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Che cosa dicono i giornali berlusconiani di Mattarella

Mattarella

I Graffi di Damato

 

Tra gli effetti dei sei minuti di applausi e di incitamenti al bis di Mattarella come presidente della Repubblica nel teatro mitico della Scala, a Milano, c’è un certo panico tra i tifosi della pur difficile candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale. Che prima si sono mobilitati contro l’ipotesi della candidatura di Draghi sostenendone la intoccabilità a Palazzo Chigi. E ora vedono crescere i consensi popolari attorno ad un Mattarella pur indisponibile, almeno sinora, alla rielezione, per quanto a termine, potendosi prevedere il suo ritiro al sopraggiungere delle nuove Camere, non più tardi del 2023.

Mentre il Giornale della famiglia Berlusconi, tuttavia, ha cercato di esorcizzare l’evento ignorando nel titolo della prima pagina il bis chiesto al presidente uscente, che il pubblico si sarebbe limitato a “ringraziare” per il lavoro svolto al Quirinale, su Libero l’ex direttore dello stesso Giornale Alessandro Sallusti ha più furbescamente, o astutamente, cercato di scommettere sulla resistenza di Mattarella alla corte che gli fa il popolo, più ancora dei partiti.

Ma, anche a costo degli scongiuri dell’interessato, Sallusti si è spinto a prevedere per un Mattarella che dovesse cedere alla tentazione una conclusione dell’avventura in linea con la tragedia shakesperiana di Macbeth che si è goduto in opera proprio alla Scala. Una tragedia -ha spiegato Sallusti da melomane dichiaratamente improvvisato- che racconta dei catastrofici effetti della ricerca del potere per il proprio interesse personale”. Ma non sarebbe chiaramente il caso di Mattarella, via.

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