficienze della piattaforma Rousseau per come è stata denunciata dal Garante per la Privacy e per come l’abbiamo conosciuta negli anni: un sistema centralizzato che non garantisce anonimato e segretezza del voto, che non consente controllo sul processo elettorale e che non dà garanzie sull’integrità dell’esito finale. Tutte queste criticità, che finora hanno caratterizzato Rousseau e le sue decisioni vincolanti per il M5S, sarebbero ora superate dal nuovo sistema ideato dal tecnico del M5S e dai suoi tecnici: Terminus, grazie alla blockchain e alle soluzioni tecnologiche usate per la criptocurrency Monero, risolve tutti i problemi di anonimato, sicurezza, controllo e integrità del voto”.

Stefano Epifani, professore di Internet Studies e collega del ricercatore indipendente Vincenzo Di Nicola, co-autore del paper con Casaleggio, ha twittato così: “Malgrado @vincenzo sia una persona di enorme competenza ed avrà fatto un lavoro egregio, non siamo pronti per il voto elettronico. Non dipende da #blockchain, ma dall’ecosistema complessivo (ciò che c’è prima e ciò che c’è dopo). L’e-voting secondo Enisa* è ancora un rischio”.

 

*Enisa (European Union Agency for Cybersecurity) è l’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione. È stata creata nel 2004 ed è pienamente operativa dal 1º settembre 2005 con sede a Candia, sull’isola di Creta.

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