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Starlink

Che cosa c’entrano Musk, Stroppa e Starlink col Pnrr

L’ingresso di Starlink nel mercato italiano non è solo una questione che riguarda la sicurezza del Paese, ma un nodo strategico che intreccia affari, politica e infrastrutture digitali, inserendosi nel più ampio contesto degli investimenti previsti dal Pnrr.

Il governo italiano sta considerando l’eventualità di avvalersi dei satelliti di Musk anche per risolvere l’annoso problema del digital divide nelle aree rurali e difficilmente raggiungibili; dal canto suo il magnate sudafricano punta a fare del nostro Paese la testa di ponte per lo sbarco della sua azienda in Europa.

Due interessi in linea di principio non divergenti. Ma sull’ipotesi di accordo pesano le dispute di Starlink con i concorrenti europei e le accuse a Musk di ingerenza nella politica europea, oltre che al suo referente in Italia, Andrea Stroppa, di poco rispetto delle istituzioni.

STARLINK, STROPPA E IL PNRR

Ieri su X è apparso un nuovo post di Andrea Stroppa sul tema, in cui si annuncia che «Starlink ha presentato una richiesta alle autorità per produrre nuovi terminali».

Come sottolinea La Stampa, l’ex hacker tiene un profilo insolitamente basso. Ma le sue parole vanno interpretate e riferite a uno dei requisiti essenziali imposti dal Pnrr: il tema è di portare la connessione a banda ultralarga nelle cosiddette zone bianche a una velocità superiore a 1 Gbps entro il 2026, pena la perdita dei fondi per l’Italia. In questo senso, il riferimento tecnologico fissato dal Piano “Italia a 1 Giga” è la fibra ottica. 

Starlink è una delle poche aziende, se non l’unica, a poter garantire il soddisfacimento del target in tempi stretti, ma la velocità garantita non soddisfaceva i vincoli del Pnrr. Almeno fino all‘annuncio di Stroppa, teso a rilanciare l’ipotesi di un accordo, sottolineando che uno degli aspetti critici dell’offerta Starlink sarebbe venuto meno.

IL PIANO ITALIA A 1 GIGA

Il Piano “Italia a 1 Giga” è strettamente legato al Pnrr, in quanto rappresenta una delle iniziative previste dalla Missione 1 del piano, che riguarda la digitalizzazione, l’innovazione e la competitività del paese. In particolare, questo piano ha l’obiettivo di colmare il digital divide in Italia, portando la connessione a 1 Giga al secondo nelle aree meno servite, quelle che non sono ancora raggiunte da reti ad alta velocità.

Il piano prevede uno stanziamento di circa 3,8 miliardi di euro provenienti dal Pnrr, con l’intento di garantire una copertura internet veloce e stabile per circa 8,5 milioni di famiglie entro il 2026. L’obiettivo è dare a tutti i cittadini e alle imprese l’accesso a una connessione internet di almeno 1 Gbit/s in download, fondamentale per lo sviluppo delle attività digitali, ma anche per migliorare i servizi pubblici e facilitare l’accesso alla cultura e alla formazione online.

STARLINK MONOPOLISTA IN EUROPA?

Le mire di Musk sull’Italia non si spiegano certo in termini economici. Il contratto con il nostro Paese vale “soltanto” 1,5 mld di euro, niente se comparati al giro di affari di Space X.

Ma l’Europa rappresenta un mercato vitale per Starlink, dato che la digitalizzazione è un obiettivo prioritario della Commissione Europea, con politiche che spingono per una connessione a banda larga ultra-veloce in tutta la regione.

Espandendosi in Europa, Starlink rafforzerebbe ulteriormente il suo ruolo come pioniere nelle comunicazioni satellitari, garantendosi una base di utenti in grado di stimolare la domanda in tutto il mondo, fungendo da esempio e da modello anche per gli altri continenti. SpaceX, con la sua rete di satelliti in orbita bassa, ha infatti il potenziale di diventare il fornitore dominante di internet globale. Essendo l’unico a offrire un servizio di internet satellitare su scala globale, Starlink ha un vantaggio competitivo impareggiabile, che potrebbe portare a un monopolio di fatto nel mercato delle comunicazioni a livello planetario.

 

 

 

 

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