skip to Main Content

Che cosa si dice del decreto economico anti virus

Governo

I Graffi di Damato sulle reazioni del centrodestra al decreto del governo Conte anti coronavirus

Al di là del tono quasi dimesso con cui ha dovuto annunciarlo, in modalità comunicative quasi spettrali, collegato con una sala stampa fatta di assenze e distanze imposte dalla paura del contagio, il presidente del Consiglio è riuscito alla fine non solo a varare il decreto legge di difesa, chiamiamola così, dal coronavirus ma anche a dividere ulteriormente, se non a spaccare, l’opposizione di centrodestra.

La Verità di Maurizio Belpietro — che per difendere o sostenere pregiudizialmente Matteo Salvini aveva alla fine rinunciato alla prestigiosa collaborazione di Giampaolo Pansa, restituendolo al Corriere della Sera nell’ultimissima fase della sua lunga avventura professionale — ha liquidato su tutta la prima pagina come “un decretino” il corposo provvedimento del governo. Che, liquidato prontamente dai leghisti e contestato come “cura” dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, avrà  i suoi limiti quantitativi e qualitativi, per carità, non sarà l’”antivirus” sparato trionfalisticamente sulla prima pagina del Fatto Quotidiano di un Marco Travaglio una volta tanto dalla bocca buona e dallo stomaco sazio, ma comporta pur sempre l’impiego di 25 miliardi di euro. Di  cui il Giornale della famiglia Berlusconi ha preferito spiegare sobriamente e concretamente “a chi vanno”, nel contesto peraltro di un titolo — sempre di prima pagina — impostato all’ottimismo con quel grido “Dai che rallenta” al virus che ci sta conducendo una guerra infame e insidiosa.

“UN GRANDE SFORZO” RICONOSCIUTO AL GOVERNO CONTE

Nell’editoriale di giornata il direttore Alessandro Sallusti ha riconosciuto al governo Conte il merito di avere  compiuto “un grande sforzo” e il coraggio di “avere sparato in un colpo solo tutte le munizioni che aveva a disposizione”, senza usarle gradualmente, per cui “o il nemico inizia a retrocedere velocemente oppure non ci resterà che affidarci a qualche santo”. Che non mi sembra identificabile in Salvini, a dispetto delle corone, dei crocifissi e delle immaginette che esibisce nei comizi. Benedett’uomo, egli non si lascia scappare occasione per procurarsi polemiche a dir poco fastidiose, come quelle tiratesi addosso con una vera o presunta corsa alla spesa con la fidanzata Francesca Verdini e scorta nel centro di Roma. E ciò, per  somma sfortuna del leader leghista, nella stessa domenica in cui il Papa se ne andava a piedi per chiese a pregare.

Oltre a scrivere il suo morigerato editoriale sulle misure disposte dal governo, il direttore del Giornale ha partecipato, collegato da casa allo studio televisivo improvvisato su una rete Mediaset da Paolo Del Debbio per sostituire il convalescente da virus Nicola Porro, rivolgendo a Conte un “grazie” esplicito. Che penso rispecchi più delle dichiarazioni di tanti uomini e donne di Forza Italia il pensiero e gli umori di un Silvio Berlusconi appartatosi in questo periodo in Provenza un po’ per proteggersi meglio dal rischio di contagio e un po’ per godersi, secondo le cronache rosa, il nuovo legame sentimentale sopraggiunto a quello con Francesca Pascale.

Almeno sul piano politico, la strada del presidente del Consiglio sembra essere quindi diventata in discesa, nel senso buono della parola, nonostante la perdurante confusione esistente nella maggioranza giallorossa per i guai interni dei grillini, la perdurante agitazione di Matteo Renzi e la complessità un po’ genetica del Pd, liquidato già poco dopo la nascita  da Massimo D’Alema come un amalgama mal riuscito di sinistra democristiana, cespugli laici e soprattutto resti del Pci.

 

TUTTI I GRAFFI DI DAMATO

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top