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Che anno è stato per Sergio Mattarella

Dalla Rielezione Alle Prime Mosse Con Il Governo Meloni Fine Draghi

Dalla rielezione (forse) inaspettata alle prime mosse con il nuovo Governo Meloni, passando per la fine di Draghi a Palazzo Chigi 

“I giorni difficili trascorsi per l’elezione della presidenza della Repubblica, nei giorni dell’emergenza che stiamo ancora attraversando, richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste considerazioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati e devono prevalere su considerazioni e prospettive personali”. Ringraziava così, undici mesi fa, Sergio Mattarella. Partendo dai delegati regionali, accettava di rimanere al Quirinale dopo l’ennesima occasione persa dalla politica. Dalla quale all’inizio della scorsa legislatura si erano mosse anche minacce di impeachment nei suoi riguardi.

Accettando di rendere prassi quanto accaduto già in precedenza, unica fino ad allora, di Giorgio Napolitano rieletto per due anni come Capo di Stato. Andare oltre il settennato previsto dalla Costituzione.

Sergio Mattarella arriva a fine 2022 con ancora un’Italia sulle spalle. Ancora una volta dopo un anno travagliato, pieno di avvicendamenti politici, istituzionali e socio-economici. Stasera, a reti unificate, pronuncerà per l’ottava volta consecutiva il discorso alla Nazione. In quello di fine 2021 disse, tra l’altro, di aver “sempre vissuto questo tradizionale appuntamento di fine anno con molto coinvolgimento e anche con un po’ di emozione. Era, allora, l’ultima occasione per congedarsi con tutti i cittadini: rivolgendo “il mio grazie a ciascuno di voi per aver mostrato, a più riprese, il volto autentico dell’Italia: quello laborioso, creativo, solidale”.

Poi, alle 20:52 del 29 gennaio 2022, 759 voti dall’Aula di Montecitorio riunita in seduta comune  promossero ancora Mattarella come primo cittadino dell’Italia.

LA FINE DEL GOVERNO DRAGHI

Uno dei passaggi chiave del 2022 di Sergio Mattarella è stato senz’altro relativo alla fine del Governo guidato da Mario Draghi. Dando seguito a una special relationship evidenziata già nell’anno precedente in fase di insediamento dell’ex capo della Bce, al quale vennero consegnate con evidenti basi di fiducia le chiavi per sterzare sulle vaccinazioni e sul Pnrr, e ripetuta nella complicata partita del Quirinale di gennaio scorso. Quando lo stesso ex premier uscito dalla competizione per il Colle contribuì a convincere il presidente a un bis.

In estate, poi, i ruoli dialettici si sono invertiti. Al centro è finito Draghi, impossibilitato ad andare avanti per via delle incongruenze programmatiche e identitarie dei partiti al governo. Nel tutti contro tutti, Mattarella si è trovato nuovamente protagonista in una delicata fase istituzionale di ricezione, respinta e rimando alle Camere delle dimissioni da premier. Arbitrando una crisi partitica, l’ennesima, che ha liquidato in un anno e mezzo anche Mario Draghi. Salutato con immancabile eleganza dal Capo dello Stato per il “lavoro eccellente” svolto.

VERSO IL PRESIDENZIALISMO?

Uscito di recente da diversi giorni di positività da Covid 19, nelle settimane in cui si torna a parlare di pandemia con tutto quanto sta accadendo in Cina, Mattarella saluta il 2022 vedendo anche il ruolo di Presidente della Repubblica tornare  in discussione a livello istituzionale.

Nella conferenza stampa di fine anno, la premier Giorgia Meloni ha ribadito la volontà di lasciare una sua eredità basate anche sul presidenzialismo. “Confermo che è una mia priorità e che punto a farlo entro questa legislatura”, ha detto senza troppi filtri. Insediandosi alla Camera dei Deputati disse che “ci muoveremo secondo il mandato che ci è stato conferito su questo tema dagli italiani: dare all’Italia un sistema istituzionale nel quale chi vince governa per cinque anni e alla fine viene giudicato dagli elettori per quello che è riuscito a fare”.

Eppure, lo stesso Mattarella ha fatto scuola in questi anni per il decisionismo (velato ma non troppo) emerso in alcune situazioni cruciali. Per esempio, quando rifiutò di dare il via libera a Paolo Savona come ministro dell’Economia, nel Governo Conte I. O in occasione dei messaggi ai partner internazionali: parole che hanno sempre lasciato un senso di forza per il sistema Paese italiano. Come nel caso dei tentativi di ingerenza della Francia in fase elettorale, in avvicinamento all’ascesa di Meloni a Palazzo Chigi. Decisionismo, rispetto dei ruoli, delle istituzioni.

Insomma, la rassicurazione sembra essere il sentimento che prevale a vedere e sentire Sergio Mattarella. Le basi per stare tranquilli anche nel 2023, nonostante tutto, non mancano.

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