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Francesco Nicodemo

Caso Paragon, chi è Francesco Nicodemo e perché è stato spiato

Francesco Nicodemo, ex responsabile della comunicazione del Partito Democratico e oggi fondatore dell’agenzia Lievito, è il nuovo nome finito nell’inchiesta sullo spyware israeliano Paragon

Spunta un nuovo nome nel caso Paragon, la vicenda che ha portato alla luce l’utilizzo di uno software estremamente sofisticato, inoculato a fini di spionaggio nei cellulari di vari attivisti e giornalisti italiani – tra cui il direttore di Fanpage Francesco Cancellato, il capomissione dell’Ong Mediterranea Luca Casarini e Roberto D’Agostino – ma anche banchieri di primo piano come Francesco Gaetano Caltagirone e Andrea Orcel.

Nel lungo elenco di nomi finito sotto osservazione – non si sa bene di chi, dal momento che il governo nega ma  l’azienda israeliana offre i suoi servizi solo ad autorità nazionali – ci sarebbe anche l’ex spin doctor di Matteo Renzi, Francesco Nicodemo, oggi a capo di un’azienda, Lievito, che negli ultimi anni ha seguito le campagne elettorali di molti partiti di centrosinistra. A rivelarlo è lo stesso Francesco Cancellato nel suo libro “Il nemico dentro, Caso Paragon, spie e metodi da regime nell’Italia di Giorgia Meloni”, in uscita per Rizzoli il prossimo 11 novembre.

CHI È FRANCESCO NICODEMO

Francesco Nicodemo è un comunicatore con un passato da dirigente giovanile e da dirigente del Partito Democratico: tra il 2013 e il 2014 è stato responsabile nazionale della comunicazione del PD e, nella stessa fase, ha seguito incarichi di comunicazione digitale a Palazzo Chigi durante l’era Renzi. Negli ultimi anni ha lasciato la politica attiva per dedicarsi alla consulenza: nel gennaio 2021, insieme a Natale De Gregorio e Noemi Borghese, ha fondato l’agenzia Lievito, che lavora per aziende private, istituzioni e numerosi candidati di centrosinistra, da ultimo nella campagna elettorale di Matteo Ricci.

LA RICOSTRUZIONE

Secondo la ricostruzione fornita dallo stesso Nicodemo, avrebbe ricevuto il messaggio di allerta da “WhatsApp Support” il 31 gennaio, notifica che in altri casi si è rivelata segnale di tentativi di infezione con Paragon; in seguito, racconta, è stato contattato via messaggio da John Scott-Railton, ricercatore del Citizen Lab, che lo avvisava della possibilità di un attacco. Questi elementi — la notifica ufficiale, il contatto del laboratorio investigativo e l’analogia con altri casi noti — hanno spinto Nicodemo a riconsiderare un episodio inizialmente liquidato come possibile phishing.

PERCHÉ NICODEMO POTREBBE ESSERE STATO SPIATO

Nicodemo stesso, nel raccontare l’episodio, sottolinea la difficoltà a capire il perché di un eventuale bersaglio proprio a lui: non è un politico in carica né un giornalista con ruoli investigativi. Ma il suo lavoro di consulente in campagne di opposizione e i contatti consolidati con parlamentari, candidati e dirigenti del Pd rendono plausibile, agli occhi di osservatori e colleghi, l’ipotesi che chi mirava a ottenere informazioni cercasse accesso a reti e conversazioni utili sul piano politico. Nicodemo ha per molto tempo scelto di non rendere pubblica la vicenda per evitare strumentalizzazioni politiche; ora però chiede chiarezza e una completa ricostruzione dei fatti.

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