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Casellati pro Del Turco

Casellati Portavoce

I Graffi di Damato. Una mezza “grazia” è in arrivo per Ottaviano Del Turco

Al di là dell’arrabbiatura procuratale da un intervento televisivo di Vittorio Feltri, la presidente del Senato ha dunque deciso di intervenire per ripristinare – si vedrà in che modo ed entità – il vitalizio parlamentare tolto a Ottaviano Del Turco. Delle cui gravi condizioni di salute, attigue alla morte, Maria Elisabetta Alberti Casellati ha precisato di non essere stata informata quando ha partecipato all’”atto dovuto” contro l’ex senatore, deputato, europarlamentare, ministro, segretario del Partito Socialista, vice segretario della Cgil, perché condannato in via definitiva nel 2015 a 3 anni e 11 mesi di reclusione per “induzione indebita”.

Fu l’unico reato sopravvissuto ad una lunga lista di ancora più gravi capi d’imputazione mossigli dalla Procura di Pescara per gli anni in cui era stato presidente della regione Abruzzo, arrestato ancora in quella veste nell’estate del 2008 per la gestione della sanità locale. Il cui principale imprenditore privato, scampato con la prescrizione ai reati contestati pure a lui, lo aveva accusato di avergli estorto danaro di cui tuttavia non furono trovate tracce negli accertamenti disposti sul patrimonio mobiliare e immobiliare dell’imputato. Che aveva invece potuto dimostrare di avere inferto pesanti penalità nei rimborsi regionali alle cliniche del suo accusatore, guadagnandosi così più di un motivo di rivalsa.

Rivelato che nella “stessa seduta del Consiglio di Presidenza” occupatasi del caso di Del Turco aveva “assunto l’iniziativa per sanare un caso di decurtazione di un vitalizio che presentava forti elementi di iniquità”, Maria Elisabetta Casellati ha assicurato che “coerentemente mi impegnerò personalmente per tutelare le ragioni” dell’ex governatore della regione abruzzese. Con altrettanta coerenza, e senso di opportunità, anche se desta qualche perplessità sapere che un organo istituzionale si riunisce e decide su qualcuno senza disporre di tutte le informazioni necessarie o opportune, pur in mancanza di iniziative di parte, Vittorio Feltri ha chiuso la polemica con parole di “commozione” e “ringraziamento per ciò che potrà realizzare” la presidente del Senato. Il cui intervento peraltro – notizia non certo irrilevante sul piano istituzionale e politico – toglie dall’imbarazzo in cui si è trovato il presidente della Repubblica di fronte alla richiesta pervenutagli da più parti di sanare lui la situazione graziando il pur inconsapevole, ormai, Del Turco, affetto anche dal morbo di Alzheimer, oltre che Parkinson e tumore.

L’imbarazzo di Sergio Mattarella, ospite proprio ieri del Senato per il concerto tradizionale di Natale nell’aula di Palazzo Madama, derivava – e deriva – anche dal fatto che è pendente una richiesta difensiva di revisione del processo conclusosi con la condanna definitiva di Del Turco. Essa potrebbe al limite, pur con tutti i dubbi consigliati dai precedenti passaggi della vicenda giudiziaria dell’ex senatore, garantire all’interessato una riabilitazione più piena, diciamo così, di una sia pur apprezzabile grazia presidenziale. Che per sua natura non può incidere sul merito del trattamento giudiziario riservato a Del Turco e colpirne le responsabilità.

Ai familiari ormai, viste le condizioni personali dell’amico Ottaviano, auguro sinceramente di avere, e in tempo, la revisione del processo e una ben diversa conclusione per il loro congiunto. Che non è il mostro uscito dalle aule giudiziarie in una stagione di falsa e rigeneratrice rivoluzione. Non c’era in Italia nessuna Bastiglia da espugnare, nessun Capeto da ghigliottinare.

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