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Btp, ecco la proposta di legge della Lega per i titoli di Stato agli italiani

Lega Btps Titoli Di Stato Centemero

Centemero, Molinari e Bagnai tra i deputati della Lega che hanno presentato la proposta di legge sull’emissione dei buoni del Tesoro poliennali speciali per persone fisiche residenti nel nostro Paese

Sovranismo dei titoli di Stato. La Lega presenta la proposta di legge sull’emissione di buoni del Tesoro poliennali per le persone residenti in Italia. A farsene carico sono stati tra l’altro Giulio Centemero, primo firmatario, Riccardo Molinari e Alberto Bagnai. Insieme a loro anche il presidente della commissione Attività produttive Alberto Gusmeroli, in totale sono dodici i deputati del Carroccio protagonisti.

La proposta risale al 13 ottobre, il 10 novembre ha ricevuto assegnazione alla Commissione Bilancio per essere esaminata.

CENTEMERO PRIMO FIRMATARIO, POI ANCHE BAGNAI E MOLINARI: I BUONI AGLI ITALIANI

Ma cosa sono i Btps? Sono buoni del tesoro sottoscrivibili solo da persone fisiche, trasferibili ma con la perdita di agevolazioni fiscali in caso di cessione anticipata rispetto alla scadenza. Che è di cinque o dieci anni. Non possono, inoltre, essere venduti allo scoperto, con prestito, garanzia, contratti a pronti contro termine. Né essere oggetto di sequestro o pignoramento.

L’obiettivo dei deputati del Carroccio è quello di evitare manovre speculative sulla quotazione dei titoli di Stato nostrani. Il tutto, poi, va inserito nel contesto della fine del Quantitative Easing  europeo.

L’importo minimo citato dalla proposta è di mille euro nominali quindi per cifre nominali multiple. Per coloro che li sottoscriveranno, tra i residenti in Italia quindi, “è consentito detrarre dall’imposta sul reddito un importo pari al 30 per cento del capitale investito”, non superiore a 30 mila euro. Per Giorgetti incentiverà “coinvolgimento diretto dei risparmiatori italiani”.

Entrando ancora più nel dettaglio, chi manterrà i buoni fino alla fine avrà sia l’agevolazione di cui sopra e sia una doppia cedola da stabilire in base al trend del Pil italiano.  Come da secondo comma dell’articolo 4, “per i depositi che contengono esclusivamente i BTPS e nel caso di operazioni di finanziamento (…) i costi e le spese di gestione applicabili dagli intermediari finanziari non possono superare la misura dello 0,10 per cento del loro valore”. Inoltre, non ci sono commissioni dovute per la sottoscrizione dei buoni.

OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI CENTEMERO, BAGNAI, GUSMEROLI E MOLINARI

Al 15 novembre, il debito italiano ammonta a 2.742 miliardi. Da qui, il grido di dolore che si rinnova di anno in anno per cercare di smorzarlo. Anche, appunto, grazie al contributo degli italiani in termini di investimenti.

Ecco allora che la proposta leghista ha sia una natura tecnica, economica, per le ragioni appena espresse. Ma anche politica, perché lo stesso tema del debito pubblico è da tempo tema modellabile da offrire alla società civile. Sempre citando le dichiarazioni dell’inquilino del Mef, Giancarlo Giorgetti, parlando in audizione ha detto che “teniamo molto alla partecipazione dei risparmiatori italiani all’acquisto del debito pubblico del Paese”. Anche perché, ha ricordato, “fino alla fine degli anni ’80, inizio degli anni ’90, gli alti tassi di inflazione e i conseguenti elevati rendimenti offerti dai titoli di Stato, uniti all’ancora poco sviluppato mercato finanziario domestico, facevano sì che la percentuale di debito pubblico detenuto dai risparmiatori domestici fosse superiore al 20% del totale. Tuttavia, la discesa dei rendimenti (e del costo per il servizio del debito per l’emittente) conseguente al controllo della dinamica dei prezzi e alla convergenza nell’area della moneta unica, accompagnata alla continua crescita del debito pubblico nel suo complesso, ha prodotto una continua e marcata discesa di tale percentuale di partecipazione, fino a scendere al 6,4% nel 2021”.

GIORGETTI: CON QUESTA MISURA RENDIMENTI MENO VOLATILI

Ecco allora che, secondo Giorgetti, “dal punto di vista della gestione del debito pubblico, l’incremento della quota di debito detenuta direttamente dai risparmiatori italiani costituirebbe un importante fattore di riduzione della volatilità dei rendimenti, agendo da stabilizzatore delle fluttuazioni tipiche nei momenti di maggiore stress finanziario. Per questo, il design di prodotti specifici per il retail che abbiano anche forme di premialità e fidelizzazione per i risparmiatori che hanno già acquistato in emissione titoli di Stato e che detengano gli stessi fino a scadenza, è un elemento centrale nella complessiva strategia di gestione del debito pubblico”.

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